In questo articolo prenderemo in considerazione due periodi distinti: il primo, dal 1966 al 1980, a cura del geometra Alberto Gnocchi, che annotò giorno per giorno oltre ai cm di neve, stato del cielo, tipo di precipitazioni e temperatura massima e minima (presumibilmente rilevate con un termometro a mercurio). Il resoconto è stato trascritto su carta millimetrata, ed è stato di difficile interpretazione. Tutti i fogli sono stati uniti in strisce che rappresentano l'andamento del tempo nel corso dell'anno, e tutti gli anni sono stati uniti formando un grande pannello di 2x2 metri di lato! La serie storica recente, dal dicembre 1990 al 2024 è stata rilevata direttamente dal sottoscritto e risulta più precisa. MISURAZIONE DELLA NEVE CADUTA Le mie osservazioni sono state fatte seguendo le direttive contenute in questo sito (in inglese):http://www.wrds.uwyo.edu/wrds/wsc/reference/snowmeas.html In particolare, per esigenze di tempo, è stata effettuata una sola misurazione dello spessore massimo raggiunto dall'episodio nel giorno, su una superficie piana di metallo o di plastica, con ripulitura a mezzanotte nel caso di nevicata continua. Sono state trascurate nell'elenco le nevicate che hanno accumulato meno di un centimetro. E' importante precisare che si tratta di neve caduta, non lo spessore nevoso al suolo, che ,in caso di nevicate continue, risulta sempre inferiore per la compressione della neve su se stessa. ANALISI DEI DATI Pur con tutti i limiti di una serie incompleta (infatti mancano gli anni '80 e molte parti degli appunti sono poco leggibili e alcuni mancanti, in particolare nel gennaio 72 e nel marzo 76) si possono fare molte considerazioni interessanti. Innanzitutto nella zona in oggetto cadono in media circa 60 cm annui, rilevati dalla carta delle precipitazioni nevose in Italia (periodo 21-60). La nevosità media di tutti gli anni presi in esame è di 41,7 cm. Le tabelle sotto mostrano come dal 66 all'80 la nevosità è nella media, mentre è diminuita sensibilmente negli ultimi 30 anni. Nel decennio 00-10 c'è stata una tendenza ad un aumento delle precipitazioni nevose, rispetto agli anni 90, anche se è impossibile dire se questa sarà la tendenza dei prossimi anni, a basse quote nelle Prealpi la nevosità media tenderà molto probabilmente a diminuire.
tabella1-NEVE CADUTA (cm medi mensili) PERIODO | Novembre | Dicembre | Gennaio | Febbraio | Marzo | Aprile | ANNO | 66-80 | 4,4 | 8,9 | 30,4 | 10,3 | 6,4 | 0 | 60,5 | 91-00 | 1,4 | 13,2 | 6,7
| 5,6
| 1,3 | 1,1
| 29,3 | 01-10 | 0,8 | 12,0 | 15,3
| 13,9
| 4,0 | 0
| 46,1 | 10-24 | 1,6 | 9,1 | 5,4
| 8,3
| 3,5 | 0
| 27,9 | Tutti gli anni | 2,2 | 10,5 | 15,3 | 9,5 | 4,0 | 0,2 | 41,7 |
tabella 2-GIORNI CON NEVE >=1cm (media mensile) PERIODO | Novembre | Dicembre | Gennaio | Febbraio | Marzo | Aprile | ANNO | 66-80 | 0,7 | 1,0 | 2,5 | 1,1 | 1,0 | 0 | 6,3 | 91-24 | 0,5 | 1,8 | 2,0 | 1,7 | 0,7 | * | 6,6 | Tutti gli anni | 0,6 | 1,6 | 2,1 | 1,4 | 0,8 | * | 6,4 |
*una sola nevicata ad aprile con accumulo nel periodo in esame il 17/4/1991 Le nevicate nella zona sono un fenomeno prettamente invernale, che avviene in media circa6 giorni l'anno (negli ultimi anni la frequenza è invariata), secondo queste statistiche la nevicata/tipo è di circa 5-10 cm. La nevosità presenta forti oscillazioni da una stagione invernale all'altra, in ogni periodo preso in esame: tale andamento è tipico di tutti i climi temperati delle medie latitudini, in cui a inverni con molta neve seguono altri in cui ne cade poca o nulla. Il mese più nevoso è gennaio, seguono dicembre e febbraio alla pari, mentre tra i mesi non invernali prevale marzo su novembre. La neve ad aprile è piuttosto rara e ha un tempo di ritorno di circa 20 anni (1 caso nel 91 e nell' 86), è caduta neve anche il 10 aprile 2003 ma non ha lasciato accumulo significativo. Ad ottobre non si sono registrate nevicate con accumulo negli ultimi 50 anni. Come si può notare è stato soprattutto gennaio, a determinare la diminuzione della nevosità della metà negli anni 90. Anche nei mesi di marzo e novembre si sono ridotte le precipitazioni nevose. Questi dati sono sintomo di un inverno sempre più breve e mite. Nonostante tutto a dicembre e febbraio sembra essere cambiato poco, anzi a dicembre è nevicato di più nel periodo 90-10. SITUAZIONI METEOROLOGICHE TIPICHE Le nevicate nell'area prealpina occidentale sono fortemente condizionate dalla temperatura, che spesso è troppo elevata per permettere alla neve di raggiungere la pianura o le colline. Irruzioni fredde non portano direttamente la nevese non in casi molto rari: questo fatto è dovuto all' orografia, infatti le Alpi agiscono da barriera per le masse fredde provenienti dai quadranti settentrionali. Generalmente, quando le correnti sono da nord, le nevicate avvengono sulla Svizzera settentrionale e in Austria, mentre a sud delle Alpi il tempo è bello e soffia la tramontana o il fohn. In seguito sono illustrate con commento le situazioni bariche più favorevoli alla neve nelle Prealpi Lombarde. In ogni caso le situazioni meteorologiche descritte presentano molte varianti e a volte evolvono l'una nell'altra. 1) DEPRESSIONE SULLE ISOLE BRITANNICHE
Carta al suolo e gpt a 500hpa del 2 gennaio 2001 Il centro di bassa pressione fa affluire aria mite da sud ovest sulla nostra regione. Quando le condizioni di temperatura lo permettono, le precipitazioni avvengono in forma di neve. In questi casi la neve è più probabile su Piemonte e ovest Lombardia che su est Lombardia Veneto, Emilia e Romagna nelle quali solitamente cade pioggia. Le regioni occidentali, più "chiuse" e protette all'interno della Valpadana, risentono in misura minore dell'afflusso di aria mite, che qui riscalda molto lentamente e faticosamente l'aria a bassa e media quota. Le precipitazioni sono più abbondanti nelle zone a ridosso dei rilievi per il sollevamento forzato della massa d'aria (fenomeno conosciuto come stau). Nel caso riportato nella carta, la caduta di neve è stata favorita dalla presenza di aria molto secca prima delle precipitazioni. Mentre il 2 gennaio 2001 la neve ha interessato buona parte della Lombardia occidentale, il 21 gennaio 2003 la temperatura troppo elevata ha fatto si che la neve cadesse in aree limitate (vedi reportage di S.Rossetto), per poi trasformarsi in pioggia quasi ovunque in serata. 2) ANTICICLONE RUSSO SCANDINAVO E DEPRESSIONE SULL'ATLANTICO
Carta al suolo e gpt a 500hpa del 2 marzo2018 A differenza della situazione precedente, in questo caso l'aria mite e umida sospinta dalla depressione incontra aria sensibilmente più fredda. Infatti l'Europa centro-orientale si trova sotto l'azione di masse di aria fredda di origine continentale. Con la persistenza di aria fredda per più giorni si crea un cuscino freddo al suolo, che in modo analogo al caso 1), consente nevicate spesso anche in pianura, più probabili, consistenti e durature sulle regioni nord-occidentali, ma anche più ad est. Ad esempio il 17 dicembre 1997, l'anticiclone era molto robusto ma influenzò per pochi giorni la nostra regione. Invece il caso del dicembre 2000 mostra la situazione nei giorni che precedettero la nevicata di Natale: in questo caso afflusso di aria fredda da est durò diversi giorni. Il freddo al suolo e l'azione di blocco sono fattori che possono portare nevicate abbondanti e durature. 3) DEPRESSIONE SUL MEDITERRANEO OCCIDENTALE Carta al suolo e gpt a 500hpa del 19 febbraio2004 In queste situazioni si ha l'afflusso nel contempo di aria calda e umida in quota e aria fredda da est o nord est. Se il minimo si sposta verso est, è l'Appennino emiliano a determinare il sollevamento orografico e capita che le Alpi e le Prealpi si trovino sottovento ed escluse da precipitazioni o meno interessate dal richiamo freddo. Nel caso considerati la posizione del minimo ha favorito precipitazioni nevose anche sui settori occidentali del Nord. Anche questa situazione, come la 2) a volte porta nevicate persistenti e abbondanti perchè il minimo depressionario può essere alimentato da aria fredda per diversi giorni. Le cartine della pressione sono tratte dall'archivio di www.wetterzentrale.de
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