Analisi della nevicata del 5-7 febbraio 2015 nel Cremonesea cura di Stefano Begotti
Nessuno fino a pochi giorni prima di quel 5 febbraio 2015 avrebbe scommesso un soldo su quanto stava per accadere nel Cremonese: reiterati allarmi da "Big Snow", poi sempre disattesi, avevano ormai lasciato senza speranze tutti noi “nivomani”.
Il peggioramento comunque era alla fine arrivato, sotto forma di pioggia al mattino con T di partenza sui +4, ma che alle 12 era già calata fino a +1°C permettendo la trasformazione in neve; la pausa precipitativa intervenuta dalle 14 stava però facendo perdere ogni speranza.
La temperatura per fortuna non sale e le precipitazioni nevose dopo qualche ora riprendono, facendo calare ulteriormente la temperatura fino a +0.5°. Alla mezzanotte l'accumulo arriva a 13cm circa a Capergnanica, grazie ad alcuni nuclei più intensi nel tardo pomeriggio e nella tarda serata.
Ma il "bello", soprattutto per la parte meridionale ed orientale della provincia, sarebbe arrivato nel cuore della notte: nuclei sempre più intensi (verde/giallo dal radar) risalgono in continuazione da ESE coinvolgendo principalmente il Cremonese e lo stesso capoluogo provinciale.
La situazione che si presenta al mattino del giorno 6 è da "tregenda": accumuli che vanno dai 25cm delle zone più a NW della provincia, fino ai 50cm del capoluogo e delle zone a SE. La neve, caduta con temperatura di poco sopra lo zero e quindi bagnata e pesante, ha però causato diversi problemi.
In tutta la provincia si segnalano grossi disagi alla circolazione stradale e ferroviaria, ed in città la situazione non è certo delle migliori:
Ecco alcune immagini assai eloquenti. Fonte "
CremonaOggi", quotidiano locale:
Cavatigozzi (CR)
Cremona
Cremona
Cremona
CremonaEcco inoltre alcuni video significativi dell'evento:
Il peso della neve ha abbattuto decine di alberi che, a loro volta, hanno trascinato con sé lunghi tratti di cavi elettrici. In alcune zone il peso stesso della neve accumulata sugli isolatori ha "strappato" letteralmente i cavi elettrici. Iniziano ad essere segnalati diversi blackout e conseguenti interruzioni nell'erogazione di acqua potabile stante la mancanza di alimentazione elettrica alle pompe di sollevamento.
Questo il mio giardino al risveglio con le piante piegate dal peso della neve:

Essendo vicesindaco di un piccolo paesino del cremasco, oltre che appassionato di meteo nonché "pendolare", ho preferito restare a casa per dare una mano a gestire la situazione, "convinto" anche dai 25cm di neve bagnata al suolo. Questa la scusa che avevo trovato più che altro verso me stesso, ben felice in realtà di passare una giornata a godermi l’evento.
Intorno alle 7 del mattino quindi, ecco puntuale il blackout, per fortuna prima che entrassi in doccia :-)
Dopo numerose chiamate all'Enel, abbiamo capito che il problema non sarebbe stato di facile soluzione: trasformatore saltato in un punto e linea elettrica abbattuta in un altro. Risultato: oltre 2000 abitanti al freddo, al buio e senz'acqua solo nel mio comune. Un rapido giro di telefonate con gli altri sindaci del circondario mi ha fatto capire come fossero coinvolte migliaia di persone, e la preoccupazione ha iniziato a prendere il sopravvento sulla passione.
L'unica cosa da fare restava quella di armarsi di pazienza ed attendere l'intervento delle squadre di emergenza; purtroppo facciamo fatica a capire l'importanza di certe "comodità" fin quando non ci vengono a mancare. Il cellulare si scarica più rapidamente del previsto date le numerose telefonate, e si rende necessario accendere l'auto per poterlo ricaricare un pochino. Le ore passano, le proteste aumentano e la situazione non si sblocca. Scende il buio, e tutto diventa quasi irreale: silenzio totale, oscurità completa, niente acqua... Finalmente intorno alle 20, una squadra Enel riesce a ripristinare il trasformatore danneggiato, ed almeno una parte del paese torna a vivere. Resta il problema della frazione Passarera, per metà ancora al buio anche se per fortuna nel frattempo l'acqua è tornata.
Solo il mattino successivo, Enel porta un generatore di emergenza per bypassare l'interruzione della linea, e pian piano la situazione rientra nella norma... Nei paesi vicini comunque permangono situazioni difficili specialmente nelle zone rurali e nelle cascine più isolate. Anche le vacche da latte sono “vittime” del blackout non potendo essere munte dalle macchine prive di alimentazione elettrica, questo almeno nelle aziende non dotate di generatori di emergenza.
Il “bilancio” parla di 27cm in due giorni (13+14) con un’altezza massima di 23cm equivalenti ad oltre 70mm di precipitazioni in due giorni.
Per il trasporto merci, il giorno 8 permangono ancora molte difficoltà: questa la situazione in un supermercato di Crema (CR):

Nei giorni successivi un afflusso di aria più fredda unito ad un debole effetto “albedo”, portano a minime di tutto rispetto (-7.3 il giorno 9) e lo spettacolo della galaverna e delle nebbie radenti sui campi è qualcosa di fantastico…

Come sempre però, al termine dell’evento, resta quel velo di malinconia che accompagna la fusione del manto bianco, amplificato dalla consapevolezza che le nevicate di febbraio sono solitamente le ultime della stagione.
Infatti il peggioramento successivo tra il 14 ed il 15 portò circa 30mm di pioggia con temperature tra i +2° ed i +4° con la conseguente rapida fusione delle ultime tracce di neve.