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Temperatura: 5.4°C
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Quando l’avvezione da Est arriva da Ovest (o da Sud): un caso di microclimatologia lecchese   Inserito il› 06/06/2009 20.26.57
 
 
 
 

INTRODUZIONE

Scopo del presente lavoro è illustrare una particolarità del microclima lecchese meridionale, partendo da un caso molto didattico: quello del pomeriggio del 27 Maggio 2009.
La situazione sinottica continentale era, a dire il vero, inquadrabile in un tipo di tempo abbastanza comune: correnti Nordoccidentali contro l'Arco Alpino. Un'Alta Pressione si estendeva fin verso la Slovenia disponendo i suoi massimi oltralpe, mentre in particolare sul Nord-Ovest italiano continuavano a spirare correnti secche Nordoccidentali, richiamate dalla tipica depressione orografica nel catino padano. Venti da Nord-Est allora scorrevano sul bordo orientale dell’anticiclone irrompendo in Pianura Padana.
La massa d'aria si comportava quindi come un'onda che da una parte scavalca uno scoglio, mentre dall'altra lo aggira più lentamente.

27 Maggio 2009 ore 12Z - Analisi GFS al suolo ed alla superficie di 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de


27 Maggio 2009 ore 15Z - Previsione BOLAM della Pressione al suolo - FONTE: www.meteoliguria.it
 
 

SINOTTICA A MESOSCALA

Il modello non idrostatico MOLOCH ci mostra, nella carta della temperatura al suolo correlata con i vettori di direzione e intensità dei venti a 10m delle ore 15z, come l’entrata dei venti orientali scalzi repentinamente e con un certo abbassamento termico la ventilazione settentrionale, invorticandosi leggermente attorno alle Prealpi Bresciane e puntando il Lecchese da Sud-Est. Nel punto di massima curvatura del flusso, esattamente sull’estremità Sud del Lago di Garda, si è prodotto un violento temporale multicellulare dovuto al contrasto tra masse d’aria differenti, che ha poi seguito una traiettoria verso Sud-Ovest la cui descrizione però esula dallo scopo della presente analisi.

27 Maggio 2009 ore 15Z - Previsione MOLOCH Vento e Temperature al suolo - FONTE: www.meteoliguria.it
 

L’elaborazione successiva, quella delle 18z, mostra come le correnti da Est (o Sud-Est) abbiano ormai conquistato tutto il catino padano, ma nelle valli e, in particolare sul lecchese settentrionale, si abbiano ancora correnti da Nord che non saranno inibite dall’avvezione considerata.

27 Maggio 2009 ore 18Z - Previsione MOLOCH Vento e Temperature al suolo - FONTE: www.meteoliguria.it
 

La mappa delle temperature potenziali con vettori di vento a circa 1500 metri (850hPa) delle 15z evidenzia la differenza termo-igrometrica tra le due masse d’aria in gioco. Infatti, ricordo, tali temperature non risentono degli spostamenti verticali associati al moto del fluido in zone turbolente o attorno ad ostacoli come, ad esempio le nostre Alpi. L’aria più secca e favonica ha colorazione blu, quella umida in entrata è verde.

27 Maggio 2009 ore 15Z - Previsione MOLOCH Vento e THETA alla superficie di 850 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it

 
La mappa delle 18z a una quota ancora più elevata: 700hPa (circa 3000 metri), mostra come le correnti settentrionali scorrano ancora indisturbate. Questo introduce un parametro fondamentale sul tipo di aria entrata: lo spessore. L’avvezione orientale ha sempre spessore limitato perché porta aria fredda che è più pesante di quella calda e “striscia” al suolo. A 700hPa non è entrata alcuna corrente da Est.

27 Maggio 2009 ore 18Z - Previsione MOLOCH Vento e Temperatura alla superficie di 700 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it
 
 


 

OSSERVAZIONE VISIVA DELL'EVENTO

Scendiamo ora ad una scala locale e concentriamo la nostra attenzione sul lecchese meridionale.
Chi vi scrive quel pomeriggio era sul Monte Barro, rilievo calcareo-dolomico prospiciente la città di Lecco alto solamente 912 metri, ma punto di osservazione di qualità eccezionale per quanto riguarda il lecchese meridionale e la Pianura Padana, in particolare quella Occidentale. Ho potuto così assistere all’avanzata delle correnti orientali e immortalarle perché molto evidenti nel cielo. Ne ho tratto spunti molto interessanti sul microclima della zona in caso di avvezione orientale che stanno per essere evidenziati.
L’irruzione, molto spettacolare perché evidentissima sul background favonico, si è delineata all’orizzonte verso le 16.45 a Sud-Sud-Est e, abbastanza velocemente, ha guadagnato territorio risalendo verso Nord. Si noti come le correnti settentrionali, incontrando quelle orientali, producano immediatamente cumulogenesi per contrasto. La crescita di tali cumuli è però subito inibita dal fatto che le prime, raggiunta la sommità dell’avvezione, continueranno scorrendoci sopra.

Ore 16.51 - Una linea di cumuli in rapida crescita annuncia il cambiamento di pattern

 
Verso le 17.00, le correnti a questo punto Sud-Orientali, approcciano i rilievi della Brianza lecchese che, pur avendo un altitudine massima nel M. Crocione con soli 877m, fungono da barriera orografica perché lo spessore della massa d’aria è davvero limitato: circa 500-700 metri.

Ore 17.06: l’avvezione in primis viene fermata dai rilievi della brianza lecchese
ed è costretta a farsi largo verso Ovest girando attorno ad essi.

 
Ore 17.15: il flusso principale è costretto a dividersi in due canali principali: quello della Val San Martino / lecchese che prenderà direzione Sud-Nord e uno “oggionese”.

Ore 17.17: la separazione del flusso nei due canali principali

 
Il flusso della Val San Martino risale da Sud verso Lecco incanalandosi e prendendo velocità per effetto Venturi. Quello “oggionese”, prima di raggiungere i laghi brianzoli, deve fare un lungo giro attorno ai rilievi e poi puntare verso Nord-Est.
Alle 17.30, Lecco è già sotto l’aria più umida che fu orientale giunta da Sud, invece, sull’altra sponda del lario, Valmadrera (LC) è ancora in attesa dell’avvezione. Il canale che ha raggiunto Lecco non può più procedere né a Nord (barriera orografica del Monte Coltignone), né a Ovest essendo la superficie del lago ancora battuta da possenti correnti settentrionali di compressione adiabatica e quindi si ferma. Lentamente girerà a Ovest cercando di risalire verso la Valsassina.

Lecco (destra) è ormai stata raggiunta dal cambiamento di circolazione, il Lario è ancora battuto
dalle correnti settentrionali, mentre Valmadrera (sinistra) è in attesa.

 
Valmadrera e Malgrate saranno le ultime località raggiunta dalle correnti orientali, che entreranno da Sud-Ovest dopo essere passate sull’oggionese e aver girato anche intorno al Monte Barro, anch’esso troppo alto in primis per essere scavalcato.

 
 
 

RICOSTRUZIONE DELL'EVENTO

Vi propongo una ricostruzione animata ottenuta con Google Earth sulla base delle fotografie che ho scattato. Il Monte Barro è il primo rilievo al centro della scena:

Ore 17-17.30 locali - Frame animato dell'ingresso da Est nel Lecchese - Rielaborazione su base Google Earth

 
Altre due elaborazioni digitali riassuntive della microcircolazione vista dall'alto:

Ore 16.45 - 17.30 - Il rientro da SudEst lungo la Brianza Lecchese


Ore 17 - 17.30 - Particolare della separazione del flusso a ridosso della Dorsale M.te Crocione/M.te Barro
 


 

CONCLUSIONI

Questo è solo uno dei molti esempi di come la meteorologia dei modelli si traduca nell'atmosfera reale. Ci sono fenomeni più spettacolari e ci sono quelli che lo sono meno, ma la semplice osservazione e il porsi degli interrogativi su ciò che si vede, molte volte valgono come ore passate sui libri cercando di immaginare la situazione in astratto. Ovviamente, per godere con piena visuale di questi fenomeni, è sempre bene trovare un'area rialzata con la vista più ampia possibile, quindi la meteorologia che possiamo chiamare "visiva" va spesso d'accordo con la montagna. C'è comunque sempre da considerare una possibilità di errore da parte dei modelli o della nostra interpretazione: l'importante è imparare a leggere anche i segnali che l'atmosfera ci lancia (e ne lancia parecchi) per avvisarci di quello che sta per accadere.
 
 
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