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.: Giovedì 28 settembre 2023
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Alessandro Bonvegna |
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Nel presente articolo viene analizzato il passaggio temporalesco del 13/10/2014 nella bassa padovana occidentale; utilizzando il materiale a nostra disposizione, cercheremo di capire se si sia trattato di tornado o di un violento downburst. Situazione generale: sull’Italia centro-meridionale è presente un cuneo di alta pressione nord-africana con valori termici di tutto rispetto per il mese di ottobre: abbiamo l’isoterma +20°C a 850hpa (1300/1400 metri di quota s.l.m.) nelle estreme regioni meridionali e Sardegna, mediamente una +14/+16 al centro Italia e una +12/+13 al settentrione: valori, dunque, più tipici di fine agosto/inizio settembre e anomali per la seconda decade di ottobre, specie se pensiamo che durante l’estate 2014 abbiamo avuto quasi costantemente isoterme al di sotto della media 1980-2010 alla stessa quota, come ben evidenziato dal nostro articolo di re-analisi: http://www.centrometeolombardo.com/content.asp?ContentId=6539 | 12 ottobre 2014 - Ondata di caldo al centro-sud Italia: situazione a 850hpa – Fonte: www.centrometeo.com | Le condizioni meteo si presentano miti e molto umide nella bassa padovana già dai primi giorni di ottobre: se l’anticiclone africano favorisce subsidenza marcata durante l’estate, con aria molto calda e secca negli strati atmosferici prossimi al suolo, in un mese autunnale come ottobre tale afflusso di aria calda tende a “galleggiare” al di sopra di una certa quota, mentre al di sotto della stessa si creano le prime deboli inversioni termiche, con aria quasi a saturazione ma non certo fresca. Ai primi di ottobre si era già verificato un debole temporale tra Montagnana ed Este, con evidente sabbia mischiata alle precipitazioni, segnale di correnti calde nord-africane; solitamente, un temporale con annesse precipitazioni miste a sabbia, non porta un cambiamento termo-igrometrico significativo al seguito, ed è da intendersi come un campanello d’allarme in caso di successivo passaggio di fronte freddo o meglio ancora di confluenza tra masse d’aria differenti. Abbiamo a disposizione i valori termici e igrometrici rilevati a Verona dal giorno 8 al 12 ottobre: DATA T.min T.max u.r. media 08/10 | 15 °C | 20 °C | 86 % | 09/10 | 17 °C | 21 °C | 88 % | 10/10 | 16 °C | 23 °C | 81 % | 11/10 | 18 °C | 23 °C | 80 % | 12/10 | 15 °C | 23 °C | 82 % | In particolare l’umidità relativa media è piuttosto elevata e mai sotto l’80%; osservando le temperature minime e massime si possono intuire punti di rugiada (dew point) abbastanza elevati per la stagione. A 500hpa si nota il seguente disegno barico: saccatura atlantica tra Francia e Spagna che richiama un cuneo di alta pressione nord-africana su centro-sud Italia, con il nord-est ancora (13 ottobre, ore 24) sotto correnti a lieve curvatura anticiclonica, ma già territorio di confluenza tra la cupola anticiclonica e le più fresche correnti atlantiche in entrata dal mediterraneo occidentale. |  Di conseguenza, sempre nella notte tra il 12 e il 13 ottobre, abbiamo la massima espansione verso nord dell’isoterma (estiva) +14°C a 850hpa, che riesce ad inglobare tutto il nord-est italiano.
| 13 ottobre 2014. Isoterme a 850hpa nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 2014 – Fonte: www.centrometeo.com |
La linea di confluenza è già ben visibile a metà giornata del 13, con alcune celle temporalesche in transito dalla Liguria/alta Toscana verso il nord-est, delimitando un confine abbastanza netto tra quello che può essere il ramo inferiore della corrente a getto e le velature cirriformi tipiche dell’avvezione calda nord-africana in atto da meridione; il fronte instabile scorre dal ponente ligure al Friuli, come si vede bene qui sotto: |
13 ottobre 2014. Satellite meteo nel primo pomeriggio del 13/10/2014. Fonte: www.sat24.com | Situazione venti in prossimità del suolo, sempre a metà giornata: notare i vettori da sud/sud-est sull’Italia fino al nord-est, e l’accelerazione delle correnti occidentali/sud-occidentali ad ovest della Liguria e della Corsica: la zona da cui si origina l’instabilità è proprio il mar ligure.
| 13 ottobre 2014. Direzione e intensità dei venti in prossimità del suolo – Fonte: www.centrometeo.com
| Da metà pomeriggio vi è la formazione di cellule temporalesche notevoli, in moto sud-ovest/nord-est, di cui la più importante si verifica proprio in Veneto; una vera e propria supercella, con all’interno delle “gravity waves” (onde di gravità atmosferiche) particolarmente pronunciate: il fenomeno, oltre a fare da trigger per le formazioni temporalesche, interessa la troposfera fino a circa 11 km di altezza, trasportando grandi quantità di energia nei livelli superiori dell’atmosfera. Si ipotizzano, per la creazione di tali onde, continue accelerazioni e rallentamenti delle correnti alle varie quote, pur mantenendo di fatto il medesimo spostamento – nel nostro caso – della cella temporalesca; l’onda ha infatti un effetto perturbatore sull’atmosfera: l’unico vincolo è che il tratto di troposfera interessato dall’onda sia condizionalmente instabile: gli impulsi convettivi generati nascono e crescono in brevissimi lassi di tempo, generando così violente tempeste che, organizzate in bande, si muovono lungo la direzione di propagazione dell’onda (nel nostro caso mediamente ovest-est) |  13 ottobre 2014. Animazione satellitare del pomeriggio sul Nord Italia: cluster temporaleschi molto pronunciati. Fonte: www.sat24.com | Purtroppo, l’unica scansione radar che abbiamo a disposizione vede il core della supercella già alle porte di Padova (quindi la zona immediatamente a sud dei colli euganei, in particolare Este, è stata colpita in precedenza). Si vede un V-notch non molto pronunciato (ciò è coerente con il fatto che al suolo non si è mai presentato un inflow teso, anzi, si è verificata calma di vento assoluta o al più debolissima brezza orientale prima della supercella), mentre non è presente il classico eco a uncino, che darebbe la quasi totale certezza di manifestazioni tornadiche. E' tuttavia probabile che la scansione radar nella zona di Este fosse diversa.
La classificazione temporalesca, in generale, non è semplice in mancanza di segnali distintivi evidenti. In uno scenario analogo a quello descritto nel presente articolo sono di norma più probabili sistemi a multicella, che prendono vita in seno a un forte gradiente termico verticale, a cui si associano correnti discendenti altrettanto intense. Quest'ultime spingono il "gust front" (fronte di raffica) parecchi km “in avanti” rispetto all'asse del cumulonembo, disturbando con questo meccanismo la conservazione dell'equilibrio inflow/outflow (correnti ascedenti/discendenti) del cumulonembo, limitandone quindi l'organizzazione mesociclonica. E' noto tuttavia che alcune celle temporalesche possono manifestare ugualmente caratteri supercellulari pur in presenza di windshear relativamente modesti. Osservando l’evoluzione satellitare di tutto il sistema temporalesco del 13 ottobre – soprattutto la lunga vita degli updraft nonché la transitoria deviazione "verso destra" della traiettoria proprio in prossimità della Bassa padovana – propendiamo quindi per una breve evoluzione supercellulare del sistema attorno alle 14-15 UTC.
|  13 ottobre 2014 ore 17 locali, Radar Arpav: supercella in arrivo a Padova – Fonte: Arpa Veneto |
La zona interessata da danni generici: va dalla zona est di Ospedaletto Euganeo (5/6 km a sud-ovest dei colli euganei) sino alla periferia occidentale di Monselice; la zona che ha registrato i danni maggiori e più tipicamente da passaggio tornadico o violentissimo downburst è compresa in una striscia ovest-est, partendo dalla zona ovest di Este e proseguendo verso est/nord-est parallelamente ai colli euganei sino all’imbocco di Valle San Giorgio (Baone) – in tutto quest’ultima zona percorre circa 6/7 km in linea d’aria, non di più. | 13 ottobre 2014. Zone interessate dai danni | Veniamo ai danni: nella foto sottostante potete osservare Villa Ca’ Borini a Baone, prima e dopo la supercella: abbiamo evidenziato in rosso la direzione di caduta degli alberi, che non è uniforme, anche se ciò da solo non dà assolutamente per certo il passaggio di un tornado. | 13 ottobre 2014. Villa Ca’ Borini (Baone) prima e dopo, in particolare notare gli alberi caduti | Nelle immagini seguenti possiamo vedere altre devastazioni: mura sbriciolate, alberi attorcigliati o sollevati dalle radici | 13 ottobre 2014. Altri danni dopo il passaggio temporalesco. | Spulciando sul web – a dir la verità – si trova una foto relativa al “presunto” tornado oggetto di questa trattazione, ma non si capisce da dove sia scattata la foto e il puntamento è verso l’alto quindi, vista così, potrebbe benissimo immortalare un funnel isolato e indipendente dal passaggio principale (la foto doveva inoltre essere scattata in senso orizzontale).
| 13 ottobre 2014 il "presunto" tornado; Fonte: Alessandro Bonvegna |
Dai racconti relativi ai minuti che precedono la violenza dei fenomeni sono emersi due particolari: - l’assoluta calma di vento, una calma quasi “sinistra” - il rabbuiarsi come fosse sera tardi In casi come questi è obiettivamente molto arduo stabilire se si sia trattato con assoluta certezza di un tornado o di un violentissimo e improvviso downburst. Ciò che è certo, al di là della “nomenclatura esatta” del fenomeno, è la caratteristica e la portata di un tale evento fuori stagione! Conclusione: Stiamo osservando – anche in Lombardia – una sempre maggior propensione a temporali perfino nel pieno della stagione invernale: date le condizioni climatiche sempre più calde (e umide, specie nei bassi strati dell’atmosfera) di questi ultimi anni, non stupiamoci se in tali particolari condizioni possa essersi generato un vero “mostro” supercellulare a metà ottobre!
| Alessandro Bonvegna
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