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.: Giovedì 12 dicembre 2024
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Matteo Dei Cas |
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UNA PASQUA ANTICIPATA E FREDDA Nel 2008 la Pasqua è caduta il 23 marzo e questo di per sé è un fatto che non accade tanto di frequente. La data va ricercata, in accordo con l’antica tradizione ebraica, nel giorno del primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera. Quest’anno per l’appunto i due eventi astronomici si sono sovrapposti anticipando parecchio la data della Festività. Nella memoria dei tempi passati molti ricorderanno almeno “una Pasqua fredda” di fine marzo, un periodo questo che è spesso stato caratterizzato da frequenti scambi meridiani di masse d’aria. L’atmosfera pasquale di quest’anno in alcune zone della regione è stata vissuta come un ritorno al “vecchio stile” e questo grazie ad una discesa di aria molto fredda che ha scavato una profonda depressione sui mari circostanti alla nostra penisola. Durante il weekend di Pasqua il maltempo ha interessato a fasi alterne un po’ tutte le regioni italiane insistendo in modo particolare sui versanti tirrenici centro-meridionali e sulle isole maggiori. Sulle regioni settentrionali – in particolar modo sul Piemonte – l’elemento predominante è stato ancora una volta il Föhn. Il vento di caduta dalle Alpi ha trasportato aria gradualmente più fredda i cui effetti si sono fatti sentire maggiormente in quota. La fase di maltempo è iniziata nel pomeriggio di venerdì 21 marzo per poi risolversi completamente solo nella serata di lunedì 24 marzo. Dall’immagine meteosat si può notare l’impianto della depressione (con minimo sulla Danimarca) che è alimentata da un’imponente colata di aria artica marittima proveniente dalla Groenlandia. L’immagine è quanto mai interessante anche a livello locale: sono evidenti lo sfondamento del fronte freddo sulla regione alpina, le schiarite da Föhn e la formazione di un minimo orografico sull’Emilia Romagna. | Air Mass Analysis sull'Europa relativa a venerdì 21 marzo 2008 alle ore 19 locali - FONTE: www.eumetsat.int Su gran parte dell’Italia il fine settimana di Pasqua è stato quindi generalmente molto perturbato. La Lombardia ha invece risentito quasi costantemente di un effetto favonico richiamato da una depressione orografica con valori minimi fino a 985 hPa. La ventilazione settentrionale si è interrotta solo a cavallo tra sabato e domenica, quando un temporaneo cambio di circolazione ha permesso la comparsa della “Dama Bianca”. | UN EVENTO INATTESO E LOCALIZZATO Nella notte qualche colpo di tuono sulla Brianza ha annunciato l'arrivo della perturbazione accompagnata da un'ulteriore discesa della temperatura. Nella mattinata di Pasqua è caduta la neve, localizzandosi sulla fascia prealpina e pedemontana a Nord di una linea Como-Lecco-Bergamo. L’episodio si è concluso ovunque entro mezzogiorno, dando spazio ad ampie schiarite e ad un ritorno del föhn in tarda serata. Le mappe – realizzate da B. Grillini sulla base esclusiva dei dati della rete CML – riassumono l’evento dal punto di vista pluviometrico e termico. Le nevicate hanno interessato il Triangolo Lariano e l’Alta Brianza ed in misura maggiore le prealpi lecchesi e bergamasche. L’accumulo al suolo è stato proporzionale alla quota altimetrica, superando i 20 cm in Valsassina e sulle Orobie. | 23 marzo 2008 - Distribuzione della nevicata in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML Sui settori pianeggianti è invece prevalsa la pioggia, debole e diffusa su gran parte del territorio, con accumuli inferiori ai 5 mm. L’andamento delle isoiete cresce a ridosso dei rilievi montuosi, ricalcando in questo modo l’evento nevoso. L’accumulo pluviometrico più importante si è verificato nel lecchese grazie ad un contributo a carattere convettivo. Le zone alpine più settentrionali, in particolare quelle dell’Alta Valtellina, trovandosi al riparo dalle correnti sudorientali sono rimaste in ombra pluviometrica. | 23 marzo 2008 - Accumuli pluviometrici in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML Si è trattato, come ovvio aspettarsi in questa stagione, di una nevicata altimetrica che ha prodotto accumuli apprezzabili oltre i 300 metri di quota. In montagna sopra gli 800 metri, come testimoniato dalla foto scattata in Valsassina a Barzio (LC), la neve ha superato il ragguardevole accumulo di 25 cm. | 23 marzo 2008 in tarda mattinata - Barzio (LC) mt. 770 slm - fitta nevicata con importanti accumuli al suolo - Foto di Adriano Plati L’intensità delle precipitazioni, a locale carattere convettivo, ha favorito la comparsa della neve, di cui è stata complice anche una colonna d’aria resa relativamente secca dal föhn della giornata precedente. La presenza dei monti ha forzato la salita della massa d’aria umida e potenzialmente instabile. E’ quanto accaduto a titolo di esempio sull’avamposto brianzolo del Triangolo Lariano, un fatto che ho personalmente constatato lungo il tragitto Erba-Cantù. La nevicata ha perso consistenza progressivamente allontanandosi dalla dorsale montuosa Boletto-Bolettone. Nelle vicinanze di Erba - alla quota di 360 metri - la neve cadeva a larghe falde, alternando fasi di stanca ad intensi rovesci. | 23 marzo 2008 ore 10.48 - Anzano al Parco (CO) - Fitto rovescio di neve bagnata - Foto di Matteo Dei Cas Ad Alzate Brianza continuava a nevicare intensamente: in aperta campagna ho potuto osservare il maggiore accumulo (poco più di 3 cm) incontrato lungo il mio percorso. | 23 marzo 2008 ore 10.54 - Alzate Brianza (CO) - Il maggiore accumulo osservato nel tragitto da Erba a Cantù - Foto di Matteo Dei Cas Superando i colli in direzione di Cantù nel giro di pochi minuti ha smesso di nevicare e sono comparse ampie schiarite. Ho potuto osservare in località Fecchio accumuli piuttosto scarsi proprio in una zona in cui spesso ristagnano al suolo delle sacche di aria fredda. Questo si può spiegare solo con il decremento di intensità della nevicata giustificabile dall’allontanamento dai rilievi montuosi. | 23 marzo 2008 ore 11.10- Cantù Fecchio (CO) - Ampie schiarite - Scarso accumulo di neve in rapida fusione - Foto di Matteo Dei Cas La località di Alzate Brianza rappresenta quindi un esempio del “limite dalla nevicata produttiva”. Per questa ragione ho voluto analizzare l’andamento termoigrometrico registrato dalla stazione della nostra rete CML. La temperatura ha toccato 0°C con un DewPoint di -2°C verso le 10 di mattina quando la nevicata ha raggiunto la massima intensità. Pur in presenza di una colonna d’aria ormai quasi satura di vapore acqueo, la neve ha raggiunto il suolo con uno zero termico a circa 800 metri ed un’isoterma media di -2°C a 1250 metri. E’ stata proprio l’intensità stessa della precipitazione a raffreddare per sottrazione di calore latente la colonna d'aria fino al suolo. In questo modo il fiocco di neve si è conservato pressoché integro anche durante l'attraversamento di uno strato profondo 500 metri con isoterme positive: un fatto che, nelle “nevicate primaverili”, non è tanto insolito. | 23 marzo 2008 - Andamento della Temperatura e del Punto di rugiada - Alzate Brianza (CO) - rete CML Stazione meteorologica di Giuseppe Aceti - Elaborazione di Matteo Negri Nel pomeriggio le schiarite ed il forte soleggiamento hanno fuso completamente la neve con una temperatura massima non superiore ad 8°C. Come potete vedere dal crollo del DewPoint, in tarda serata è ricomparso il vento di caduta che ha caratterizzato gran parte della giornata successiva. Su gran parte della regione si è comunque verificato un graduale calo termico, più sensibile in montagna. Il freddo si è propagato nei bassi strati mascherato da un effetto favonico che si è attenuato nella serata di Pasquetta, permettendo una notevole flessione delle temperature. Prima di mezzanotte, così come nella mattinata di martedì 25 marzo in diverse località, riparate dalle brezze notturne, si è costituita un’inversione termica al suolo. Nel Varesotto e nel Comasco le temperature hanno raggiunto valori di -5°/-4°C, permanendo per diverse ore al di sotto dello 0°C. | 24 marzo 2008 - Temperature minime in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML Le gelate tardive hanno conquistato anche buona parte della pianura del Pavese, del Cremonese e del Lodigiano. Le temperature minime negative si sono ripresentate, anche se in modo più sporadico, nella successiva nottata di mercoledì. Ciò ha creato qualche danno alle fioriture degli alberi da frutto. | - Per consultare le tabelle riassuntive degli estremi meteorologici più significativi accedere alla PAGINA ARCHIVIO - Per approfondire la situazione meteorologica a scala continentale e locale proseguire alla 2a PARTE DELL'ARTICOLO |
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