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.: Giovedì 12 dicembre 2024
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Luca Brena - Luca Bai |
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L'analisi sinottica a cura di Luca Bai. L'episodio invernale verificatosi quest'anno fra il 28 Febbraio e il 3 Marzo 2005, il più intenso per questo periodo da almeno il 1987, è il clou di una lunga fase pienamente invernale cominciata all’inizio della 3° decade di Febbraio. Una prima svolta arriva proprio il giorno 20, dopo un Febbraio trascorso sotto la prevalenza di correnti settentrionali e senza eventi di rilievo sulla nostra regione. Il giorno 20, il robusto anticiclone presente in Atlantico spinge un promontorio verso l’Islanda e la Groenlandia, favorendo la discesa, lungo il suo bordo orientale, di una saccatura a carattere freddo che nelle prime ore di Domenica 20 genera un minimo tra la Corsica e l’alto Tirreno determinando precipitazioni sulla Lombardia centro meridionale e sulla Brianza orientale, che assumono carattere nevoso anche in pianura, ma a causa del suolo umido accumulano non molti cm, salvo casi locali. Il manto nevoso invece aumenta notevolmente, sino localmente a 20 cm, spostandosi verso il Lodigiano, il Pavese ed il Vogherese. Risparmiate o quasi le zone settentrionali della regione. Lunedì 21 permane una circolazione depressionaria a carattere freddo sul Centro Italia che invia correnti mediamente orientali accompagnate da nubi e deboli nevicate di poca consistenza per buona parte della giornata che lasciano poco o nulla al suolo, salvo in alcune zone centro-orientali. Freddo, quello sì, con massime intorno 1°C, valore assai notevole per la fine di Febbraio, considerando anche le schiarite irregolari durante il giorno. Intanto sullo scacchiere Europeo tutto procede per preparare i fuochi d’artificio per il fine settimana… Si consolida una configurazione sinottica ormai sempre più rara, almeno negli ultimi anni: il promontorio anticiclonico sale come detto verso l’Islanda dove è centrato il suo massimo, sia al suolo che in quota e si collega con un’altra area anticiclonica centrata fra la Lapponia e la Russia settentrionale, formando così un unico vasto ponte anticiclonico esteso sui paralleli che interessa Groenlandia – Islanda – Scandinavia e Russia. Sull’Europa centrale e meridionale si è isolata una vasta circolazione ciclonica a carattere freddo presente a tutte le quote col suo perno fra Svizzera, Francia e Nord Italia, con temperature inferiori ai –35°C a circa 5200 mt d’altezza e intorno ai –7/-10°C sul 1340 mt circa, mentre a Nord dell’Islanda alla quota di 1600 m ci sono anche 10°C ! Sulla nostra regione il tempo continua a mantenersi spesso nuvoloso, se non coperto, con nevicate sparse sulle zone centro-orientali della regione, specie da Milano verso est. In alcune zone la neve compare anche per 6-7 giorni consecutivi, con accumuli in genere non trascendentali, salvo nelle zone Prealpine di Bergamasco e Bresciano. Nulla di "serio" accade invece sulle zone occidentali... solo nel tardo pomeriggio di Giovedì 24 il tempo peggiora più decisamente a causa del disporsi delle correnti dai quadranti sud-occidentali, attivate dal vortice freddo presente sulla Francia, e che portano in serata alcune nevicate sulle zone nord-occidentali della regione, particolarmente abbondanti nel Bergamasco, Lecchese, Varesotto e nel Comasco W, ove si raggiungono anche i 20 cm alle basse quote; in pianura prevale la pioggia o la pioggia mista a neve, anche se non mancano nevicate significative, come nell'alto Milanese e nella zona di Saronno. Tralasciamo il tempo “a casa nostra” nei 2 giorni di Venerdì e Sabato poiché non accade niente di particolarmente rilevante, se non le temperature che continuano a mantenersi piuttosto fredde per il periodo in questione, per andare a concentrarci sulla situazione a livello Europeo che si stava modificando vistosamente… Venerdì 25 si è ormai stabilito sull’Europa nord occidentale un grosso cut-off anticiclonico centrato sull’Islanda e che interessa come detto Islanda, Groenlandia e la Norvegia. Ad est, la zona anticiclonica centrata sulla Russia, va ritirandosi verso levante. Fra le 2 strutture di alta pressione sta per scendere direttamente dal Mare di Barents e dalla Siberia settentrionale una vasta saccatura proveniente direttamente dal vortice polare, accompagnata da aria estremamente gelida. I modelli matematici cominciano a delineare per la notte di Lunedì 28 Febbraio una imponente irruzione di aria gelida continentale dalla porta della Bora sulla Pianura Padana. Siamo a Domenica 27, dopo tutte le conferme che si aspettavano, ormai ci siamo è questione di ore e arriverà il Burian. L’adrenalina nel forum è alle stelle, non si aspetta altro. Il “disegno” barico che la Natura ha messo in moto per portare l’aria gelida dalla Russia fino a Trieste, è davvero degno del Generale Inverno, quello vero: un forte anticiclone ha il suo centro motore sull’Islanda ed è collegato all’alta pressione termica presente sulla Groenlandia, nel contempo una depressione è presente fra il Basso Adriatico e la penisola Ellenica…questi due “ingranaggi” lavorano insieme e ora dopo ora fanno scendere lungo le isobare delle carte sinottiche il maestoso fiume gelido…Finlandia, Russia, Danimarca, a seguire Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Svizzera, Slovacchia, Ungheria, Slovenia…tutte queste nazioni entro sera si ritrovano sotto vento gelido e bufere di neve…si aspetta ora solo il suo ingresso trionfale in Pianura Padana…è dura aspettare…si comincia a parlare nella serata della Domenica…ma dov’è? Si è perso? Ritrattato all’ultimo? No no… è lì che sta aggirando la porta della Bora... Nella notte di Lunedì 28 e soprattutto di primo mattino nevica su buona parte della Pianura Padana, specie quella occidentale, e ora dopo ora rinforza un vento gelido da Est…è il Burian, che fa crollare le temperature a valori notevoli per l’ultimo giorno di inverno meteorologico, fra i –1 e i –4°C sulla Lombardia mentre nevica, anche con forte vento…dal primo mattino, si libera rapidamente dalle nevicate la pianura Padana da SE…mentre continua a nevicare sottoforma di tormente sulle zone pedemontane del Comasco e del Varesotto (sino a 15 cm) grazie all’effetto Stau, con temperature sempre molto basse (-2/-4°C). Durante il giorno si schiarisce ovunque e le temperature massime rimangono comprese fra 0 e 2°C, valori assolutamente notevolissimi! Il vento gradualmente si calma… il 1 Marzo inizia col freddo, non come si pensava a causa di un po’ di nubi medio basse le minime sono comprese fra –3 e –6°C…durante il giorno, grazie all’imponente quantità di aria fredda entrata con un isoterma di ben –14.5°C a 850 hPa alle 12z (la 3° più bassa di sempre mi pare) le temperature massime sono comprese fra –0 e +1 in pianura col sole! Davvero stupefacente… Il 2 marzo, dopo una nottata gelida con record di freddo stracciati praticamente ovunque, si prepara il botto finale di questa eccezionale ondata di freddo! Nel corso della giornata una saccatura fredda comincia a scendere con asse NE / SW dall’Inghilterra verso la Valle del Rodano preparando il peggioramento del giorno successivo…tutto è pronto per una nevicata eccezionale per il mese di Marzo. Puntualmente la saccatura origina un minimo sul Golfo del Leone, e le correnti ruotano in nottata del 3 dai quadranti meridionali provocando un rapido aumento della nuvolosità causato dallo scorrimento di aria più tiepida sotto il cuscino freddo formatosi in pianura padana nei giorni precedenti. In nottata comincia a nevicare sulla Riviera di Ponente con la Tramontana scura e temperature ECCEZIONALI per la Liguria, ancor di più a Marzo ed entro la mattinata il Piemonte Orientale, la Liguria centro occidentale e la Lombardia sono sotto una intensa nevicata da cuscinetto! La posizione del minimo, sul Golfo Ligure, è perfetta per provocare nevicate anche di una certa rilevanza in pianura (sino a più di 20 cm), molto meno sui rilievi dove la nevicata è ben più modesta. Nevica con temperature sottozero grazie al freddo presente nei bassi strati ma soprattutto a causa di temperature in quota decisamente basse, che riversano l’aria fredda nei bassi strati. Alle 12z il radiosondaggio di Linate ci indica una temperatura di ben –9.5°C a 1376 metri (850 hPa)! Durante il pomeriggio il fronte comincia a traslare verso Est facendo attenuare gradualmente le nevicate in pianura, fino a cessare quasi del tutto in tarda serata, ma la temperatura si mantiene quasi ovunque sotto lo zero, facendo registrare una giornata di ghiaccio, evento che in questi ultimi anni è diventato del tutto raro, e che assume ancor più rilevanza per il fatto di averlo registrato a Marzo! Praticamente ovunque sono stati battuti i precedenti record di temperatura massima più bassa per Marzo! Nei giorni successivi graduale attenuazione del freddo fino a cessare definitivamente dal giorno 8 chiudendo definitivamente questo episodio invernale di eccezionale portata. Il 3 Marzo 2005 raccontato da Luca Brena. Come poter dimenticare quel formidabile giorno? Era l'occasione della vita, l'occasione di una vera grande nevicata seguita da un vero grande freddo. L'ultima volta nella quale era stato possibile ammirare una nevicata "old style", con "cuscinetto gelido" (ristagno di aria fredda nel catino Padano, ndr) "pronto a resistere" ad assalti più tiepidi, era stato a Natale 2000. In realtà quella volta il "cuscinetto" non era proprio irresistibile , e la meravigliosa nevicata fu anche determinata da uno straordinario tempismo degli eventi. La mattina del 3 Marzo 2005 comunque mi alzai verso le 5,30 del mattino. Riuscivo a scorgere il cielo rosso del cielo, la temperatura era sui -1,5°C con ur intorno al 57 per cento. La minima, di qualche ora prima si era assestata a -3,8°C. Tornai a dormire e mi risvegliai alle 7,30. Agevolato dalla luce, riuscivo a scorgere con maggior precisione la grande omogeneità nella copertura nuvolosa. Sembrava il giorno di Natale di cinque anni addietro. Parlando con Luca Bai, seppi che a Genova era già tempesta di neve con -1 e vento di tramontana scura oltre i 40-50 km/h. Ci sentivamo dei predestinati. Nel frattempo la temperatura era in max a -1,2°C, e l'umidità relativa era scesa ancora, fino a toccare il 53 per cento. Ma proprio in quel mentre iniziarono a cadere i primi leggerissimi e vellutati fiocchi di neve. Essi iniziarono immediatamente ad attecchire al suolo, ed in mezzora la temperatura scese fin a -2,3°C con ur all'85-90 per cento. Alberi, macchine, prati, strade , tutti cedettero immediatamente alla potenza della dama bianca. Capii che era iniziato un evento di portata storica. Mai a Marzo, mai qui, si era verificato nulla di simile. Era la miglior nevicata, in termini "qualitativi", degli ultimi anni. Preso da un'adrenalina ed una gioia indescrivibile uscii in giardino e cominciai a spalare la neve. Spalare? Lungi da me!! Le beole che antecedono casa mia solitamente impiegano un po' ad imbiancarsi, proprio per la vicinanza della casa stessa, in quanto grossa fonte di calore. Quel dì capitolarono come, se non meglio, del prato. Le superfici lisce si imbiancarono prima a causa del fatto che la neve, così soffice e leggera tendeva ad infilarsi anche nelle zone più remote tra i fili d'erba, e dunque impiegava più tempo a formare uno strato uniforme. Tornando all'opera di pulitura decisi di rifare ciò che inventai nel 2001: scopai letteralmente la neve , misurandola ogni ora. Essa era talmente leggera da rendere il tutto ampliamente fattibile, ma soprattutto per nulla faticoso. Ogni cumulo veniva poi spostato, quello sì per mezzo della pala, all'interno di una carriola. Poi scaricavo la stessa nell'angolo, visto che sapevo che i giorni seguenti sarebbe rimasto in ombra. Era commovente vedere come nevicava, era commovente vedere la temperatura ancora sotto i -2 alle dieci passate, era commovente vedere Castellanza sempre più affogata nella neve. Nella mia via, la principale di questo paese, vi fu una sola pulitura prima delle 17, quando oltre al bis gli addetti buttarono del sale sulla strada. Durante la mattinata la nevicata, come del resto la temperatura, assunse un’intensità costante, con una tendenza ad aumentare leggermente. Gli accumuli orari tra le 8 e il mezzogiorno si assestarono intorno ai 2,5-3 centimetri. Verso le 12,30 però iniziò un’ora di straordinaria manifestazione della natura. I fiocchi dapprima fitti ma di medie-piccole dimensione, raddoppiarono il diametro e la propria intensità. La temperatura rimane fissa sui –1,5. La visibilità , da buona, passò rapidamente a scendere sotto il livello utile per definirla foschia, e poi in ancor meno tempo raggiunse i 200 metri a stento. Dunque vi fu un rovescio di neve con nebbia stando alle rigide norme dettate dall’organizzazione mondiale della meteorologia. Le condizioni delle strade mi riportarono indietro di decine e decine di anni, quando ogni nevicata paralizzava l’esiguo traffico, e tutto, anche la città, si fermava ad ammirare questa fascinosa dimostrazione di armonia della natura. Il Sempione era quasi impraticabile; solo due piccoli binari ,dal diametro di un pneumatico, permettono un’aderenza decente al manto stradale. Verso le 13,00, per mezzo anche della pausa di lavoro Castellanza ed i paesi limitrofi si denudarono dai rumori del traffico e si fecero insonorizzare dal gracchio della neve. Era veramente meraviglioso. La nevicata, con questo ritmo forsennato, terminò alle 14,00, ed infatti in due ore furono raccolti circa 8 centimetri di neve. Dalle 14,00 alle 15,00 la precipitazione tornò ad assumere un’intensità normale, mantenendo comunque la solita straordinaria leggerezza che la stava contraddistinguendo da circa otto ore. Dalle 15,30 fin verso sera , circa le 21,00, nevischiò senza accumulare più nulla, se non pochi mm. La temperatura di conseguenza cominciò un costante aumento che la porta fin verso –0,3/–0,4°C , ma si mantenne stoicamente sotto la soglia degli 0 gradi. Devo ammettere che la concomitanza di questi fattori durante il pomeriggio, e cioè lo schiarirsi del cielo e l’aumento termico, mi fecero temere che quello spettacolo avesse i minuti contati, e che la temperatura sarebbe finita sopra lo zero. Fortunatamente non fu così. Per stemperare questa sorta di tensione verso le 17 mi recai a piedi dalla mia ragazza, ad est di casa mia di circa 2km. Appena uscito dal cancello di casa mia, la visione in prospettiva della neve della strada spalata che si confondeva con la neve del marciapiede, mi ha fatto venire in mente la prima nevicata che mi ricordo nitidamente, cioè quella del 19/01/1995. Di allora, come in questo caso, ricordo nitidamente di aver visto in prospettiva la via con tutta la neve davanti alle case, compresa quella spalata dalla strada, come se fosse un fiume nero circondato da un aggraziato argine bianco. Tornando a noi, dopo circa 15 minuti di buona camminata arrivai dalla mia ragazza. Mentre la attendevo, mi guardavo intorno. Il leggero vento da w alzatosi portava in giro la leggerissima neve. Ad un tratto, mentre vanamente scrutavo il cielo in attesa che il nevischio intensificasse, vido spuntare in fondo il sole. Uno spettacolo meraviglioso, al pari dei momenti di maggior intensità della neve. Verso le 19 rientrai a casa, ma mentre attendevo che mi venisse aperto il cancello, notai che il sale buttato sulla strada non aveva totalmente adempiuto al proprio dovere, ma anzi, si stava rapidamente formando un’uniforme crosta di ghiaccio. Inutile precisare che le strade non spazzate erano totalmente impraticabili. Il cielo verso le 23, alla mia ultima ricognizione per Castellanza e dintorni, cessò di lanciare quei piccoli batuffoli di cotone, e preparò i primi movimenti per aprirsi. Le strade erano tornate completamente gelate e la temperatura, dopo un ritocco inspiegabile e temporaneo a –0,2°C, era nuovamente sui –1°C. L’indomani il cielo si presentava in fase di apertura, anche se metà di esso aveva cominciato ad aprirsi solo verso le 5 del mattino. La temperatura sul tetto era –3,2°C. Decisi di andare all’avanscoperta e di fare un giro prima che il sole deturpasse questo incantevole spettacolo. Erano le 7,30. Il cielo, azzurro pallido, era ormai quasi sereno. Mi recai verso le zone semi-urbanizzate a pochi km da casa mia. Il termometro della macchina precipitò a –9°C, una fitta nebbia bassa, dallo spessore di 1 metro circa, sorvola come un fantasma sulle bianche distese dei campi. Era l’apice di quella nevicata, l’apice di quel favoloso periodo durato 20 giorni.
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