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Temperatura: 8.9°C
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Stazioni a norma   Inserito il› 01/01/2006
Aggiornato il› 01/01/2006

La stazione meteorologica deve sorgere in luogo piano e libero, e se possibile, il suolo deve essere ricoperto da un tappeto erboso da cui vanno eliminate erbacce e cespugli.

Il taglio della copertura erbosa deve essere frequente all'interno ed intorno al recinto in modo da mantenere l'erba uniformemente bassa; l'erba tagliata deve essere asportata per evitare l'effetto pacciamante della stessa e le conseguenti modificazioni del regime di temperatura ed umidità del terreno (OMM, 1983).

Dal punto di vista meteorologico deve essere invece garantita la rappresentatività rispetto alle condizioni meteorologiche del territorio oggetto di studio. E' per tale ragione che si devono evitare zone soggette ad accumulo di masse d' aria fredda (fondovalli stretti ecc...), aree prossime a stagni, a paludi o fontanili, specialmente se ad allagamento temporaneo, e le localizzazioni in aree sottoposte ad inondazioni frequenti.

Va inoltre curata con molta attenzione la taratura degli strumenti, mediante uno strumento campione oppure controllando i propri valori con quelli della più vicina stazione meteo (che potrà anche essere amatoriale, purché a norma OMM).

Una stazione meteorologica può essere: extraurbana, se presente in un territorio lontano dai centri urbani (anche piccoli) posta su erba a una altezza tra 1.60m e 2.00m o urbana se posta nei centri urbani, sia che sia posta su erba sempre ad una altezza tra 1.60m e 2.00m, che all'infuori di balconi (sconsigliamo di averle all'interno!) o su terrazzi.

Qui sotto si riporta una tabella con indicati i tempi di controllo della taratura degli strumenti (OMM, 1983).

Strumento

Tempo

Termometri

6 mesi

Igrometri

1 mese

Barometri

1 mese

Pluviometri

6 mesi

Anemometri

1 anno

 

-Stazioni extraurbane

- La posizione dei sensori

La capannina a persiana (vedi sotto come costruirsene una a norma) è una delle due soluzioni e si basa sul principio della ventilazione naturale. E' sempre costruita in modo da creare un involucro a temperatura uniforme: la stessa dell'aria esterna. Le dimensioni scelte e la struttura della capannina dovranno ridurre quanto più possibile la capacità termica (cioè l'inerzia che la capannina presenta alle variazioni di temperatura) e lasciare ampio spazio fra strumenti e pareti. La capannina va dipinta dentro e fuori con pittura bianca non igroscopica (pittura bianca per esterni + olio di lino cotto).

La libera circolazione dell'aria attraverso la capannina aiuta la temperatura interna ad adeguarsi rapidamente alle variazioni della temperatura ambientale e consente al termometro di seguire le variazioni di temperatura dell'aria ambiente più rapidamente che se fossero operanti solo scambi radiativi.

La migliore condizione di esposizione per la capannina ed i termometri è quella sopra il livello del suolo erboso (tra 1,60m e 2,00m - il nostro consiglio è 1.80m o poco più, ma non meno), con la capannina liberamente esposta al sole e al vento e non riparata o circondata da alberi, edifici o altri ostacoli (Conrad, 1944).

La capannina dovrebbe essere posta in modo che il sole non colpisca i termometri direttamente quando la porta è aperta per eseguire le osservazioni (quindi esposizione della porta di apertura a nord).La capannina deve essere realizzata con materiale resistente (legno o plastica) ed essere ben ancorata al terreno. Altra soluzione (migliore) è lo schermo solare, a cui vi rimandiamo sotto.

- Termometria

Il problema principale (Eredia, 1916) che presenta il termometro a mercurio è quello dello spostamento dello zero. Infatti anche nei termometri ben costruiti la posizione dello zero presenta con il tempo un lieve spostamento, dovuto ad una lenta modificazione di struttura che subisce il bulbo dopo essere stato soffiato alla lampada dal costruttore: essa non si arresta con ritorno allo stato termico normale. Siffatto restringimento è ragguardevole nei primi mesi di costruzione; dopo continua in misura più limitata e cessa del tutto dopo diversi anni. Per ridurre al minimo le cause di errore che possono provenire dallo spostamento dello zero è consigliabile verificare lo zero. E' necessario effettuare una verifica almeno 2 volte l'anno, ma l'osservatore dovrà ripeterla tutte le volte che il termometro è esposto a ragguardevoli escursioni termiche (>20°C).

Dato un termometro, praticamente è necessario accertarsi se il punto fisso zero sia al suo posto. Per tale verifica si adopera un recipiente metallico col fondo terminato ad imbuto, sospeso ad un sostegno, dentro cui si mette del ghiaccio precedentemente lavato con acqua distillata o piovana e ridotto in minutissimi frantumi, o della neve ben pulita.

Nella massa di ghiaccio o di neve si pratica un foro entro cui si fa penetrare il bulbo del termometro e la parte graduata al di sopra dello zero; il ghiaccio si comprime leggermente attorno al termometro affinché sia ben sicuro il contatto fra termometro e ghiaccio. Dopo un quarto d'ora circa si farà la lettura definitiva. Se l'estremità del mercurio si trova in corrispondenza della graduazione zero, vorrà dire che il termometro è esatto: se ciò non avviene, il valore dello scostamento indicherà l'errore o spostamento dello zero, e tale valore, preso con segno contrario, costituisce la correzione al termometro.

Esempio: dopo aver fatto una determinazione dello zero ho ottenuto che lo scostamento è di 1°C al di sopra dello zero, la correzione sarà di -1°C. Tale correzione va apportata a tutte le letture eseguite dopo questa determinazione.

Naturalmente ciò che è stato detto sopra vale solo per i termometri a mercurio, in genere per i termometri digitali non è necessario fare questo controllo, in quanto non sono soggetti a tale errore. Bisogna però porre molta cura e attenzione nella loro manutenzione e pulizia, in quanto termometri sporchi e non attentamente curati potrebbero introdurre errori di misura sistematici nelle temperature (come è riportato in qualsiasi manuale d' istruzioni accluso ad un comune termometro digitale).Un guasto che spesso accade nei termometri (Eredia, 1916) a mercurio per effetto di urti ricevuti nel trasportarli è quello dello spezzarsi della colonnina di mercurio in una o più parti staccate dal mercurio che sta nel bulbo. Il più delle volte per operare il ricongiungimento basta riscaldare leggermente il mercurio del bulbo fino a raggiungere la porzione staccata. Oppure si può tenere chiuso il bulbo nel pugno, e battere con questo ripetute volte su di un tavolo, con il termometro sempre in posizione verticale; allora le parti staccate scendono a riunirsi con il mercurio del bulbo. Oppure si può ricorrere all'azione della forza centrifuga: e a tale scopo si attacca all'estremità superiore del termometro un robusto spago lungo 30-40 cm, e poi tenendo in mano l'altro capo di esso, si fa ruotare rapidamente il termometro attraverso l'aria. In tali condizioni la porzione staccata viene respinta dal centro di rotazione verso la periferia, e così si ricongiunge col resto del mercurio.

Nel caso, non tanto frequente, che vi siano delle bollicine d' aria che interrompano la colonna del mercurio, l'anzidetto procedimento rende non sempre facile il ricongiungimento, e conviene allora procedere nel seguente modo:

- Si riscalda debolmente il bulbo del termometro (conviene immergerlo dentro un recipiente contenente acqua riscaldata con una fiamma sottostante) fino a che la porzione di mercurio staccata e l'estremità della colonnina rimasta, spostandosi lungo la graduazione, giungano a penetrare in quel piccolo serbatoio o rigonfiamento con cui ordinariamente termina il cannello all'interno. Quando ciò si sarà verificato, si estrae velocemente il termometro dall'acqua calda, e mantenendolo verticale, gli si dà una brusca scossa; allora la bollicina d' aria sale nella parte superiore del rigonfiamento e ha luogo il ricongiungimento del mercurio; quindi per il sopravvenuto raffreddamento il filo di mercurio si ritira.

Un altro errore possibile durante la lettura delle temperature è quello di parallasse (Eredia, 1916). Per apprezzare il valore della graduazione occorre guardare normalmente alla scala in modo che il raggio visuale passi tangente alla superficie libera dell'estremità superiore della colonnina di mercurio.

Un altro inconveniente molto frequente con il passare del tempo è quello dell'annerimento della graduazione sui termometri (Eredia, 1916). Per ridare il nero si strofina la graduazione con un pannolino intriso di inchiostro da stampa, oppure di nerofumo o inchiostro di china stemperato con un po' di essenza di trementina. Dopo poco si pulisce il tubo con un altro pannolino asciutto; allora l'inchiostro o il nerofumo penetrato nei solchi della graduazione rimane, mentre quello aderente alla superficie liscia del vetro scompare.

Altre cause d'errore che qui vengono solo elencate per brevità e perché meno importanti possono essere dovute alle variazioni termiche sotto lo zero che possono influenzare la viscosità e la volatilità dell'alcool, a bolle gassose (e vale quanto detto in precedenza) o ad impurità dell'alcool, oppure alle scosse del vento sul termometro a minima (soprattutto se questo è molto inclinato). Tutte queste cause d'errore riguardano in particolare il termometro a mercurio a minima (Eredia, 1916).

l'OMM consiglia l'uso di termometri esposti all'aria libera (a resistenza o termocoppia) dotati di elementi sensibili con reazione all'irraggiamento molto ridotta (OMM,1983).

- Pluviometria

Possibili cause d'errore nella misurazione delle precipitazioni acquee (OMM, 1983) possono essere:

- eventuali ostacoli (alberi, edifici o altro) che non dovrebbero circondare la bocca del pluviometro ad una distanza almeno di 2-4 volte la loro altezza sopra la bocca del pluviometro stesso. E' da notare inoltre che la vicinanza di alberi oltre a costituire ostacolo può causare con la caduta accidentale di foglie e rametti l'ostruzione parziale della bocca tarata dando errori nella registrazione della pioggia. A ciò si può ovviare eventualmente ponendo al di sopra della bocca tarata del pluviometro una rete metallica a maglia fine (tipo quelle che si usano per il fornello da campeggio) che dovrà essere ben ancorata allo strumento;

- aree in pendenza o su falde di tetti dovrebbero essere evitate. Gli effetti dell'inclinazione di un versante sul rilievo pluviometrico è grossa (può introdurre sottostime o sovrastime variabili tra il 10 e l'82%);

- la superficie attorno alla stazione pluviometrica può essere coperta da erba corta (rasata spesso) o da ghiaietto o sassi; superfici dure e piatte come ad esempio spiazzi di cemento, dovrebbero essere evitate per prevenire un eccesso di spruzzi nell'apertura del pluviometro se questo è posto ad un livello prossimo al suolo;

- acqua che bagna le pareti senza cadere nell'interno dello strumento;

- gocce che rimbalzano sulle pareti dell'imbuto senza entrare;

- gocce che gelano al contatto con l'apparecchio se la sua temperatura è al di sotto dello zero.

I pluviometri, i pluviografi o gli apparecchi elettronici per la misurazione delle precipitazioni acquee non necessitano di particolari accorgimenti per la taratura o per il controllo delle misurazioni, dopo che sono stati accuratamente tarati. Tuttavia si consiglia di effettuare controlli periodici almeno 2 volte l'anno con apparecchi posti nelle immediate vicinanze della stazione. Il periodo per effettuare controlli potrebbe essere quello autunnale o invernale, quando in Italia si verificano frequentemente piogge diffuse ed omogenee su vaste aree (precipitazioni da fronti caldi).

Attenzione:è sconsigliabile effettuare misure di controllo nel periodo estivo o durante precipitazioni temporalesche, in quanto anche su piccole distanze le precipitazioni possono variare moltissimo.

I siti scelti per la misurazione della copertura nevosa dovrebbero essere in aree protette dal vento il più possibile. I luoghi migliori si trovano spesso in radure dentro a foreste o frutteti, piantagioni, in mezzo ad alberi, boscaglie o macchie arbustive o dove altri ostacoli agiscono come efficaci frangivento in tutte le direzioni. La misurazione dovrà inoltre essere effettuata su di una superficie piana, dove non vi siano buche o avvallamenti.

Un buon metodo per la misurazione della neve (soprattutto se si è in città) è quello di costruire una tavola di legno rettangolare, munita di un' asta verticale graduata. La neve che cadrà sulla tavola determinerà lo spessore che potrà essere agevolmente misurato con l'asta verticale graduata.

-Igrometria

 

L'OMM consiglia l'uso degli psicrometri a ventilazione forzata (OMM, 1983), però in mancanza di questi va bene l'igrometro"a capelli", che presenta il vantaggio di essere facilmente trasportato (Eredia, 1916) e di essere sempre pronto per le determinazioni. Per controllare la taratura dell 'igrometro di Mounier (o"a capelli") è necessario effettuare ogni mese un controllo periodico con uno psicrometro (se è disponibile), scegliendo un' opportuna situazione meteorologica (in genere una giornata anticiclonica va bene, non vi deve essere però nebbia o correnti secche da nord). Se non è possibile effettuare un controllo con uno psicrometro di una vicina stazione meteo o campione, si può controllare l'accuratezza dell'igrometro a capelli inumidendo ben bene un panno o uno straccio. Si avvolge poi lo strumento con tutto il panno inumidito e dopo 30 minuti si controlla se lo strumento segna un valore del 100%. Se il valore indicato è differente si agisce sulla vite di regolazione che si trova sulla parte inferiore dello strumento portando il valore dell'umidità a quello di saturazione.

Si raccomanda di curare con la massima attenzione la manutenzione e l'utilizzo dell'igrometro, in quanto uno strumento sporco dà misure errate. Esso ha una buona sensibilità per le medie ed alte umidità relative (dal 30 al 92% circa), scarsa per basse ed altissime umidità relative. E' consigliabile per la misurazione dell'umidità relativa avere uno psicrometro ed un igrometro.

Per quanto riguarda lo psicrometro è indispensabile usare acqua distillata (acqua che non contenga sali disciolti, i quali altererebbero le condizioni d' evaporazione). Il valore delle letture dipende principalmente dalla giusta bagnatura della mussolina. Quando l'aria è calda e secca vi è il pericolo che l'acqua evapori rapidamente, e la mussola ridiventi asciutta prima della fine dell'osservazione; nel tempo freddo e umido, gocce d' acqua possono condensarsi sul bulbo stesso del termometro asciutto, nel qual caso bisogna tenere il termometro prima di mettere in azione il ventilatore. Entrambi i difetti rendono troppo alte le temperature e devono essere evitati.

Grande attenzione bisogna usarei allorquando le temperature scendono sotto lo zero. In quest' ultimo caso, per ottenere risultati soddisfacenti, il bulbo del termometro bagnato deve restare coperto da un sottile strato di ghiaccio, dal quale l'evaporazione ha luogo come avviene dall'acqua. E' perciò necessario bagnare leggermente la mussola con acqua freddissima 10 o 15 minuti prima di osservare. Dopo aver inumidito la mussola, la temperatura rimane stazionaria al punto di solidificazione fino a che tutta l'acqua sia stata trasformata in ghiaccio, e poi comincia gradualmente a discendere fino a raggiungere il vero valore.Nessuna lettura deve essere annotata prima che la temperatura del bulbo bagnato sia discesa al di sotto di quella del termometro asciutto e sia diventata stazionaria.L'acqua adoperata deve essere prossima alla temperatura di solidificazione, altrimenti richiede, per raffreddarsi, un tempo più lungo.

Anche nel caso della bassa temperatura, si deve adoperare tanta poca acqua quanta è sufficiente per inumidire tutta la mussola; mettendone in eccesso, non solamente cresce il tempo di attesa, ma si forma sul termometro uno strato spesso di ghiaccio, il quale diminuisce l'esattezza delle letture.Per determinare dalla lettura dei due termometri (bagnato ed asciutto) l'umidità dell'aria esistono le tabelle psicrometriche o software dedicati che tengono anche conto della pressione atmosferica (che è l'altro parametro che controlla insieme alla temperatura l'umidità atmosferica).

Occorre infine ricordare che l'OMM consiglia per gli psicrometri ventilati la collocazione ad altezze di almeno 50 cm al di sopra del suolo o dello strato di vegetazione densa.

Per quanto riguarda gli igrografi vale quanto detto per gli igrometri.

Un buon metodo per la misura della distribuzione dell'umidità negli strati più prossimi al suolo è tuttavia quello consistente nell'utilizzare sensori di tipo termo-elettrico, termometri elettrici secchi ed umidi o termocoppie collocati entro protezioni a doppio cilindro ventilato (Maracchi et alii, 1984).

- Anemometri

A causa degli effetti dell'attrito, la velocità del vento può variare considerevolmente fra i primi 10 metri sopra il terreno e le quote superiori.l'altezza standard per l'esposizione degli anemometri sulla terraferma con terreno libero è di 10 metri dal suolo (OMM, 1983). Per terreno libero si intende un' area dove la distanza tra l'anemometro e qualsiasi ostacolo sia come minimo 8-10 volte l'altezza dell'ostacolo stesso. Particolari accorgimenti devono essere messi in atto per tenere gli anemometri liberi dal ghiaccio e dal nevischio.Per l'anemometro Robinson o"a coppe", il modello più diffuso, non è necessario eseguire controlli di taratura. Si consiglia però di controllare ogni anno la validità delle misure con uno strumento campione o con i valori della più vicina stazione meteo durante un' opportuna situazione meteorologica (ad esempio durante una giornata con vento teso e costante). Non è opportuno verificare i valori di misura dell'anemometro durante giornate favoniche, in quanto tale vento varia in intensità da luogo a luogo per effetti dovuti alla topografia o al riscaldamento locale.

Per quanto riguarda la determinazione della direzione del vento si raccomanda di trovare con esattezza, mediante bussola, i punti cardinali del luogo dove si trova l'anemoscopio o la banderuola. Per esso non occorrono verifiche di taratura, si raccomanda però la manutenzione e la pulizia dello strumento.

Nella foto l'anemometro presso l'Oss. Meteo di Casnate (CO)

- Pressione Atmosferica


l'OMM raccomanda l'uso di barometri a mercurio di alta precisione (barometro Fortin). I barometri sono gli unici strumenti che possono essere tenuti anche all 'interno degli edifici, sempre evitando l'esposizione al sole o la vicinanza ad un termosifone, in quanto le variazioni termiche disturbano la corretta misura della pressione. In mancanza dei barometri a mercurio si possono usare efficacemente i barometri aneroidi, a patto che vengano tarati e controllati periodicamente (ogni mese), in quanto sono soggetti a frequenti starature. Per ricalibrare il barometro aneroide si può telefonare al più vicino osservatorio meteorologico (anche il CML fornisce questo servizio) chiedendo la pressione atmosferica al livello del mare (QNH) in una giornata di pressione livellata, e regolando il valore con l'apposita vite di regolazione posta sul retro dello strumento. Oppure si può confrontare la propria misura con quella della più vicina stazione meteo oppure con uno strumento campione. I valori misurati non dovrebbero differire di 1-2 hPa al massimo. Si raccomanda di usare l'hPa (misura della pressione nel Sistema Metrico Internazionale). I barometri elettronici, invece, non presentano tali inconvenienti e la loro misura è sufficientemente esatta nel tempo, si consiglia comunque di controllare le misure ogni anno durante opportune situazioni meteorologiche (anticicloni stagnanti con valori di pressione livellata in tutte le località dei dintorni).

I barografi non presentano generalmente gli inconvenienti dei barometri aneroidi, in quanto posseggono un numero maggiore di capsule metalliche che ne aumenta il grado di attendibilità. Si consiglia comunque di controllare le misure ogni anno.

Tutti i barometri presi in esame (ad eccezione di quelli a mercurio) non presentano particolari problemi di manutenzione.

-Stazioni urbane

- Termometria

Fatte salve le condizioni indicate per le stazioni extraurbane, per le stazioni urbane si dovrà collocare i termometri in capannina o in schermo solare posti su di un balcone (all'esterno, possibilmente) o un terrazzo terrazzo, ad almeno 1m di distanza dalla parete più vicina (Eredia, 1916). Inoltre, essa dovrà stare verso il lato più aperto e ventilato con l'apertura della porta rivolta verso nord.

E' utile anche porre al di sotto della capannina un prato erboso artificiale di 3m X 3 m oppure un pannello di poliuretano espanso (un ottimo isolante, Burroughs et alii, 1998).

In ogni caso i termometri non dovranno trovarsi esposti direttamente all'irraggiamento solare o alle precipitazioni o ad altre radiazioni solari dirette ed indirette che possano alterare la misura della temperatura (OMM, 1983).

L'altezza dei termometri non deve superare i 10 metri (Santomauro, 1968), perché i dati siano paragonabili a quelli misurati a 1.80m (sia in ambito urbano che extraurbano).


- Igrometria

Vale quanto detto sopra per le stazioni extraurbane.

- Pressione atmosferica

Vale quanto detto sopra per le stazioni extraurbane.

- Pluviometria

Vale quanto detto sopra per le stazioni extraurbane.

Nei centri urbani misurare la giusta quantità di pioggia caduta è molto difficile per via dei palazzi. Prestare la massima attenzione a dove si pone il pluviometro cercando di metterlo il più lontano possibile dagli ostacoli.

Presso l'Oss. meteo di Milano Lorenteggio è stato verificato che un pluviometro posto 2,00m lontani dai muri di un palazzo di 4 piani con vento calmo o debole in qualunque direzione, la pluviometria è pari a 0,0/-0,4mm rispetto un pluviometro posto nelle vicinanze a campo aperto, dove è pari a 0,0mm con vento calmo o sopravvento, e 0,0/-0,4mm con vento quasi moderato sottovento.

Quando il vento è moderato-forte sopravvento, lo scarto è pari a 0,0/-0,4mm (come uno normale a campo aperto), mentre sottovento sottostimerà maggiormente quanto più intenso sarà il vento"normale" e minore saranno i "vortici" che si formano solitamente quando impattano su un palazzo e che normalmente fanno cadere la pioggia con la direzione opposta della direzione normale del vento.

- Anemometri

Valgono le indicazioni date in precedenza.

Qualora l'anemometro non si trovi all'altezza standard (10 metri) per qualsiasi motivo e si vuole la misura la velocità a pari a 10m si può calcolare la velocità del vento con la seguente formula (Naegeli, 1954):

Vh = V10 (0.233 + 0.656 log (h + 4.75))

che permette di trovare la velocità del vento per una qualsiasi altezza. In cui Vh è la velocità del vento all'altezza che si vuole conoscere, V10 è la velocità del vento a 10 metri, log è in base dieci, h è l'altezza dal suolo espressa in metri. Si osserva inoltre che Vh non potrà mai essere maggiore di V10.

Esempio pratico

Voglio conoscere qual è la velocità del vento a 10 metri, sapendo che essa è di 25 km/h a 15 metri.

Dalla formula trovo, dopo semplici passaggi, che la velocità del vento a 15 metri è di 23,1 km/h.

Ecco come:

V15 = V10 * [0.233 + 0.656 log (15 + 4.75)]

= V10* [0.233 + 0.656 log 19.75]
= V10 [0.233 + 0.656 * 1.29557]
=V10* (0.233 + 0.858)
= V10 * 1.083 da cui:

V10 = V15/1.083 = 25/1.083 = 23,1 km/h

A cura di Stefano Nava - Oss. meteo di Monza (MI) - Centro Meteo Lombardo

- La capannina meteorologica - a cura di Andrea Bosoni

- Come costruirne una a norma O.M.M.

Per la costruzione di una capannina meteorologica vanno seguite regole precise in quanto essa serve per rilevare temperatura e umidità di un determinato luogo, parametri fondamentali in meteorologia.

Regole generali

  1. Essa va posta ad un' altezza compresa tra 1,60m e i 2,00m dal suolo (meglio se tra 1,80m e 2,00m).
  2. Il terreno sottostante deve essere se possibile erboso, non va assolutamente posta sul cemento o sul nudo terreno. In caso di stazione urbana, meglio metterla a 5m che a 2,00m ma sul cemento!!!
  3. La capannina deve essere costruita solo con legno o plastica e obbligatoriamente dipinta di bianco sia all'interno che all'esterno con vernice bianca non igroscopica.
  4. In caso non si abbia a disposizione un giardino può essere messa su un balcone, possibilmente all'esterno di esso ad almeno 1m dalle pareti della casa.
  5. Tutte le pareti della capannina per una perfetta aerazione devono essere costruite a persiana in modo da far passare l'aria e non i raggi del sole!
  6. l'apertura per consentire il controllo degli strumenti posti all'interno deve essere posta verso nord, dove non batte mai il sole!
  7. La capannina, nelle stazioni extraurbane, va posta in un luogo (se si tratta di un giardino) ben areato e comunque non all'ombra; è indispensabile infatti che essa prenda i raggi solari per buona parte della giornata, almeno durante le ore centrali (dalle 12 alle 17 possibilmente).
  8. Gli eventuali muri devono trovarsi ad almeno 2m dalla capannina (anche 1m in caso di stazioni urbane, ma noi consigliamo sempre almeno 2m).
  9. Non va posta assolutamente sotto gli alberi, in vicinanza di fonti di calore, fontanili, impianti per l'irrigazione automatica, su cemento, zone più basse delle circostanti, o pendii; i valori risulteranno falsati!

Essa può essere considerata urbana o extraurbana, a seconda della posizione della stazione. Una stazione posta in un centro abitato (anche paese) priva di ampi spazi erbosi sottostanti (quindi anche quando è posta all'esterno di balconi), viene considerata URBANA. Viceversa, quando la stazione è posta su campi aperti su erba tra 1.60m e 2.00m (meglio sui 1.80m/2.00m) è considerata EXTRAURBANA. Solo la stazione urbana, nel pieno centro cittadino, con stazione troppo vicino ai muri (attorno al metro o peggio, meno o dentro balconi), non devono prendere sole, perché il valore sarebbe falsato dal riscaldamento dei muri del centro. In tutti gli altri casi, ricordiamo, deve prendere il sole, quantomeno nelle ore centrali della giornata!

- Lo schermo solare - a cura di Antonio Marioni e Gianfranco De Gaetani

- Cos'è, come funziona e ... come eventualmente costruirsene uno

Una valida alternativa al posizionamento dei sensori nella capannina meteorologica è senza dubbio la loro collocazione nello schermo solare. Meno ingombrante della sua sorella maggiore"antica", lo schermo sta entrando in uso nelle stazioni meteorologiche della rete di rilevamento moderno. La sua funzionalità è la stessa della capannina, ma decisamente migliore! Di forma tondeggiante cilindrica o rettangolare smussato, è costituito da più pannelli (solitamente 8, negli ultimi tempo anche a 4, ma noi consigliamo sempre 6-8 piattini) di materiale isolante al calore (il riscaldamento si limita al primo pannello superiore senza influenzare il resto!) distanziati l'uno dall'altro quanto basta per garantire una buona circolazione dell'aria superiore alla capannina e contemporaneamente fare ombra al pannello sottostante. La parte inferiore è chiusa in modo tale da impedire alle radiazioni indirette (provenienti dal terreno o da superfici riflettenti) di influenzare le misurazioni. Le caratteristiche di posizionamento standard sono identiche a quelle della capannina (vedi il pezzo sopradi A. Bosoni).

Esiste la possibilità di costruirne"fai da te" i quali, testati, danno buoni risultati, ma MAI paria quelli originali realizzati con materiali speciali che non si riscalda! (ad esempio con degli imbuti di diametro attorno ai 30 cm sovrapposti l'uno con l'altro e spruzzati di vernice bianca termoisolante).

Lo schermo solare è di recente diffusione, anche perché, con l'arrivo di strumentazioni elettroniche, lo spazio occupato dalle apparecchiature si è notevolmente ridotto. All'interno vengono solitamente riposti termometro e igrometro. La forma a tettuccio dei pannelli permette un completo isolamento diretto dalle intemperie, impedendo alla pioggia di penetrare sui sensori. Solo in caso di forti nevicate bisogna tenere sotto controllo le fessure affinché rimangano libere da accumuli di ghiaccio o neve. Le sue dimensioni standard sono all'incirca queste: 20 / 22 cm di larghezza; 15 / 18 cm di altezza e 15 / 18 cm di profondità.

La nuova frontiera meteorologica ha previsto l'introduzione anche di uno schermi"aspiranti", dotato di aspiratore che garantisce una continua ventilazione al suo interno (la lettura dei valori così si perfeziona ulteriormente durante le secche e calde giornate estive, ma si tratta sempre di decimi).

Il vantaggio dello schermo, come già accennato sopra, sta nel fatto che il suo minimo ingombro permette l'installazione in zone particolarmente sfavorevoli e consente una registrazione di dati notevolmente più precisa della vecchia capannina.

Molto importante è la sua costante pulizia da agenti esterni (ragnatele e insetti) e soprattutto dalla polvere che si deposita con il passare dei giorni sulla parte esterna e che riduce il potere di riflessione dello schermo. La pulizia va effettuata con un fazzoletto appena umido, senza detergenti chimici soprattutto, e poi immediatamente asciugato con uno straccio asciutto. Questi sono accorgimenti banali ma indispensabili per una buona rilevazione e perché le misurazioni risultino il più uniformi possibili.

Nella rete del Centro Meteorologico Lombardo sono attualmente utilizzati sia gli schermi solari, sia le capannine meteo, ma stiamo, dove possibile, sostituendo le vecchie capannine con schermi solari perché i dati risultano più precisi.

Quindi, se dovessimo consigliarvi se costruirvi o comprarvi una capannina o costruirvi o comprarvi uno schermo solare, vi consiglieremmo senz' altro di comprarvi uno schermo solare... dormire tranquilli di avere una stazione a norma O.M.M. (se posizionato correttamente!) e con dati attendibili come le più costose apparecchiature professionali (che spesso non hanno neppure dati così precisi per diversi motivi).

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