Buona giornata a tutti i meteoappassionati e ben ritrovati con una nuova edizione della "Prima Pagina".
Siamo entrati nella terza decade di novembre e il passaggio verso l'inverno meteorologico si approssima sempre più, di conseguenza anche le condizioni del tempo assumono naturalmente connotati tipici della stagione fredda. Nonostante l'assenza di afflussi di aria particolarmente fredda la particolare conformazione della Pianura Padana, un catino circondato su tre lati da montagne alte anche più di 4000 metri, permette di "autoprodurre" il freddo nei bassi strati grazie al fenomeno dell'inversione termica. Di fatto brevi incursioni di aria fredda in quota aggirano la barriera alpina, non potendola attraversare data l'elevata altitudine, entrando dalla porta della bora a est o attraverso la valle del Rodano a ovest consentendo all'aria fredda di sedimentare man mano nei bassi strati durante le nottate con cielo sereno grazie all'aumento delle ore di buio. Ovviamente è un freddo pellicolare che caratterizza i primi metri al di sopra del suolo ma capace di generare temperature molto più basse rispetto agli strati superiori, spesso favorito anche dalla presenza di dense foschie o strati nebbiosi. In queste condizioni le temperature possono scendere intorno allo zero o andare anche in negativo di qualche grado.
Al di là delle considerazioni microclimatiche la settimana a livello meteorologico non ha riservato grandi emozioni sul territorio lombardo salvo due episodi di favonio piuttosto turbolento che hanno colpito la fascia alpina e prealpina con raffiche fino a 100 km/h nelle giornate di lunedì 13 e ieri, domenica 19. Annessa a questa situazione da rilevare nevicate da sfondamento sui crinali alpini settentrionali e nella vallata di Livigno che, a differenza delle altre zone lombarde, risulta generosamente innevata fino a fondovalle nonostante la stagione invernale sia solo agli albori.
Allargando però l'orizzonte meteorologico al di fuori del territorio lombardo possiamo sottolineare due eventi particolari ed interessantii.
Lunedì 13 mentre in Lombardia si assisteva ad una giornata soleggiata, tersa e limpida in Emilia Romagna si assisteva a copiose nevicate fino a quote di pianura. Una struttura di bassa pressione centrata sul Tirreno convogliava contemporaneamente sul territorio Emiliano masse d'aria umida nei bassi strati da sud-est foriere di precipitazioni intense mentre a quote superiori aria fredda di origine artico-marittima contribuiva all'invorticamento delle masse nuvolose e veniva letteralmente sospinta verso il basso dalle precipitazioni intense provocando un drastico calo della temperatura e della quota neve fino in pianura con diversi centimetri di dama bianca segnalati anche a Bologna.
Nell'ultimo fine settimana invece abbiamo assistito alla genesi nel Mar Ionio di un "medicane" ovvero di una struttura di bassa pressione "a cuore caldo" del tutto simile, pur con le dovute proporzioni e intensità, ai grandi cicloni tropicali che colpiscono le isole caraibiche e le coste americane sud-orientali.
Curioso notare come i due sistemi siano di fatto l'uno - il Medicane - l'evoluzione dell'altro - la bassa pressione tirrenica di inizio settimana.
Strutture di questo tipo, ben evidenziata dall'immagine a corredo, non sono frequenti ma nemmeno eccezionali e si caratterizzano per il classico occhio centrale che costituisce il minimo barico della circolazione depressionaria attorno al quale si invorticano le nubi convettive foriere di precipitazioni intense e potenzialmente critiche per i fragili territori delle coste Mediterranee, certamente non avvezze a sopportare grandi quantità di pioggia in poche ore come spesso succede in questi casi; in mare aperto invece la criticità maggiore è rappresentata dai forti venti che possono superare agevolmente i 100 km/h e raggiungere anche i 150/160 km/h.
Tornando alle vicende meteorologiche della nostra regione, la settimana proseguirà in modo abbastanza regolare e senza fenomeni particolari. In pianura nottetempo si avrà lo sviluppo di foschie e banchi di nebbia con temperature minime prossime allo zero o leggermente negative nelle conche e nelle brughiere, le zone dove l'inversione termica "lavora" maggiormente in questo periodo dell'anno. Durante il giorno al di sopra dello strato nebbioso si avranno giornate soleggiate e limpide con temperature massime ancora abbastanza miti.
Da verificare invece con le future emissioni dei modelli numerici di previsione il tempo del prossimo fine settimana quando potrebbe - ma il condizionale è d'obbligo - esserci un peggioramento del tempo.
L'appuntamento con la nuova edizione della Prima Pagina è invece per il prossimo fine settimana.
Livio Perego - Staff CML