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La lunga e complessa fase perturbata dell'autunno 2008   Inserito il› 23/11/2008 19.52.49

 

SOMMARIO

 
 
 
 
 

PREMESSA

La "stagione delle piogge autunnali" ha avuto inizio come vuole la tradizione meteorologica italiana con l'irruzione di aria artica marittima nel Mediterraneo Occidentale (settore Alboran) e la conseguente poderosa risposta perurbata dai quadranti meridionali. Una configurazione questa tipica proprio dell'autunno "in vecchio stampo", che sembra essere venuta a mancare nel trend stagionale di questi ultimi anni. Alla fine di Ottobre si è aperto un profondo canale depressionario tra l'Artico marittimo ed il Mediterraneo, una ferita che questa volta ha davvero impiegato molto tempo a rimarginarsi. Gli stessi strascichi della discesa fredda, isolati in un minimo chiuso, sono stati forieri di tempo perturbato sull'Italia per diversi giorni. Ho pertanto scelto di descrivere in "toto" la dinamica del peggioramento, compresa quindi anche l'evoluzione della goccia fredda (figlia della saccatura artica) che ha caratterizzato la seconda fase di maltempo, cioè quella della prima settimana di Novembre.
 
Nella successiva sequenza Meteosat relativa alla sera del 27 ottobre 2008 possiamo riconoscere la fase iniziale della lunga ondata perturbata: notate "quella strada lastricata costituita da un fiume d'aria artica marittima che si getta nel mare di Alboran". Ebbene questo è un segno inequivocabile di un guasto significativo e duraturo del tempo su tutta l'Italia.
 
 
 
 
 Lunedì 27 Ottobre 2008, ore 15-20 locali - Meteosat infrarosso - FONTE: www.sat24.com
Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine
 
 
 
 

EVOLUZIONE DEL TEMPO SU SCALA CONTINENTALE

Analizziamo l'evoluzione del tempo sull'Europa avvalendoci di immagini animate relative ai giorni compresi tra il 27 Ottobre ed il 6 Novembre, procedendo dall'alta troposfera verso il basso.
 
La sequenza di mappe al livello di 300 hPa illustra l'andamento della corrente a getto che delimita il distacco di una profonda saccatura dal Vortice Polare in direzione del comparto sudoccidentale europeo. Notiamo subito una figura ad "Omega rovesciata" serrata tra due onde anticicloniche di Rossby che ne bloccano lo sviluppo e la progressione. L'impianto barico a scala continentale è quello più severo nel quadro di una fase perturbata autunnale, proprio per la sua lenta evoluzione. Possiamo notare una saccatura attivamente comunicante con il comparto artico-marittimo almeno fino al 2 Novembre, quando un'accelerazione del flusso semizonale ha tagliato le radici fredde. Durante la quasi totalità dell'evento l'Italia si è trovata ad Est dell'asse della saccatura, lungo il braccio ascendente della corrente a getto che è quasi sempre sede di divergenza e di ciclogenesi al suolo. Possiamo notare infatti nella sequenza animata il continuo riproporsi di aree di divergenza del Jet Stream (nella mappa JS Div) nel bacino del Mediterraneo in corrispondenza proprio dei punti dove si sono originati i cicloni extratropicali, che in diverse riprese hanno interessato l'Italia. Tra i giorni 1 e 2 Novembre l'asse della saccatura è retrocessa sul Portogallo e questo ha favorito una temporanea convergenza  del Jet Stream sull'Italia (sulla mappa JS Conv) e quindi quella fugace rimonta anticiclonica che ha concesso una provvidenziale tregua al maltempo. Una nuova accelerazione del braccio della corrente a getto ha favorito, a partire dal 3 Novembre, lo sviluppo della depressione nordafricana che ha caratterizzato la seconda fase del maltempo. In questo modo la corrente a getto avrebbe sostenuto per diversi giorni la vitalità di un vortice ormai isolato dai contributi freddi meridiani, ma questo argomernto sarà approfondio nella seconda parte dell'articolo.
 
 
 
27 Ottobre - 6 Novembre 2008 - Analisi GFS campi vento a 300 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de 
 
 
 
L'evoluzione in media troposfera (al livello 500 hPa) ricalca di conseguenza l'andamento della corrente a getto, che delimita l'impianto della profonda "saccatura ad U", stretta tra le morse dei due anticicloni di blocco. Si può osservare il primo impulso artico che ha raggiunto il mare di Alboran nella giornata di martedì 28 Ottobre, proprio quando si è intensificata la "risposta meridionale di sponda" annessa alla prima depressione mediterranea. Il canale di bassa pressione è stato poi alimentato da un secondo impulso artico che ha raggiunto il Golfo di Guascogna il 30 Ottobre.  Questo giorno ha coinciso con la fase più fredda del peggioramento. La nuova discesa artica avrebbe complicato lo scenario depressionario sull'Europa centrale scavando un "minimo ad occhiale" tra la Francia e la Germania. Sebbene il viaggio dell'aria artica mirasse alla Penisola Iberica, fatto che avrebbe alimentato ad oltranza il canale depressionario, la situazione ha iniziato gradualmente a sbloccarsi grazie alla progressione verso NordEst dell'anticiclone delle Azzorre. Il giorno 2 Novembre la saccatura è stata completamente tagliata alla radice fredda (Cut-Off) grazie al ricongiungimento dell'alta pressione oceanica con quella dell'Europa dell'Est. A partire dal Week-end di Ognissanti è iniziata la seconda fase del maltempo, quella caratterizzata dai movimenti di una goccia fredda particolarmente energica e longeva. Possiamo infatti osservare, nella sequenza delle mappe, per quanti giorni la struttura chiusa agli scambi termici (barotropa) si sia conservata, prima di dissiparsi per attrito ed essere riassorbita dalle correnti atlantiche.
 
 
 
 27 Ottobre - 6 Novembre 2008 - Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de  
 
 
 
Le mappe delle isoterme alla superficie di 850 hPa evidenziano negli ultimi giorni di Ottobre la discesa dei due impulsi freddi, costituiti da masse d'aria artica marittima (mA) provenienti dalla Groenlandia e dirette verso la Penisola Iberica. E' altrettanto notevole la risposta di sponda (per principio di conservazione della quantità di moto) del flusso di aria subtropicale continentale (cT) di estrazione nordafricana. Con i primi giorni del mese di Novembre si è invece conclusa l'alimentazione meridiana, per cui la massa d'aria artica inglobata nella goccia fredda ha dovuto stazionare a lungo nel comparto sudoccidentale europeo perdendo le sue caratteristiche originarie. Nonostante questo la "ex-massa d'aria artica" ha potuto giocare i suoi accesi contrasti termici. Questo perchè la risposta subtropicale è giunta dal Deserto Libico, presentandosi  addirittura più calda delle masse d'aria che avevano caratterizzato la prima fase del peggioramento.
 
 
 
 27 Ottobre - 6 Novembre 2008 - Analisi GFS isoterme e geopoteziali ad 850 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de  
 
 
 
La sequenza di mappe sinottiche tracciate in "Old Style" rappresenta la carrellata delle perturbazioni che si sono sviluppate nel Mediterraneo che, come possiamo notare, è rimasto isolato per diversi giorni dalle medie latitudini dell'Oceano Atlantico. Un peggioramento distinto quindi in due fasi: rispettivamente quella del canale depressionario e del minimo chiuso. Possiamo riconoscere le due perturbazioni annesse alle fasi di maltempo più severo: "Yulietta" tra i giorni 29-30 Ottobre e "Britta" tra i giorni 4-5 Novembre.
 
 
 27 Ottobre - 6 Novembre 2008  - Analisi sinottica al suolo - Berlin, Institut für Meteorologie - FONTE: www.met.fu-berlin.de
 
 
 
Concludo la reanalisi a scala continentale ricordando che è la fase di Cut-Off di una saccatura ad "Omega rovesciata", pur rappresentando uno sblocco alla situazione di maltempo, non coincide necessariamente con una risoluzione dei fenomeni a breve termine. E' infatti necessario valutare l'evoluzione del vortice chiuso anche in relazione all'energia cinetica richiamata alle alte quote dalla corrente a getto, una volta terminata l'alimentazione fredda: questo episodio ne è stato di esempio. Possiamo a questo punto ricostruire giorno per giorno l'evoluzione del maltempo più da vicino, spostando la nostra attenzione al Mediterraneo.
 
 

 

Succ.
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