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13 Settembre 2008: una goccia fredda “demolisce” l’estate italiana   Inserito il› 18/09/2008 22.35.22
 
 
 
 
 
 

LA FASE DI MALTEMPO CHE HA SEGNATO LA FINE DELL'ESTATE 2008

Piogge torrenziali accompagnate da qualche tuono e sensibile calo della temperatura: questi sono i classici fenomeni annessi alle perturbazioni che, entro le prime due decadi del mese di settembre, segnano  la fine dell'estate meteorologica. Il nome scelto per descrivere la definitiva rottura della stagione estiva è per l'appunto "Tempesta equinoziale" e si riferisce all'azione instabilizzante delle prime irruzioni fredde meridiane sulle acque tiepide del Mediterraneo. La fine dell'estate 2008 ha seguito questa tradizione: la fase perturbata di Sabato 13 settembre ha infatti bruscamente interrotto un'estate dal connotato caldo e siccitoso in molte regioni di Italia. Una stagione che ha visto divisa in due anche la Lombardia, in particolare sul piano pluviometrico, con un importante squilibrio tra le Alpi e la Bassa Pianura Padana. 
 
 
 

UNA PARTICOLARE DISTRIBUZIONE DELLE PIOGGE IN LOMBARDIA

Sebbene questa fase di maltempo sia stata definita "generalizzata", tuttavia  le piogge non hanno coperto in modo del tutto uniforme il territorio lombardo. A tale proposito possiamo riesaminare la distribuzione delle precipitazioni sulla nostra Regione con l'ausilio della seguente mappa, elaborata da B. Grillini sulla base esclusiva dei dati rilevati dalla rete di stazioni CML. Le precipitazioni questa volta si sono ripresentate, anche se non in modo omogeneo, su tutta la Regione: le stazioni della nostra Rete che non hanno registrato nemmeno una traccia piovosa si contano sulle dita di una mano. E' quanto mai evidente un accumulo pluviometrico significativo distribuito lungo un asse orientato da SudEst tra il Mantovano ed il Comasco. La banda di precipitazioni si è autorigenerata per oltre 6 ore attraversando le provincie di Brescia, Bergamo e Lecco con valori giornalieri in media attorno ai 50 mm. Piogge che comunque sono risultate più abbondanti per effetto di sbarramento  a ridosso dei rilievi esposti alle correnti meridionali (Staü) e quindi la Valle Camonica, l'intero crinale delle Orobie, la Valsassina ed il Sottoceneri. In alcune di queste zone è stato raggiunto o superato l'accumulo di 100 mm nelle 24 ore. Le piogge si sono ripresentate sulla pianura mantovana come non accadeva da diversi mesi raggiungendo in addirittura in una giornata un quinto della pioggia caduta a partire da inizio anno! E' il caso ad esempio di Mantova Pompilio che ha registrato il record di questo evento con ben 136 mm di accumulo giornaliero. La rilevanza di questo evento ha quindi toccato questa volta l'estremo lembo sudorientale della Regione, mentre le rimanenti zone hanno beneficiato di una pioggia che comunque si è presentata in diversi episodi nel corso dell'Estate. I temporali più intensi sono tornati ancora una volta a visitare le "Pianure dell'Ovest" e questo lo possiamo identificare nella traccia dei due massimi relativi di accumulo nel Pavese occidentale. Nel complesso le precipitazioni hanno quindi seguito una particolare distribuzione simile alla linea di un arco con gli estremi ai due poli opposti della Lombardia. Questo andamento, come vedremo nel corso dell'articolo, ha seguito la risalita di un fronte depressionario incernierato sul Piemonte. Un tipo di circolazione ciclonica che si è protratta per tutta la giornata, escludendo quasi totalmente dai fenomeni la Pianura Cremonese, Lodigiana e l'Oltrepò Pavese. Le stesse zone circostanti Milano hanno registrato accumuli notevolmente differenti anche a distanza di pochi chilometri. Questo è quanto accaduto nell'area situata a Nord dell'aeroporto di Linate che è rimasta "isolata chirurgicamente" dal maltempo. Una discrepanza tanto importante di accumulo tra punti così vicini (poco più della lunghezza di una pista di volo) trova l'unica spiegazione nella tipologia della pioggia. L'evento è stato infatti caratterizzato nella quasi totalità da precipitazioni di natura convettiva.
 
 
 13 Settembre 2008 - Accumuli pluviometrici in Lombardia - Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete stazioni CML
 
 
 
La seguente mappa, rielaborata sulla base dei dati CESI-SIRF, evidenzia la tempistica e la distribuzione delle fulminazioni in Lombardia correlando positivamente l'attività elettrica con l'entità dei nuclei precipitativi. Possiamo notare infatti le isoiete corrispondenti ai massimi relativi laddove le si concentrano maggiormente le scariche elettriche. Questo a ragione di una intensa piovosità che si è protratta su gran parte del nostro territorio rigenerandosi fino metà pomeriggio. I primi temporali si sono manifestati nella notte sul Sottoceneri in un letto di intense correnti meridionali. Nella mattinata è comparsa la grandine nella cintura urbana di Como, mentre quasi contemporaneamente sul Mantovano prendeva corpo l'intenso canale rigenerante che ha attraversato diagonalmente tutta la Regione. La banda nuvolosa costituita da cumulonembi affogati in una estesa coltre di nembostrati si è manifestata con un susseguirsi di rovesci temporaleschi intervallati da relative fasi di "stanca" in un contesto comunque piuttosto tranquillo. Al contrario sul Pavese Occidentale si è manifestata nel tardo pomeriggio una tipologia di fenomeni  del tutto diversa. In queste zone infatti, dopo una giornata che ha lasciato spazio ad ampie schiarite assolate, il cielo si è improvvisamente popolato di una serie di celle temporalesche. Tra Voghera, Garlasco ed Ottobiano sono stati infatti segnalati temporali di forte intensità accompagnati da grandine di medie dimensioni e forti raffiche di vento: uno scenario questo somigliante ancora ad un tardo pomeriggio di fine estate.
 
 
 13 Settembre 2008 - Mappa fuliminazioni sovrapposta ad isoiete in Lombardia 
Elaborazione di Bruno Grillini sulla base dei dati della rete CESI-SIRF e CML
 
 
 

UN CALO TERMICO DEL TIPICO AUTUNNO

La rottura estiva è stata ovviamente caratterizzata anche da un sensibile calo termico che ha portato le temperature nelle giornata di martedì 16 Settembre a raggiungere bruscamente valori degni del mese di ottobre. Il discorso vale soprattutto per l'abbassamento delle temperature notturne, favorite dal rasserenamento del cielo e dalla progressiva stabilizzazione della colonna d'aria. Con l'allontanamento della perturbazione l'aria fredda si è stratificata vicino al suolo proprio come avviene dopo le irruzioni fredde invernali. Possiamo osservare i valori minimi più significativi (suddivisi per provincia) nella tabella sottostante, che ho compilato sulla base dei dati registrati dalla Rete delle nostre stazioni. Il primato del freddo spetta ovviamente alle stazioni valtellinesi di Livigno e Santa Caterina Valfruva che hanno registrato la prima minima negativa dell'autunno meteorologico. Nelle località di montagna le temperature diurne sono rimaste piuttosto contenute, al contrario di quanto avvenuto in bassa quota dove l'escursione termica in alcuni casi ha superato i 15°C. Il soleggiamento settembrino, ancora piuttosto energico, è riuscito infatti a riscaldare in modo efficiente le zone pianeggianti spezzando le inversioni termiche. Un fatto questo che non si verifica nelle "condizioni classiche da cuscinetto" del tardo autunno e dell'inverno.
 
 
 16 Settembre 2008 - Temperature minime più siginificative nelle dodici provincie della Lombardia
Elaborazione di Matteo Dei Cas sulla base dei dati della rete stazioni CML
 
 
 
 
 

LA GOCCIA FREDDA ATLANTICA: LONTANA PARENTE DI UN CICLONE TROPICALE

Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno può accadere che un ciclone tropicale caraibico riesca ad entrare nella fascia delle Westerlies Nordatlantiche per comparire declassato a depressione delle medie latitudini sullo scenario europeo. E’ quanto accaduto per esempio ad “Hanna” che, come potete vedere dalla sinottica relativa a giovedì 11 settembre, è stata inglobata dalla depressione d’Islanda. Questo è indice di un vortice polare che inizia a farsi più attivo e profondo, premessa per l’appunto del colpo decisivo nel cuore del Mediterraneo degno di un inizio di autunno. Una vera e propria rottura della quiete della fascia di pressione alta e livellata che aveva prolungato l’estate italiana per tutta la prima decade di settembre.
 
 
  13 Settembre 2008 - Analisi sinottica al suolo - Berlin, Institut für Meteorologie - FONTE: www.met.fu-berlin.de
 
 
 

La seguente animazione a scala continentale riuscirà ad illustrare meglio la dinamica del peggioramento, che tra l’altro era stato inquadrato con relativa precisione sul medio termine dai principali modelli matematici. Una dinamica complessa che ha visto tra l’altro la presenza di un robusto anticiclone a cuore caldo sulla Scandinavia, responsabile delle prime colate di  aria artica marittima verso la Russia ed i Paesi Danubiani. Il cedimento della pressione sull’Europa dell’Est avrebbe a sua volta assottigliato ed indebolito la fascia anticiclonica azzorriano-scandinava, spezzando temporaneamente quella linea nota come Asse di Wejkoff. In questo modo la goccia fredda, staccatasi dalla depressione d’Islanda, sarebbe riuscita ad entrare come in un tunnel nell’alta pressione fino ad attraversare tutta la nostra Penisola.

 
 
 11-15 Settembre 2008 - Analisi GFS pressione al suolo e geopotenziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de
 
 
 
L’azione dell’impulso freddo oceanico (aria Polare Marittima) sull’Italia  ha seguito la classica traiettoria di un ingresso dal Rodano con la formazione di una depressione sul Mar Ligure di Ponente. La dinamica della ciclogenesi è stata ricostruita nell’animazione relativa ai movimenti delle isolinee della temperatura pseudopotenziale (THETA) a circa 1500 metri di quota. Questo parametro è di valida utilità nel riconoscere i sistemi frontali della depressione. Nella notte di Sabato 13 settembre l’entrata dell’aria fredda dal Golfo del Leone ha intensificato la spinta verso Nord dell’aria calda subtropicale che ristagnava già da qualche giorno sul Mediterraneo. Nella nottata il fronte caldo ha superato le Alpi trascinando quel carico di energia termica potenzialmente instabile che ha dato luogo ai primi temporali ad innesco orografico sulla fascia prealpina centro-occidentale. Alle prime luci dell’alba la il centro ciclonico ha iniziato ad approfondirsi. Il fronte freddo ha raggiunto la Sardegna per dirigersi rapidamente verso le Coste Tirreniche, innescando intensi temporali sul mare. Sulla Pianura Padana si è invece costituito il settore caldo della depressione, che nei mesi estivi è spesso caratterizzato da aria potenzialmente instabile e da moti convettivi. In tarda mattinata è iniziato il processo di occlusione a carattere freddo, reso evidente nell’animazione dalla progressiva riduzione del settore caldo (giallo) della depressione.
 
 
 13 Settembre 2008 - Analisi GFS THETA a 850 hPa e pressione al suolo - FONTE: www.wetterzentrale.de
 
 
 
 

Il minimo depressionario ha iniziato al colmarsi nella notte di Domenica 14 settembre. Nel suo lento movimento verso la Corsica e l’Alto Tirreno ha coinvolto tutta la Penisola, innescando alcune linee di instabilità responsabili dei temporali che hanno colpito la Calabria e la Sicilia. Anche in queste regioni il tempo ha quindi subito un importante guasto, come possiamo vedere nella seguente fotografia satellitare. Un sistema depressionario comunque in lenta evoluzione, caratterizzato per diverse ore da un ampia ritornante del fronte occluso, ha regalato una Domenica fredda e piovigginosa su gran parte della Pianura Padana.

 
 
 14 Settembre 2008 ora locale 10.30 - Dettaglio Italia Meteosat nel visibile - FONTE: www.sat24.com
 
 
Un peggioramento dovuto ad un ingresso freddo dalla Porta del Rodano, in gergo detto anche "Rodanata", è sempre molto affascinante in quanto gli effetti a scala locale sono prettamente annessi alla precisa collocazione e spostamento del minimo depressionario. Ogni volta quindi possono presentarsi tipologie di fenomeni differenti: analizziamo quanto accaduto sulla Lombardia durante questo evento.
  
 
 

LOMBARDIA: NON LONTANA DAL NOCCIOLO FREDDO

Premesso il favorevole substrato termo-igrometrico che si era creato nei giorni precedenti grazie al richiamo di masse d’aria di origine subtropicale, l'innesco di questa fase di maltempo è sopraggiunto proprio grazie all'azione della goccia fredda. Le nostre regioni si sono trovate in prossimità del "cardine" della depressione e questo ha per l’appunto permesso di ritrovare sulla Lombardia quasi contemporaneamente due diverse tipologie di precipitazioni in moto retrogrado. Possiamo infatti distinguere nella scansione Radar relativa al tardo pomeriggio la contemporanea presenza di una banda estesa di precipitazioni in risalita da diverse ore da SudEst (Fronte occluso) ed un grappolo di intensi nuclei temporaleschi sul Piemonte in lento movimento antiorario, innsecati dall'effetto instabilizzante del nocciolo freddo.

 
 
 13 Settembre 2008, ore 17.30-18.20 locali -  Scansione Radar LANDI
FONTE - www.landi.ch
 
 
 
L'analisi retrospettiva dell'evoluzione seguita attraverso il canale del visibile del satellite è quanto mai consona al movimento dei nuclei piovosi. Si può con certezza definire lo sviluppo di un’occlusione fredda, il cui fronte costituito da nubi stratificate ha ruotato ad ampio raggio con verso antiorario superando le Alpi. Nell'animazione l’aria fredda e secca che "ha chiuso" la depressione è evidenziata dalle ampie schiarite sul Piemonte, dove però l’azione del fulcro depressionario ha innescato fino al calare della sera  l'innesco di intensi sistemi temporaleschi. Una fenomenologia notevole, relativamente alla stagione, che ha causato nubifragi ed allagamenti nei dintorni di Torino.
 
  
 13 Settembre ora locale 14.30-16.15 - Dettaglio Alpi Meteosat nel Visibile - FONTE: www.sat24.com
 
 
 
L’azione del vortice freddo in quota si è concentrata sul Piemonte, estendendosi anche ad alcuni settori della Lombardia, come ad esempio la Lomellina. La seguente animazione dimostra che il centro depressionario ha stazionato per diverse ore tra il Cuneese e la Riviera Ligure di Ponente. Questo ha favorito il ripetersi dei fenomeni sulle stesse zone a discapito di altre (Oltrepò, Cremonese, Lodigiano) interessate in modo molto più marginale. L’arrivo di aria fredda in quota, unita al minore contenuto specifico di vapore ha permesso ampi rasserenamenti con effetto di riscaldamento radiativo al suolo più marcato. Questo si è tradotto in un gradiente termico importante sul quale ha potuto agire l’innesco dinamico dei moti vorticosi. L'elevata vorticità ha infatti agito come una pompa che aspira l'acqua da un pozzo, permettendo quindi la convergenza delle masse d’aria nei bassi strati. In prossimità del minimo depressionario il vento è diminuito di intensità imprimendo un moto lento alle celle temporalesche. Al contrario allontanandosi dal centro del vortice i venti, dovendo mantenere in equilibrio le forze in gioco (Coriolis, centrifuga e di gradiente), hanno assunto maggiore intensità. In questo modo si è amplificata anche la quantità di vapore avvettata da SudEst su parte della nostra Regione, fatto che si è tradotto in una rigenerazione delle precipitazioni convettive. Il moto del vortice verso la Corsica ha implicato, come vedremo di seguito, anche uno spostamento della linea di convergenza nei bassi strati.
 
  
  13-14 Settembre 2008, ore 0-12 Z - BOLAM: Previsione vento e Vorticità Assoluta a 500 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it
 
 
 
La fase di maturazione di una depressione comporta sempre un rinforzo della ventilazione al suolo, che gradualmente varia nella direzione di provenienza con  lo spostamento del minimo. Possiamo quindi comprendere l’intensificazione del richiamo da SudEst avvenuto nel corso della mattinata a partire dai settori orientali della Pianura Padana. Questa ventilazione ha iniziato a scontrarsi poco dopo mezzogiorno con il rientro da SudOvest dell’aria fredda proveniente dal Rodano in discesa dall’Appennino. Se da una parte i rilievi hanno lasciato in ombra pluviometrica le zone pedemontane, questo ha comportato lo sviluppo di una significativa linea di convergenza al suolo (su Bresciano e Mantovano) che ha esaltato i fenomeni annessi al fronte occluso. In serata, grazie ad un lieve spostamento verso SudEst del minimo depressionario, l’afflusso umido ha assunto maggiormente una componente orientale. In questo modo la linea di convergenza è stata spinta dalle correnti verso Ovest fino a raggiungere rapidamente l’area tra il Ticino ed il Po, ove lo Shear del vento ha contribuito all’innesco di un'intensa spinta convettiva ascensionale. Questa variabile avrebbe avuto un ruolo cruciale nello sviluppo dell'intenso cluster temporalesco che ha interessato nel tardo pomeriggio la Lomellina.
 
  
13 Settembre 2008, ore 9-15 Z - MOLOCH: Previsione vento e temperatura al suolo - FONTE: www.meteoliguria.it 
 
 
 
L’animazione relativa alla isosuperficie di 850 hPa ha permesso di identificare la natura delle masse d’aria in contrasto ed il processo di occlusione a carattere freddo. E’ evidente dalla tarda mattinata l’ingresso (come Retour du Mistral) sulla Pianura Padana di una massa d’aria più fresca di quella presente a Nord delle Alpi davanti al fronte occluso. Con l’approfondimento della depressione il canale di aria umida da SudEst si è intensificato rigenerando in continuo i rovesci monsonici che hanno raggiunto il Sopraceneri, il Triangolo Lariano e la Bassa Valtellina. Il cammino dell’aria calda ed umida si è orientato verso il Piemonte nel pomeriggio entrando in netto contrasto con nocciolo freddo e più asciutto in risalita dal Mar Ligure. L’azione della "Dry Line" tra le provincie di Pavia e Novara si è quindi sovrapposta all'alta vorticità in media troposfera, facilitando ulteriormente l’innesco alla convezione.
 
  
 13 Settembre 2008, ore 9-15 Z  - MOLOCH: Previsione vento e THETA a 850 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it 
 
 
 
Il campo vento ed umidità previsto alla isosuperficie di 700 hPa rispecchia in effetti la reale evoluzione dei corpi nuvolosi. Possiamo notare la maggiore quantità di vapore in risalita dall’Alto Tirreno, materia prima che ha ricostituito l’energia nel settore caldo della depressione. E’ apprezzabile l’avvitamento del fronte occluso in moto verso le Alpi centro-occidentali con l’annesso canale precipitativo rigenerante lungo l’asse Mantova-Brescia-Como. Di notevole rilievo l’aria più secca che ha conquistato i settori Ovest corrispondenti ai rasserenamenti del pomeriggio, un fatto che ha permesso al sole di riscaldare gli strati prossimi al suolo incrementando l’instabilità anche nei bassi strati. Il modello aveva previsto inoltre con l’avanzamento dell’occlusione fredda anche un incremento dell’attività temporalesca collocando due sistemi convettivi non troppo lontano dal loro reale punto di innesco.
  
 
  13 Settembre 2008, ore 9-15 Z - MOLOCH: Previsione vento e umidità a 700 hPa - FONTE: www.meteoliguria.it 
 
 
 

Ho ritenuto utile, nel completare questa analisi a mesoscala, riesaminare le condizioni termodinamiche della colonna d’aria il più possibile vicino al polo freddo della depressione. Per questo ho voluto comparare i due radiosondaggi di Cuneo relativi alla mezzanotte di sabato 13 settembre e successive dodici ore. Entrambe le situazioni mostrano una quantità di energia convettiva (CAPE) superiore ai 1000 J/Kg di aria, un valore importante  specialmente se rapportato alla stagione.  Infatti le condizioni iniziali hanno evidenziato la presenza di una grande quantità di vapore distribuita lungo tutta la colonna e comunque concentrata soprattutto nei primi tre chilometri. Questo dimostra l’efficace ricarica energetica supportata dal richiamo caldo meridionale che precedeva la perturbazione. Possiamo anche notare una lieve inversione termica nei bassi strati che racchiude una massa d’aria calda vicina alla saturazione, una condizione definita instabilità potenziale. Situazione ben diversa nel radiosondaggio pomeridiano: la colonna d’aria è più secca e più fredda come possiamo notare dai valori più bassi di precipitable water (PWAT), dallo spessore suolo-isosuperficie di 500 hPa (THCK) e dalle due curve di stato più distanziate e spostate a sinistra. Se il CAPE è risultato nel complesso più basso è anche vero che il gradiente vicino al suolo si è di fatto avvicinato a quello adiabatico secco, grazie al contributo aggiuntivo offerto dal soleggiamento. Una condizione definita questa instabilità condizionale, nella quale l'elevata presenza di umidità nei bassi strati è un elemento trascurabile.

 
 
 
 13 Settembre 2008 ore 00- 12Z - LIMZ Cuneo - Radiosondaggio Skew-T - FONTE: www.weather.uwyo.edu
 
 
Il processo di occlusione fredda ha quindi instaurato le premesse sufficienti alla convezione anche in presenza di una colonna d'aria relativamente più povera di vapore acqueo.
 
 
 
 

CONCLUSIONI

Questo evento meteorologico probabilmente non verrà ricordato come avviene nel caso di un'abbondante nevicata o di un pauroso temporale. Si è trattato infatti di un peggioramento di inizio autunno assimilabile ai normale canoni del clima mediterraneo. Tuttavia ho scelto di studiare a posteriori la sinottica e la dinamica della perturbazione proprio perchè le "Rodanate" non sono quasi mai una uguale all'altra e rendono la vita difficile al previsore, affascinando d'altra parte l'appassionato.

Gli elementi in gioco che si accavallano tra di loro come abbiamo visto sembrano davvero tanti, ma in realtà i quesiti che io mi pongo alla vigilia dell'ingresso di una "goccia fredda" sono tre:
 
1 - Localizzazione dei fenomeni
E' di cruciale importanza capire il più precisamente possibile dove dovrebbe collocarsi il minimo depressionario o meglio la zona di ciclogenesi. Questa variabile dipende dalla traiettoria di ingresso nel Mediterraneo e dall'intensità dell'irruzione di aria fredda.  
 
2 - Persistenza dei fenomeni
E' altrettanto importante studiare l'andamento delle correnti in alta troposfera per potere immaginare se il minimo è destinato ad approfondirsi in "loco" stazionando per qualche ora o se invece si sposterà rapidamente.
 
3 - Intensità dei fenomeni
Non è da sottovalutare il contrasto dell'impulso freddo con le condizioni termo-igrometriche preesistenti, nonché la quantità di energia trasportata con il richiamo meridionale.
 
Nel caso dell'evento oggetto di questa analisi il minimo si è formato tra il Cuneese e la Liguria e si è approfondito stazionando sullo stesso posto per diverse ore. Questo ha implicato un intensificazione del richiamo meridionale che ha esaltato a sua volta il contrasto in seno al processo di occlusione fredda. Le precipitazioni si sono infatti rigenerati sulle stesse zone per diverse ore, mentre altre ne sono state inesorabilmente escluse.
 
 
 
 
 
 
 
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