E' la mattina di venerdì 17 dicembre, quando la "Dama Bianca" torna - quasi discreta, per l'ennesima volta in questa prima fase dell'inverno - a visitare una parte della nostra Regione. Tutta concentrata a ridosso dei contrafforti montuosi che si affacciano sull'alta Pianura, lungo l'asse pedemontano tracciato tra Varese, Como, Lecco e Bergamo. Ed è neve eccezionalmente farinosa, grazie alle temperature molto basse, comprese in pianura tra i -3 ed i -4°C.
I primi fiocchi hanno lasciato un velo ovunque, anche nel cuore delle nostre città, negli angoli più tiepidi e nascosti. Con il trascorrere delle ore la nevicata si è intensificata, fino ad esplodere verso la una del pomeriggio, per poi calare drasticamente di intensità, fino ad esaurirsi verso le tre.
A ridosso della dorsale prealpina, anche lungo la fascia rivierasca dei nostri laghi solitamente più mite, il manto nevoso ha raggiunto uno spessore di quindici centimetri. Il tutto a prescindere dalla quota, poiché quando fa davvero freddo - e capita piuttosto raramente - le nevicate non presentano una distribuzione altimetrica. Precipitazioni comunque in calo procedendo verso sud, con accumuli già dimezzati sull'Alta Pianura, fino ad arrivare ad una "spolverata" leggera nel Milanese, come nei settori più meridionali.
Una neve quindi molto povera di acqua, ed un manto bianco simile allo zucchero a velo che si è assestato nella notte sotto il suo stesso peso, rimodellato in alcuni casi anche dal vento, proprio come accade in alta montagna. Importante poi citare le temperature del giorno dopo, particolarmente rigide in tutta la Regione anche nelle ore pomeridiane, quando il freddo si è fatto sentire più che mai pungente ed ha consentito alla neve di "resistere" ai raggi del sole.
Ma cosa è accaduto di preciso sulla nostra Regione? Riassumiamo in breve, anche per soddisfare la curiosità dei più esigenti appassionati.
Un impulso di aria artica marittima è entrato attraverso la "porta del Rodano", dando luogo ad un'intensa ciclogenesi sul Mar Ligure: si tratta di una configurazione perturbata che in genere interessa maggiormente i settori pianeggianti della Regione, specialmente a Sud-Est del Capoluogo. Coinvolta in pieno tipicamente la Toscana con questo "tipo di tempo", interessata in effetti da una delle nevicate più abbondanti di questi ultimi anni.
In Lombardia la neve è caduta, come avrete già immaginato, per azione di sbarramento orografico. Il richiamo prefrontale è stato sufficientemente umido da sviluppare una nuvolosità consistente, per azione di sollevamento meccanico indotto dai rilievi: un effetto direttamente proporzionale alla vicinanza con i monti. Poche precipitazioni a dire il vero, in media tre-quattro millimetri di acqua che hanno permesso un accumulo di neve molto sostanzioso.
La corrente umida è stata richiamata dalla temporanea presenza di un minimo di pressione oltralpe, ed al contrario si è esaurita con l'approfondimento di un minimo sul golfo di Genova che ha risucchiato aria più asciutta dai quadranti settentrionali, dando luogo ad un miglioramento del tempo proprio a partire dalla fascia pedemontana della nostra Regione.