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9-11 Marzo 2010: una memorabile nevicata tardo-invernale   Inserito il› 29/03/2010 17.52.40
 
 
 
 
 
 

UNA NEVICATA MARZOLINA DI NOTEVOLE IMPORTANZA

L'inverno 2009-2010, fin dall'inizio molto dinamico ed interessante dal punto di vista meteorologico, ha voluto cedere il passo alla "bella stagione" salutandoci con una nevicata importante, che rimarrà impressa nella storia climatologica locale. La "Dama Bianca" non si ripropone molto spesso nel mese di Marzo e quando ci viene a trovare, la sua visita è quasi sempre fugace e molto discreta. Quest'anno la neve marzolina si è invece davvero distinta facendo parlare di sè, per la sua durata, estensione, abbondanza, qualità...ed anche per l'epilogo un po' diverso dal solito copione, che vede quasi sempre la pioggia prendere il sopravvento cancellando pian piano il paesaggio fiabesco dell'inverno.
Ma abbandoniamo per ora i toni poetici dettati dalle emozioni, che inevitabilmente una nevicata suscita in quasi tutti noi,  e cerchiamo  invece di ricostruire quanto è esattamente avvenuto sulle nostre regioni nei tre giorni compresi tra il 9 e l'11 Marzo 2010. Il riesame comparato dei Metar emessi dai principali aeroporti del Nord-Italia evidenzia innazitutto un evento nevoso particolarmente duraturo, soprattutto se rapportato alla stagione. L'Emilia Romagna è stata senza dubbio la Regione più coinvolta dalla nevicata: i primi fiocchi sono comparsi a partire dal primo pomeriggio di Martedì 9 Marzo, per esaurirsi definitivamente soltanto nella mattinata di Giovedì 11 Marzo. Piacenza e Bologna sono stati i capoluoghi che hanno registrato a tutti gli effetti il maggior numero continuativo di ore di neve e di conseguenza anche i maggiori accumuli al suolo. A dire il vero è doveroso osservare che nelle ore centrali di Mercoledì 10 Marzo ha nevicato ovunque, ma spostandosi verso Ovest i fenomeni sono divenuti più deboli e discontinui. Ciò che impropriamente è definito "nevischio" vuole infatti rappresentare una nevicata di debole intensità che lascia tracce poco consistenti al suolo: questo è quanto accaduto ad esempio a Milano Malpensa e Torino, dove di fatto le nevicata ha perso quei connotati che invece ha continuato a mantenere sui settori meridionali e sudorientali della Pianura Padana.
L'Emilia Romagna, tradizionalmente la Regione più esposta al richiamo mite dello Scirocco, questa volta ha conservato stabilmente le proprie condizioni nevose: la pioggia ha infatti risparmiato la pianura ed è stata segnalata solo in episodi sporadici ed irrilevanti.
 
 
 
 9-11 Marzo 2010 - Fenomeni segnalati dai Metar dei principali aeroporti nel Nord Italia - Elaborazione di Bruno Grillini - FONTE: www.wunderground.com
 
 
 
 
In Lombardia la neve totale cumulata nelle 72 ore comprese tra il 9 e l'11 Marzo è diminuita in modo significativo spostandosi dai settori meridionali verso Nord, tanto da risultare del tutto assente nelle vallate più settentrionali delle Alpi. Questa distribuzione decrescente è correlata, come vedremo, alla presenza di un minimo di pressione "piuttosto basso", che se da una parte ha coinvolto in modo del tutto marginale le Alpi, dall'altra ha attirato masse d'aria umida ed instabile verso l'Appennino. Fin qui nulla di insolito nell'ambito delle configurazioni perturbate invernali, sebbene gli oltre 40 cm di neve accumulati tra il Basso Piemonte e l'Emilia siano stati davvero tanti per la prima decade di Marzo!
Neve consistente quindi laddove le precipitazioni sono risultate più abbondanti: in media 30-40 cm nel Pavese; fino a 20-30 cm nel Lodigiano, Cremonese, Bresciano e Mantovano. Accumuli piuttosto scarsi (inferiori ai 5 cm) sulla media pianura, dove si nota un vero e proprio "buco precipitativo", mentre una relativa ripresa della nevosità è osservabile tra il Varesotto ed il Comasco (10-15 cm) per il ricostituirsi dell'azione di sbarramento orografico.
La nevicata per certi aspetti è risultata "fuori dai soliti schemi", dati gli accumuli inferiori sui settori occidentali (dove in genere nelle "situazioni invernali da cuscino" è più abbondante) rispetto ai settori orientali, usualmente meno nevosi data la loro minore attitudine a conservare l'aria fredda nei bassi strati.
Il Pattern sinottico - come vedremo - ha favorito sostanzialmente una distribuzione nevosa di tipo geografico, sebbene abbia assunto una relativa importanza anche l'altimetria: l'aria fredda in quota ha permesso di non perdere nemmeno un millimetro di precipitazione equivalente in montagna, mentre in pianura, nelle zone dove le precipitazioni sono risultate più deboli, la neve è risultata decisamente più bagnata.
Nel complesso la precipitazione è risultata di buona qualità, ovvero relativamente asciutta  se rapportata alla stagione, specialmente nelle ore notturne e sulla Bassa Pianura, dove la conservazione dei fiocchi di neve è stata favorita da una maggiore intensità dei fenomeni.
L'effetto "isola di calore" si è fatto sentire nei grandi centri urbani, ostacolando decisamente l'accumulo della neve al suolo; inoltre, laddove la nuvolosità è risultata meno compatta, la radiazione solare primaverile ha contribuito ad innalzare la temperatura di quel tanto da rendere piuttosto bagnati i fiocchi di neve.
A partire dal tardo pomeriggio di Mercoledì 10, soprattutto durante le fasi di stanca delle precipitazioni, è stato segnalato qualche raro episodio di pioggia debole a Milano e nell'Interland, in Brianza, lungo la fascia rivierasca del Lario Occidentale, del Verbano e del Garda. In linea generale su tutta la Pianura Lombardia la nevicata non è terminata con l'avvento della pioggia, quanto invece con un graduale miglioramento delle condizioni del tempo.
 
 
 
 
9-11 Dicembre 2010 - Totale neve cumulata in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini - FONTE: dati rilevati della Rete di stazioni CML
 
 
 
La foto satellitare sottostante, rielaborata con i falsi colori per meglio distinguere il bianco della neve dalla sommità delle nubi, è stata scattata nella tarda mattinata di Mercoledì 11 Marzo, praticamente non appena il cielo si è aperto. Tutta la Pianura Padana è abbondantemente innevata, ad eccezione dell'Alta Pianura compresa tra Bergamo, Milano e Monza: in queste zone il manto nevoso più esiguo si è fuso rapidamente ai primi raggi di sole. La fascia Prealpina e Pedemontana sono ancora avvolte da una coltre di nubi basse, che si dissolveranno qualche ora più tardi, con l'ingresso delle correnti nordoccidentali più secche.
 
 
 
 
  11 Marzo 2010 Satellite circumpolare, immagine visibile a falsi colori: prime schiarite, neve quasi ovunque - FONTE: www.rapidfire.sci.gsfc.nasa.gov
 
 
 
Prendiamo ora spunto dall'analisi dei principali parametri meteorologici registrati in una delle nostre stazioni CML nel periodo 9/11 Marzo per valutare più accuratamente la dinamica e la portata dell'evento; uno dei "punti di osservazione a terra" più rappresentativi è offerto dalla stazione meteo di Castelunuovo Fogliani (PC), posizionata su un colle che emerge dalla Pianura Emiliana lungo l'asse Piacenza/Parma. In questa località - come in genere su tutta la Bassa Pianura - sono caduti complessivamente tra i 30-40 cm di neve, per l'esattezza 34 cm ripartiti rispettivamente nei giorni 9-10-11 Marzo in 8, 25 ed 1 cm. Il vento ha reso in alcuni casi difficile la stima quantitativa della nevicata, dai connotati di una vera e propria bufera, grazie al vento che, dalla mattinata del 9 Marzo e per quasi tutta la notte del 10, ha soffiato tra Est e NordEst con raffiche superiori ai 50 km/h. Durante tutte queste ore, come approfondiremo nell'analisi sinottica locale, le correnti hanno impattato quasi perpendicolarmente la Dorsale Appenninica, esaltando per azione orografica l'intensità dei fenomeni nevosi.
Prima delle luci dell'alba il vento è calato di intensità, mantenendosi moderato a componente lievemente sudorientale: la neve ha continuato a cadere per tutta la giornata, attenuandosi soltanto a partire dalla serata. Ultimi fiocchi nella nottata di Mercoledì 11 Marzo, quindi graduale miglioramento delle condizioni del tempo: con il definitivo allontanamento della depressione verso Est , il vento si è finalmente disposto dai quadranti occidentali attenuandosi a regime di brezza.
 
 
 
 
 9-11 Marzo 2010: Tracciato del vento - Stazione CML di Castelnuovo Fogliani-Alseno (PC) - Elaborazione: Matteo Negri
 
 
 
Ovviamente anche l'andamento termo-igrometrico assume grande importanza nel testimoniare la dinamica della nevicata, in particolare nella finestra compresa tra le ore 16 del giorno 9 e le ore 9 del giorno 11 Marzo, quando le temperature si sono mantenute negative o di pochi decimi di grado superiori allo zero. La presenza di aria particolarmente fredda, soprattutto se rapportata alla stagione avanzata, ha permesso la caduta di neve piuttosto asciutta. Entrando nei particolari possiamo considerare davvero significative le condizioni di partenza al suolo, grazie al binomio Temperatura/Dew Point dell'ordine medio di +1 °C / -7 °C che è decisamente favorevole ad una nevicata qualitativamente molto buona; con l'intensificarsi delle precipitazioni l'aria si è saturata di vapore, tanto che verso le ore 15 del giorno 9 Marzo la temperatura si è stabilizzata attorno a -1°C, mantenendosi invariata per tutta la notte e la mattinata del giorno successivo. Un relativo temporaneo riscaldamento ha portato la colonnina di mercurio su valori leggermente positivi nel pomeriggio, grazie alla discreta quantità di energia solare che inevitabilmente è filtrata attraverso le nubi, soprattutto nelle brevi "fasi di stanca" della nevicata. Al calare della sera la temperatura è infatti tornata ancora sottozero, per risalire infine in modo più significativo all'indomani, grazie al generale miglioramento del tempo. L'andamento termico "a campana" del pomeriggio del giorno 11 Marzo denota l'avanzata delle schiarite ed il ritorno di un soleggiamento piuttosto deciso: ciò nonostante l'aria si è mantenuta ancora piuttosto "frizzante" e l'estremo termico massimo, registrato verso metà pomeriggio, ha solo superato di poco i 4°C.
 
 
 
9-11 Marzo 2010: Andamento T e DP - Stazione CML di Castelnuovo Fogliani-Alseno (PC) - Elaborazione: Matteo Negri
 
 
 
Un particolare degno di nota è rappresentato dal difficoltoso "attecchimento" della neve sui "corpi neri" e sulle superficie termicamente più inerti, ancora intiepidite dal calore immagazzinato con l'energia solare assorbita nei giorni precedenti. Nelle zone della Lombardia come ad esempio la Brianza, dove le precipitazioni si sono sempre mantenute di intensità debole, le strade asfaltate e le vie lastricate in porfido "non hanno capitolato" sotto la nevicata. Nelle zone congestionate dell'Interland milanese la viabilità stradale non è stata quindi minimamente disturbata dall'arrivo della neve, nonostante le basse temperature lasciassero invece presagire un innevamento molto più uniforme. La situazione è comunque apparsa del tutto diversa nella Bassa Pianura, dove le precipitazioni intense hanno invece creato pesanti disagi negli spostamenti.
 
 
 
10 Marzo 2010 - Galgiana di Casatenovo (LC) - La neve "ha attecchito" soltanto nelle intercapedini sabbiose del fondo in porfido. Le strade asfaltate, ed in generale "i corpi più scuri" ancora tiepidi, non hanno permesso l'accumulo della neve, laddove le precipitazioni sono cadute con minore intensità, nonostante la temperatura dell'aria sotto lo zero. Autore della Foto: Bruno Grillini
 
 
 
Concludiamo la descrizione dell'evento nevoso, osservando l'immagine satellitare sottostante, scatatta il giorno 13 Marzo.
"La neve marzolina dura dalla sera alla mattina"...a dispetto del proverbio, sono trascorsi due giorni dal termine di questa memorabile nevicata, ma sotto un sole splendente ed un cielo primaverile punteggiato di "cumuli di bel tempo" l'occhio del satellite evidenzia ancora quasi tutta l'Emilia Romagna innevata. L'immagine è davvero spettacolare, in quanto si nota nitidamente tutto l'asse della Via Emilia da Piacenza a Bologna: i Capoluoghi della Pianura Emiliana adagiati vicino alla Dorsale Appenninica, hanno infatti ricevuto i più abbondanti quantitativi di neve...ed una quarantina di centimetri al suolo non si fondono certo in poche ore! Il manto bianco è rimasto anche nel Cuneese, il settore più nevoso della Val Padana: probabilmente in parte è ancora "neve vecchia" che resiste dal mese di Dicembre, a conclusione di un inverno davvero simile a quello dei tempi passati!
 
 
 
 13 Marzo 2010 Satellite circumpolare, immagine nello spettro del visibile: neve su tutta la Pianura Emiliana - FONTE: www.rapidfire.sci.gsfc.nasa.gov
 
 
 
 
 
 

INQUADRAMENTO SINOTTICO A SCALA CONTINENTALE

 
Questa grande nevicata marzolina è calata nel contesto di una massiccia irruzione di aria fredda nel Mediterraneo, probabilmente al secondo posto in termini di importanza (dopo quella dello scorso Dicembre) nell'intera stagione invernale 2009/2010. Anche questa ennesima colata di aria artica è stata favorita da un Vortice Polare (VP) costantemente disturbato da una serie di elementi concomitanti (minimo del ciclo solare, QBO negativa ed anomalie della temperatura superficiale del Nord Atlantico) presenti sin dall'inizio dell'inverno, caratterizzato da un continuo susseguirsi di scambi meridiani sul nostro Continente, intervallati soltanto da fugaci fasi di zonalità. Una nuova pulsazione ciclonica in Altantico e la conseguente spinta altopressoria dalle Azzorre verso le Isole Britanniche ha inevitabilmente innescato un'intensa azione meridiana: il Lobo Scandinavo del VP si è quindi abbassato di latitudine, inviando un intenso impulso gelido sull'Europa Centro-Orientale.
Pur comunemente parlando di una fase climatica fredda e perturbata del tardo inverno, la prima decade di Marzo 2010 è stata caratterizzata da due irruzioni di aria artica molto ravvicinate, ma tecnicamente distinte.
Il primo atto si è consumato tra il 5-6 Marzo ed è stato caratterizzato da un'azione puramente meridiana ben strutturata soprattutto in quota, grazie all'ennesimo Blocking anticiclonico delle correnti atlantiche sul nostro Continente.
A partire da Domenica 7 Marzo la cellula di alta pressione si è distesa lungo i paralleli in direzione dell'Europa Orientale, dando origine questa volta ad un'azione retrograda dalla Russia verso il Mediterraneo. L'azione fredda orientale si è mantenuta attiva per almeno quattro giorni, alimentando una profonda Depressione Mediterranea che ha coinvolto gran parte della nostra Penisola, dando luogo per l'appunto all'imponente evento nevoso sul Nord Italia.
La particolarità del quadro sinottico globale non è pertanto attribuibile di per sè alla discesa meridiana o al successivo rientro da Est - eventi piuttosto comuni nel mese di Marzo - quanto invece alla stabilità del pattern retrogrado che si è protratto eccezionalmente per diversi giorni, come non si osserva da molti anni nemmeno in pieno inverno!
 
 
 
 5-11 Marzo 2010: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas
 
 
 
Le seguenti figure focalizzano in dettaglio la natura delle masse d'aria, nonchè la strada percorsa dalle due irruzioni fredde nel raggiungere il bacino del Mediterraneo. Il primo impulso, quello che ha segnato il ritorno verso l'Inverno, è stato caratterizzato dalla discesa di un blocco di aria artica marittima (mA) originatosi a Nord delle Isole Svalbard, nell'Oceano Artico. La colata gelida ha interessato in particolare l'Europa Centro-Orientale, coinvolgendo in misura relativamente marginale la nostra Penisola, in quanto il suo cammino è stato ampiamente modulato dalla Barriera Alpina. La corrente gelida ha preferenzialmente aggirato le Alpi, scegliendo la via più comoda, offerta dalla Porta del Carso. Qualche spiffero si è spinto ad Ovest ed è penetrato attraverso la Valle del Rodano, mentre una buona parte ha scavalcato i rilievi alpini, scendendo dai valichi più accessibili sottoforma di Föhn. L'ingresso della massa d'aria artica, caratterizzata da un elevato spessore, si è manifestato da subito con un raffreddamento repentino e particolarmente sensibile sulle Alpi. La Pianura Padana è invece risultata il teatro di scontro tra il rientro umido da Est ed il canale favonico più asciutto dei settori occidentali, un contrasto che ha generato i primi episodi di diffusa instabilità (Dry Line) ed un primo importante calo della quota neve.
 
 
 
 
5 Marzo 2010: Analisi GFS isoterme e geopoteziali ad 850 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas
 
 
 
L'animazione satellitare corrispondente alla mappa sovrastante è alquanto suggestiva: si distingue la figura anticiclonica di blocco, collocata ad Ovest dell'Irlanda, laddove i corpi nuvolosi ruotano in senso orario intorno ad una vasta area di cielo sereno. Un intenso fronte freddo sul Mare del Nord punta verso le Alpi, sostenuto da una corrente portante settentrionale di estrazione artica. La "via dell'Atlantico" è ormai chiusa alle porte del Vecchio Continente, annunciando una recrudescenza importante del clima anche alle basse latitudini, nonostante la stagione ormai avanzata.
 
 
 5 Marzo 2010- Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com
Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine
 
 
 
Il secondo impulso gelido ha raggiunto la Pianura Padana a partire da Domenica 7 Marzo, attraverso una corrente orientale che si è intensificata nelle 24-48 ore successive. E' più difficoltoso questa volta definire l'esatta natura della massa d'aria, di origine sicuramente artica. L'afflusso di aria fredda avrebbe confluito sull'Europa dell'Est provenendo dall'Oceano Artico (componente marittima - mA) ed in piccola parte anche dalla Siberia Settentrionale (componente continentale - cA). La colata d'aria gelida avrebbe raffreddato rapidamente i territori della Russia, acquisendo una maggiore stabilità nei bassi strati, caratteristica delle  masse d'aria continentali. Per l'esattezza il serbatoio di aria fredda continentale (per la maggior parte costituito da ex-aria artica marittima) si sarebbe consolidato rapidamente, raffreddando in modo omogeneo tutta la colonna d'aria sia al suolo che a quote medie.
Nel ricostruire le tappe principali dell'irruzione fredda, possiamo quindi riassumere il tutto in questo modo: un primo impulso artico è giunto direttamente da Nord, mentre il secondo, altrettanto intenso, è stato deviato ad Est dalla medesima cellula anticiclonica che ha indotto le due colate di aria artica; in tal modo la seconda irruzione fredda si è in parte continentalizzata nel compiere un "percorso più lungo e tortuoso" sulla terraferma, ed infine è sfociata nel Mediterraneo Occidentale, attratta da una circolazione depressionaria in rapido approfondimento.
 
 
 
 8 Marzo 2010: Analisi GFS isoterme e geopoteziali ad 850 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas
 
 
Quanto sopra descritto è bene rappresentato dalla scansione satellitare, dove si osserva per l'appunto l'azione retrograda delle correnti. Ancora una volta la nuvolosità funge da tracciante del movimento delle masse d'aria: è rappresentativo, in questo caso, soprattutto quell'ammasso "dall'aspetto acciotolato" tra l'Austria e la Baviera che affluisce verso la Francia. Nel frattempo prende forma  un'insidiosa spirale di nubi sui mari circostanti alle Isole Baleari: si tratta, come vedremo, di quella perturbazione che entro ventiquattro ore conquisterà le nostre regioni, dando luogo all'imponente nevicata.
 
 
 
 8 Marzo 2010- Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com
Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine
 
 
Entriamo ora nel vivo della discussione attinente all'evento nevoso: focalizziamo la nostra attenzione sulla ciclogenesi mediterranea, avvalendoci delle tradizionali mappe sinottiche al suolo. L'Istituto di Meteorologia di Berlino ha battezzato il nostro ciclone extra-tropicale con il nome "Andrea". Già nel primo scatto dell'animazione, quello relativo a Lunedì 8 Marzo, possiamo riconoscere l'abbozzo della perturbazione: la ciclogenesi di "Andrea" ha preso vita al largo delle coste spagnole ed ha investito subito Barcellona, sorprendendo il Capoluogo sotto una storica nevicata. Grazie al continuo rifornimento di aria fredda proveniente dall'Europa dell'Est, la depressione si è approfondita in modo consistente ed ha raggiunto le Isole Baleari, dove nel corso della notte del 9 Marzo ha iniziato il processo di occlusione. A questo punto la depressione ha raggiunto l'apice del suo vigore (stadio di maturità) e nelle ventiquattro ore successive ha attraversato lentamente i nostri mari occidentali, superando la Corsica in direzione delle coste del Medio Tirreno. L'evoluzione della depressione è risultata piuttosto lenta:  Andrea ha iniziato il suo declino ad oltre 72 ore dalla sua nascita, ma a questo punto il fronte occluso associato - in fase di sostanziale disfacimento - aveva definitivamente abbandonato il nostro Paese.
 
 
 
8-11 Marzo 2010: Analisi sinottica al suolo - Berlin, Institut für Meteorologie - FONTE: www.met.fu-berlin.de
 
 
La traiettoria percorsa da Andrea, apparentemente sembra piuttosto "bassa" di latitudine o per lo meno la perturbazione sembra spostarsi mantenendosi troppo lontana dalla nostra Regione. Da una prima analisi sinottica continentale abbiamo dedotto che il Nord Italia è stato raggiunto "solamente" dalla ritornante del fronte occluso, mentre il fronte caldo ed il fronte freddo hanno interessato direttamente le coste del Basso Tirreno. L'azione del fronte occluso è stata tuttavia sufficiente a dare luogo ad una nevicata copiosa e persistente sulla Pianura Padana, mentre in molti altri casi - come è accaduto ad esempio lo scorso Gennaio - una "ritornante" annessa ad un minimo basso ha coinvolto solo marginalmente la nostra Regione, dando luogo talvolta a "fenomeni residui" a carattere sparso. Per potere comprendere a fondo la dinamica dell'evento è quindi necessario ricostruire gli eventi sulla base delle informazioni pervenute e/o dedotte a scala regionale: tale analisi è oggetto della seconda parte dell'articolo.
 
 
 
 
 
Succ.
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