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Una serie meteorologica amatoriale a Milano   Inserito il› 31/07/2008 15.50.16
Com'è nata la serie meteorologica

Fin da piccolo, parlo nel mio caso dell’inizio degli anni settanta, ho maturato una forte passione per la meteorologia che si traduceva nell’osservazione costante dei fenomeni atmosferici e, come potete immaginare in un amore incondizionato per la neve. A quei tempi, l’unico mezzo di divulgazione meteorologica era quello televisivo tramite il famoso colonnello Edmondo Bernacca, seguito successivamente dal colonnello Andrea Baroni, che ogni sera sul “primo canale” presentavano le carte delle isobare disegnate con il gessetto e le perturbazioni numerate in sequenza ogni mese a partire dalla numero 1.

E’ per così dire in questo clima che è nata in me l’esigenza di annotare e archiviare le osservazioni meteorologiche, dapprima dal 1974 sottoforma di tabelle con descrizione di stato del cielo e fenomeni, poi, dal 26 settembre 1976, tramite la misurazione quotidiana della temperatura, della pressione atmosferica e successivamente dell’umidità relativa. L’ora di rilevamento era stata da me definita alle 13.30 ora solare (14.30 durante il periodo di ora legale), immediatamente al ritorno da scuola, come è facile immaginare, considerati i tempi di cui sto parlando. Da allora instancabilmente, e in questo sono stati provvidenziali l’aiuto di mio fratello Alberto prima e di mia mamma poi -- ai quali va il mio affettuoso ringraziamento, le rilevazioni sono continuate fino ad oggi (31 maggio 2008), quando ormai l’avvento di internet e delle strumentazioni automatiche, poteva rendere questa maniera paziente di osservare la natura superata ed anacronistica.

Debbo subito
dire che la misurazione della temperatura ha un carattere del tutto amatoriale, poiché il termometro si trova sulla parete di un condominio localizzato tra via Washington e via Foppa a Milano sul lato nord dell’edificio (fig. 1 e 2) e non ovviamente, in una capannina bianca su superficie erbosa a 2 metri di altezza e lontano da ostacoli, come prescrive la normativa dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (O.M.M.).

Figura 1: il termometro a min. e max - Figura 2: il contesto in cui si trova la stazione, indicata dal triangolo giallo, la freccia indica il nord (da Microsoft Virtual Earth TM).
Due sono però le cose che, a mio giudizio, conferiscono valore alle misurazioni: la prima è che la localizzazione degli strumenti è rimasta sempre la stessa nel corso dei 33 anni di rilevazioni, la seconda è che lo strumento, un termometro classico a mercurio a massima e minima è sempre quello della prima storica rilevazione del 26 settembre 1977. Poco importa infatti che tramite una serie di confronti, mi sia accorto a posteriori che il termometro in questione sottostimi lievemente i valori di temperatura (circa 1° C), poiché ciò che interessa maggiormente in questo caso come vedremo, non sono i valori assoluti, ma la lettura e l’analisi delle tendenze.

Dopo anni di pigrizia, ho finalmente deciso di informatizzare questa grande messe di dati e, complice una “provvidenziale” influenza che mi ha costretto a casa, ho inserito circa 12.000 records di temperatura in Excel e ho provato a fare qualche semplice elaborazione che ora illustrerò.

Obiettivo di questo articolo, è dunque quello di mostrare se, anche attraverso dati rilevati certamente non a norma, sia possibile evidenziare qualche trend significativo del clima in un contesto tipicamente urbano.


Le caratteristiche generali della serie


Innanzitutto vi presento la serie storica in tutta la sua imponenza così come appare nel grafico a passo giornaliero, in cui ho inserito in rosso la retta di regressione lineare; essa mostra una pendenza pari ad un aumento, a mio giudizio rilevante, di circa 1 °C nei trent’anni di misurazioni (fig. 3).



I medesimi dati li ho ricondotti a medie annuali e li ho riprodotti nel grafico successivo (fig. 4).


Dal grafico risulta che la temperatura media annuale rilevata alle ore 13.30 si attesta a 16,72 °C; gli anni più caldi sono con 18,06 °C di media il 2007, certamente a causa, come vedremo, di un inverno e una primavera caldissimi e con 17,91 °C il 1994. Gli anni più freddi sono il 1977 con 15,71, 1978 con 15,77 e unico più vicino all’attualità il 1996 con 15,91 °C che registrano tutti circa 2 °C in meno rispetto al 2007 e circa 1°C in meno della media annuale sui trent’anni 1977 - 2006. Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici annuali.

T.media annua
Minima Anno Massima
Anno
16,72°C 15,71°C 1978 18,06°C 2007

Molto più stimolante è tuttavia studiare la serie storica attraverso le quattro stagioni, spingendo poi la risoluzione fino ai singoli mesi per evidenziare se particolari periodi dell’anno hanno subito variazioni più o meno accentuate nel corso dei decenni e in quali direzioni, aumento o diminuzione.

Prima di passare a descrivere in dettaglio attraverso tabelle e grafici gli andamenti e le tendenze di stagioni e singoli mesi, presento l’andamento dell’anno medio nella mia stazione attraverso i valori decadali medi del periodo di trent’anni dal 1977 al 2006 (fig.5).


Si può osservare la tipica curva gaussiana in cui si nota che la decade più fredda dell’anno è in media la prima di gennaio con 5,14 °C, registrati lo ricordo, alle ore 13.30, mentre la decade più calda è in media la terza di luglio con 28,67 °C. Di seguito in tabella sono riportati i valori medi decadali del periodo 1977 – 2006 della stazione; in azzurro il valore più basso in rosso il valore più alto.

decade T.Media decade T.media decade
T.Media decade T.Media decade T.Media Decade T.Media
1ªGEN 5,14°C 1ªMAR 11,02°C 1ªMAG 19,66°C 1ªLUG 27,23°C 1ªSET 23,92°C 1ªNOV 12,21°C
2ªGEN 5,79°C 2ªMAR 13,53°C 2ªMAG
21,06°C 2ªLUG 27,84°C 2ªSET 22,37°C 2ªNOV 10,06°C
3ªGEN 6,55°C 3ªMAR 14,20°C 3ªMAG 22,92°C 3ªLUG 28,67°C 3ªSET 20,58°C 3ªNOV 8,45°C
1ªFEB 7,14°C 1ªAPR 15,23°C 1ªGIU 24,30°C 1ªAGO 28,03°C 1ªOTT 18,16°C 1ªDIC 7,36°C
2ªFEB 8,08°C 2ªAPR 15,81°C 2ªGIU 25,25°C 2ªAGO 27,52°C 2ªOTT 16,90°C 2ªDIC 6,79°C
3ªFEB 8,90°C 3ªAPR 17,68°C 3ªGIU 26,64°C 3ªAGO 25,79°C 3ªOTT 14,33°C 3ªDIC 5,86°C

Concludo questa descrizione generale dicendo che la serie in oggetto presentava, all’atto dell’informatizzazione, alcune lacune, collocate soprattutto negli anni novanta; esse assommano a circa il 5% dei dati. Ho proceduto a completare il dato mancante attraverso un’operazione di estrapolazione dalla temperatura massima dalla stazione di Milano Brera, tenendo conto dell’ora differente della mia registrazione rispetto a Brera e delle differenti stagioni dell’anno. In sostanza ho dapprima osservato come si comportava la stazione di Brera rispetto alla mia nei vari periodi dell’anno e ho quindi ricavato una relazione empirica che ho successivamente applicato per determinare i valori mancanti. In questo modo ho cercato di minimizzare l’errore che comunque si commette in una tale operazione e il risultato ottenuto mi sembra, come vedremo, confortante.


Analisi stagionali e mensili: l’inverno

Presento quindi l’analisi delle singole stagioni a partire dall’ inverno (fig.6).



Il grafico con la retta di regressione in rosso non mostra una tendenza accentuata o ben delineata, comportamento questo derivante da una forte variabilità nelle temperature medie di questa stagione di un anno rispetto all’altro. La temperatura media rilevata alle ore 13.30 si attesta sui 6,77 °C; l’inverno più caldo è con 8,32 °C di media, come facilmente ci si poteva aspettare, il 2006 - 2007 ben 0,39 °C in più del secondo inverno più caldo registrato nel 1997 - 1998. L’inverno più freddo, a sorpresa, non è il mitico 1984 - 1985 solo quarto in classifica fra i più freddi, ma il 2005 – 2006 con 4,98 °C; da notare, a conferma dell’estremizzazione del clima, che l’inverno più freddo è stato seguito immediatamente dal più caldo (2006 – 2007) con una differenza di circa 3,5 °C tra i due estremi.
Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici della stagione.


T.media Inverno
Minima Anno Massima
Anno
6,77°C 4,98°C 2006 8,32°C 2007

Analizziamo singolarmente i tre mesi invernali.


Dicembre
(fig. 7) mostra, attraverso la retta di regressione, una trend complessivo orientato verso la diminuzione delle temperature pari a quasi 1 °C nel trentennio. Da notare però che questo accade in virtù di due distinti comportamenti, separati da una discontinuità collocata nel 1989. Prima di tale anno la T media è stata di 7,18 °C mentre dal 1989 al 2007 la T media è stata generalmente più bassa di circa 1 °C con un valore di 6,22 °C. Un andamento complessivo di dicembre quindi in controtendenza rispetto alla maggior parte degli altri periodi dell’anno e molto altalenante nel corso degli anni dal 2000 ai giorni nostri.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Dicembre
Minima Anno Massima
Anno
6,65°C 4,47°C 2005 8,71°C 1986


Gennaio
(fig. 8) non mostra, attraverso la retta di regressione, delle tendenze significative verso l’aumento o la diminuzione essendo l’andamento variabile; non è quindi a mio giudizio significativa la lievissima tendenza all’aumento di circa 0,15 °C ogni 10 anni. Spicca ovviamente il gennaio 1985 più freddo della media di 3,5 °C e di ben 2 °C del secondo gennaio più freddo che è il recente 2006 con 4,37 °C. Infine è ben evidente il contributo del gennaio 2007 alla mitezza dell’inverno 2006-2007 con una media di 8,32 °C pari a 2,5 °C superiore alla media trentennale 1977 – 2006.




Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Gennaio
Minima Anno Massima
Anno
5,85°C 2,45°C 1985 8,32°C 2007


Febbraio
(fig. 9), è l’unico mese invernale che mostra un trend evidente nella T, facilmente riconducibile a un aumento medio pari a circa 0,5 °C ogni dieci anni. L’andamento dei valori che porta a questa tendenza è molto variabile: si evidenziano infatti 3 periodi (1982 – 1987; 1991 – 1996 e 2003 – 2006) più freddi della media e due periodi caratterizzati da T decisamente superiori alla media (1988 - 1990 e 1997 – 2002). Al culmine di questi due periodi si registrano i valori più alti del mese con 11,27 °C e 11,63 °C. Da notare che il febbraio più freddo della serie con 3,8 °C nel 1986 è più freddo di tutti i mesi di gennaio, a parte il 1985.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Febbraio
Minima Anno Massima
Anno
7,98°C 3,80°C 1986 11,63°C 1998

Analisi stagionali e mensili: la primavera

Analizziamo ora la primavera che, come vedremo, appare molto interessante (fig. 10).


La retta di regressione in questo caso mostra una tendenza facilmente apprezzabile che si traduce in un forte e ben delineato aumento, pari a ben 0,7°C ogni 10 anni, che porta la crescita della T media nel trentennio considerato a circa 2°C. Questo trend è assolutamente innegabile e permette di affermare in maniera certa che i mesi primaverili attuali (lo vedremo più avanti analizzandoli separatamente) sono molto più caldi in media di 20 – 30 anni fa.
La temperatura media rilevata alle ore 13.30 si attesta infatti sui 16,83°C, frutto però di due differenti andamenti: il primo dalla fine degli anni settanta alla metà degli anni ottanta con una media di poco più di 15,5°C; il secondo dalla metà degli anni ottanta ai giorni nostri con una temperatura media di circa 17,5°C. Un gradino molto netto dunque dal 1986 in poi in cui non troviamo nemmeno una primavera con temperatura media al di sotto dei 16°C in 22 anni e ben 13 primavere con temperatura anche abbondantemente superiore ai 17°C.
Passando agli estremi, la primavera più fredda della serie è ormai quella lontana del 1984 con 14,16°C e quelle della fine degli anni settanta con poco più di 15°C, testimoni per così dire di una situazione climatica ormai appartenente a un lontano passato. La primavera più calda è quella dello scorso anno, il 2007, con 19,78°C quasi un grado più calda della precedente stagione record del 1997 che aveva raggiunto la T già ragguardevole di 18,9°C, circa 3 gradi più della media trentennale 1977 – 2006 e 5,5°C in più della primavera più fredda del 1984. Non dimentichiamo che la primavera del 2007 successe a un inverno eccezionalmente mite e prima ancora, come vedremo all’autunno più caldo dal 1977 determinando nel periodo settembre 2006 – maggio 2007 una periodo di 9 mesi purtroppo straordinariamente caldo.
Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici della stagione.


T.media Primavera
Minima Anno Massima
Anno
16,83°C 14,16°C 1984 19,78°C 2007

Analizziamo singolarmente i tre mesi primaverili.


Marzo
(fig. 11) sembra mostrare un trend positivo nella T non accentuato, pari a circa un grado nel trentennio; questo andamento viene raggiunto attraverso una marcata variabilità dei valori di un anno rispetto al successivo e l’alternanza di periodi più caldi e più freddi della media, che si attesta sui 12,96 °C. Significativa la lunga serie di mesi di marzo più freddi della media all’inizio della serie (1977 – 1987) e il triennio relativamente fresco 2004 – 2006. Al contrario, significativo il periodo caldo 1989 – 1991 in cui la T del mese supera di circa 2 °C quella media.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Marzo
Minima Anno Massima
Anno
12,96°C 10,06°C 1987 17,44°C 1994


Aprile
(fig. 12) mostra una linea di tendenza proiettata verso un forte aumento pari a quasi 0,7 °C ogni dieci anni e quindi circa 2 °C nel trentennio di osservazioni. Si nota che valori di T superiori a 16 °C che erano assolutamente eccezioni nel periodo 1977 – 1988, ora rappresentano valori sotto media o al più in media. Il valore di circa 15 °C di media dal 1977 al 1980 sembra rappresentare la testimonianza di un clima ormai storico rispetto all’attuale. Quasi insufficiente l’aggettivo eccezionale per l’aprile 2007 che con i suoi 21,72 °C si attesta 5,5 °C sopra la media e ben 7,5 °C più del valore minimo; un mese di aprile, quello dell’anno scorso la cui media termica è superiore di 0,1 °C al valore medio del mese di maggio, incredibile e allo stesso tempo inquietante, pensiamo se un evento simile dovesse accadere nei mesi estivi, sarebbe di gran lunga peggio di quanto accadde nella terribile estate 2003.



Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Aprile
Minima Anno Massima
Anno
16,24°C 14,12°C 1986 21,72°C 2007


Maggio
(fig. 13) ha un comportamento che definirei sbalorditivo; pensate che l’aumento medio della T è maggiore di 1 °C ogni 10 anni pari a quasi 3,5 °C nel trentennio. Se ci fosse un mese da ergere a simbolo del riscaldamento globale, questo sarebbe proprio maggio. Esso da mese primaverile, si è ormai stabilmente trasformato in mese quasi estivo; è sufficiente osservare che fino al 1985 la T media superava i 20 °C solo in due casi (1979 e 1982) con valori sempre tra i 17 °C e i 19 °C e con una media quindi di circa 19 °C nel periodo 1977 – 1985. Se guardiamo invece al periodo successivo 1986 – 2007 la T media è di 22,2 °C con un solo mese di maggio sotto la soglia dei 20 °C in 22 anni (maggio 1991 con 18,39 °C). Ultima osservazione: il mese di maggio del 1986 ha avuto la medesima T media (24,69 °C) del mese di luglio 1978 (26,65 °C)! Credo che altri commenti siano superflui.



Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Maggio
Minima Anno Massima
Anno
21,27°C 16,40°C 1984 24,69°C 1986



Analisi stagionali e mensili: l'estate

Analizziamo quindi l’estate (fig. 14).


Anche per questa stagione la retta di regressione evidenzia un aumento medio della temperatura nei 30 anni evidente e pari a 0,6° C ogni 10 anni e circa 1,8 °C nei trenta’anni e una temperatura media rilevata alle ore 13.30 è di 26,82 °C. La tendenza osservata appare quindi accentuata, ma in questo caso non è continua nel tempo. Si osserva infatti un periodo progressivamente più caldo dalla fine degli anni settanta al 1994 (con 27,12 °C negli anni 1983 – 1994) seguito da un’ampia ondulazione in controtendenza nel periodo 1995 – 2002 con temperature medie estive pari a 26,65 °C di circa 0,7 °C inferiori a quelle misurate verso la fine del periodo precedente. Infine anche in questo caso le prime estati della serie (fine degli anni settanta al 1982 con una T media di 25,72) sembrano appartenere ad un’epoca climaticamente ormai lontana anche rispetto al periodo relativamente più fresco 1995 – 2002.

Passando agli estremi, le due estati più fresche della serie sono le prime 1977 e 1978 con rispettivamente 24,74 e 24,9 °C, mai più avvicinate negli anni successivi in cui in soli due casi, il 1984 e il 1996 si sino registrate temperature medie estive relativamente basse, ma comunque sempre di poco inferiori ai 26 °C. Come tutti sanno, invece l’estate più calda è quella che definirei da “incubo” del 2003, con una temperatura media di 30,54 °C unica ad aver superato la soglia dei 30 °C di media nei 33 anni di dati e più calda di quella già eccezionale del 1994 di ben 1,5°C. La differenza del 2003 rispetto alla media è di quasi 4 °C, scarto termico questo mai osservato per gli estremi rispetto alla media in tutte le altre stagioni; 6 °C di scarto infine tra il rovente 2003 rispetto alle estati degli anni settanta, decisamente più simili a primavere.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici della stagione.


T.media Estate
Minima Anno Massima
Anno
26,82°C 24,74°C 1977 30,54°C 2003

Analizziamo singolarmente i tre mesi estivi.


Giugno
(fig. 15) ha un comportamento simile a maggio con un trend in aumento molto accentuato e pari a quasi 1 °C ogni 10 anni e quindi 3 °C nel trentennio. Questo mese è divenuto a tutti gli effetti un mese pienamente estivo come testimonia la T media che si attesta sui 25,4 °C considerando l’intera serie, ma di 26,7 °C se consideriamo gli ultimi 10 anni. Straordinariamente alto l’estremo del 2003 con 30,45 °C ben 2,4 °C superiore al giugno 1993 che con 28,08 °C rappresentava già un picco considerevole ed abbastanza isolato. I mesi di giugno più freddi con T inferiori ai 24 °C, come già osservato per maggio, sono quasi tutti raggruppati nei primi anni della serie tra il 1977 e il 1985; fa eccezione il 1995 con 23,55 °C che rappresenta l’ultimo valore medio decisamente basso che risale ormai a 13 anni fa.



Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Giugno
Minima Anno Massima
Anno
25,40°C 23,15°C 1977 30,45°C 2003


Luglio
(fig. 16) mostra una tendenza all’aumento delle temperature decisamente meno accentuata di giugno ma che si attesta pur sempre sui 0,5 °C ogni 10 anni e quindi circa 1,5 °C nel trentennio considerato. L’andamento termico del mese è estremamente altalenante, ma a mio giudizio si possono osservare tre grandi periodi: il primo (1977 – 1981), che probabilmente rappresenta la coda della fase molto fresca degli anni settanta, con una T media che definirei senza ombra di dubbio d’altri tempi con 26,1 °C; il secondo 1982 – 1995 decisamente molto più caldo, che evidenzia un nettissimo cambio di tendenza, una vera e propria discontinuità con il precedente con una T pari a 28,7 °C; il terzo 1996 – 2007 leggermente meno caldo del precedente con una T media di 27,9 °C, comunque significativo rispetto alle caratteristiche estremamente fresche dei primi anni della serie. Quanto agli estremi più caldi si osserva il valore massimo di 31,53 °C nel luglio 1994 e immediatamente l’anno successivo con 30,39 °C; alte, ma non eccezionali le temperature nel 2003, con un valore di 29,53 °C.



Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Luglio
Minima Anno Massima
Anno
27,94°C 25,65°C 1978 31,53°C 1994


Agosto
(fig. 17) non evidenzia un trend molto significativo, ma non si può comunque nascondere che anche in questo caso si nota un lieve aumento, pari a circa 1 °C nel trentennio. L’andamento termico del mese è molto variabile con essenzialmente un periodo più caldo (1987 – 1994 con T media 28,6 °C) fra due periodi decisamente più freschi (1981 – 1986 con 26,1 °C e 1995 – 2000 con 26,5 °C). Anche per agosto molto freschi la fine degli anni settanta con una T media di 25,1 °C. Un discorso a parte va fatto per il 2003 che coi 31,63 °C rappresenta un picco fortunatamente unico per il mese ben 2 °C più del valore medio registrato fino ad allora; da notare che questo valore supera, seppur di poco, anche il valore del luglio più caldo (31,53 °C nel 1994) ed è quindi il più alto in assoluto della serie dal 1977 ad oggi. Successivamente al 2003 si è osservata una netta inversione di tendenza delle temperature con valori che ritornano nettamente al di sotto nella media o vicini ad essa.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Agosto
Minima Anno Massima
Anno
27,07°C 24,82°C 1977 31,63°C 2003



Analisi stagionali e mensili: l'autunno

Concludiamo quindi con l’autunno, con la speranza di trovare un po’ di ‘refrigerio’ a questi trend stagionali costantemente improntati al rialzo (fig. 18).


Questa stagione mostra innanzitutto un minor scarto, rispetto alle precedenti, fra estremi caldi e freddi; infatti, fatta eccezione per l’autunno più freddo del 1993 con una media delle temperature rilevate alle 13.30 di 14,23 °C con caratteri eccezionali rispetto al resto della serie, lo scarto fra gli autunni più freddi e quelli più caldi (2006 con 17,76 °C e il 1987 con 17,55 °C) è di appena 2,5 °C.

La temperatura media dell’autunno nel periodo 1977 – 2006 sia attesta sui 16,31 °C.
La retta di regressione evidenzia una leggera tendenza alla diminuzione della T che si attesterebbe in circa 0,35 °C nei 33 anni considerati; tale trend non è tuttavia a mio giudizio significativo anche perché dal 2000 in poi si osserva una singolare tendenza all’alternarsi di autunni più caldi seguiti immediatamente, nell’anno successivo, da autunni dalle caratteristiche diametralmente opposte.

Per concludere faccio ancora notare che l’autunno del 2006 dette il via a quel lunghissimo periodo caratterizzato da temperature molto superiori alle medie che si sviluppò dal settembre 2006 al maggio 2007, passando per tre stagioni consecutive (autunno 2006, inverno 2006 – 2007 e primavera 2007) che rappresentano ciascuna, come abbiamo visto, la più calda della serie storica analizzata. Se aggiungiamo a queste stagioni un estate 2007 non certamente fresca con 27,72 °C, un autunno 2007 (16,46 °C) e un inizio inverno nella media, ecco confezionato il 2007 come anno più caldo della serie con 18,07 °C, ben 1,4 °C in più della media del periodo 1977 – 2006.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici della stagione.


T.media Autunno
Minima Anno Massima
Anno
16,31°C 14,23°C 1993 17,76°C 2006

Analizziamo singolarmente i tre mesi autunnali.


Settembre
(fig. 19) è l’unico mese della serie che presenta una retta di regressione con coefficiente angolare negativo, che si traduce quindi in una chiara tendenza alla diminuzione della temperatura pari a poco meno di 0,5 °C ogni 10 anni e quindi 1,5 °C nel trentennio. Tale tendenza deriva da due periodi ben distinti in controtendenza rispetto a tutti i mesi precedenti: il primo dal 1977 al 1992 con una T media di circa 23 °C in cui si registra il valore termico più alto del mese con 25,38 °C nel 1987; un secondo periodo immediatamente successivo, dal 1993 al 2007 con T media di 21,6 °C, durante il quale si registra il valore più basso per il mese pari a 18,92 °C nel 1996. Un ultima curiosità: settembre è l’unico mese della serie in cui il valore più basso è stato registrato in tempi più recenti (1996) rispetto al valore più alto (1987).



Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Settembre
Minima Anno Massima
Anno
22,36°C 18,92°C 1996 25,38°C 1987


Ottobre
(fig. 20) non mostra un trend apprezzabile verso l’aumento o la diminuzione. Tale situazione si realizza a causa dell’alternarsi abbastanza continuo di periodi freddi e caldi della durata di 4 – 7 anni. Particolarmente significativo è il periodo 1983 – 1990 con una T media di 17,1 °C circa 1 °C in più della media mensile (16,32 °C) cui segue il triennio freddo 1991 – 1993 con soli 14,5 °C quasi 2 °C meno del valore medio. Successivamente dal 1994 al 2007 i valori oscillano attorno la dato medio al massimo di 1 °C fatta eccezione per l’ottobre 1993 con 14,05 °C e l’ottobre 2001 con 18,31 °C, quest’ultimo estremo caldo del mese.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Ottobre
Minima Anno Massima
Anno
16,32°C 14,05°C 1993 18,13°C 2001


Novembre
(fig. 21) mostra una lievissima tendenza al riscaldamento, a mio giudizio non significativa per essere presa in considerazione, sarebbero 0,5 °C nel trentennio. Si evidenziano discretamente bene due periodi più freddi della norma entrambi della durata di quattro anni: il primo dal 1988 al 1991 con una T media di circa 9 °C, 1,2 °C inferiore alla media mensile trentennale e un secondo dal 1998 al 2001 con 9,7 °C. Significativo il picco di freddo precoce del 1985 con una T media a novembre di 7,47 °C che rappresenta il valore più basso della serie. Devo concludere che dal 2002 in poi si osserva un aumento medio dei valori che si portano in tre casi ravvicinati (2002, 2004 e 2006) a sfiorare i 12 °C con la sola eccezione del 2005 col valore di 9,15 °C, ben al di sotto della media; vedremo nei prossimi anni se si tratterà dell’ennesima tendenza al rialzo o solamente di un intervallo transitorio.


Nella tabella sottostante il valore medio e gli estremi termici del mese.

T.media Novembre
Minima Anno Massima
Anno
10,24°C 7,47°C 1985 11,97°C 2006

Di seguito la tabella riepilogativa delle medie e degli estremi annuali, stagionali e mensili della serie meteorologica.

Media MIN Anno MAX Anno
ANNO 16,72°C 15,71°C
1978 18,06°C 2007
Dicembre 6,65°C 4,47°C 2005 8,71°C 1986
Gennaio 5,85°C 2,45°C 1985 8,32°C
2007
Febbraio 7,98°C 3,80°C 1986 11,63°C 1998
INVERNO 6,77°C 4,98°C 2006 8,32°C 2007
Marzo 12,96°C 10,06°C 1987 17,44°C 1994
Aprile 16,24°C 14,12°C 1986 21,72°C 2007
Maggio 21,27°C 16,40°C 1984 24,69°C 1986
PRIMAVERA 16,83°C 14,16°C 1984 19,78°C 2007
Giugno 25,40°C 23,15°C
1977 30,45°C 2003
Luglio 27,94°C
25,65°C
1978 31,53°C 1994
Agosto 27,07°C 24,82°C
1977 31,63°C 2003
ESTATE 26,82°C 24,74°C 1977 30,54°C 2003
Settembre 22,36°C 18,92°C
1996 25,38°C 1987
Ottobre 16,32°C 14,05°C 1993 18,13°C 2001
Novembre 10,24°C 7,47°C 1985 11,97°C 2006
AUTUNNO 16,31°C 14,23°C
1993 17,76°C 2006


Alcune considerazioni conclusive

Mi rendo conto che l’articolo possa essere risultato un po’ noioso e prolisso, ma i dati sono veramente tanti, così come il susseguirsi degli eventi meteorologici, pur se analizzati considerando solamente il parametro temperatura. Sono tuttavia convinto che gli appassionati non si saranno annoiati a leggere queste osservazioni e magari a trovare analogie o discrepanze rispetto alle proprie serie termiche.

Ho esordito nei primi paragrafi di questo articolo mettendo sull’avviso i lettori che i dati che sarei andato ad analizzare avevano, considerata la strumentazione e la collocazione del termometro, un carattere del tutto amatoriale. Al termine di questa mia fatica mi rendo conto, però, con una punta di orgoglio che la lettura critica di questi dati è in grado a mio giudizio di fornire una serie di informazioni interessanti.

Come confutare, ad esempio, la tendenza generale al riscaldamento che anche questa serie meteorologica mostra e soprattutto l’accentuazione del riscaldamento nei mesi primaverili di aprile e maggio che rendono la primavera dei nostri anni una stagione completamente differente a quella della fine degli anni settanta? Come non notare in maniera inequivocabile il riscaldamento del mese di giugno nell’ultimo decennio, che lo ha portato ad essere un mese dalle caratteristiche pienamente estive del tutto simile in molti casi a luglio ed agosto? E di seguito il carattere di eccezionalità nella serie rivestito della caldissima primavera del 2007 o l’anomala estate del 2003, per continuare con il gelido febbraio del 1986 e il mitico gennaio dell’1985 per fare solo alcuni esempi trattati.
Insomma, credo che anche una serie di dati amatoriali, rilevati con pazienza e continuità, dopo 33 anni, sia in grado di dire qualcosa di interessante, se analizzata in maniera critica e diligente.

Mi permetto infine di fare due raccomandazioni:
La prima a noi appassionati della meteorologia; manteniamo le nostre stazioni meteorologiche il più a lungo possibile poiché, se è vero che è interessante osservare di giorno in giorno l’andamento dei fenomeni atmosferici e altrettanto vero che analizzare i dati raccolti con dopo 20 – 30 -40 …anni vi assicuro che è un’avventura ancora più bella e indimenticabile, almeno per me è stato così.
La seconda raccomandazione alle istituzioni pubbliche che gestiscono le reti meteorologiche ufficiali per cui si spendono somme altissime, derivate spesso da finanziamenti a pioggia in occasione di eventi atmosferici particolarmente gravi e le cui stazioni spesso cadono in disuso dopo pochi anni. Cercate di individuare un certo numero di stazioni sul territorio destinate a continuare nel tempo, perché ogni volta che si interrompe una serie storica di 20 – 30 anni e più si commette un “delitto irreparabile” nel campo scientifico, poiché viene perduto un tassello fondamentale per capire l’andamento climatico di un territorio.

Mi scuso se mi sono permesso di fornire qualche consiglio, ma d’altra parte un poco di esperienza dopo 35 anni di studio amatoriale della meteorologia, credo di essermela guadagnata.
Concludo sottolineando che in questo articolo mi sono limitato a proporre elaborazioni molto semplici, quindi è assolutamente ben accetto chi saprà migliorare le analisi, aggiungere osservazioni che mi siano sfuggite e naturalmente evidenziare critiche alle interpretazioni proposte.

Mi rendo conto che l’articolo possa essere risultato un po’ noioso e prolisso, ma i dati sono veramente tanti, così come il susseguirsi degli eventi meteorologici, pur se analizzati considerando solamente il parametro temperatura. Sono tuttavia convinto che gli appassionati non si saranno annoiati a leggere queste osservazioni e magari a trovare analogie o discrepanze rispetto alle proprie serie termiche.

Ho esordito nei primi paragrafi di questo articolo mettendo sull’avviso i lettori che i dati che sarei andato ad analizzare avevano, considerata la strumentazione e la collocazione del termometro, un carattere del tutto amatoriale. Al termine di questa mia fatica mi rendo conto, però, con una punta di orgoglio che la lettura critica di questi dati è in grado a mio giudizio di fornire una serie di informazioni interessanti.

Come confutare, ad esempio, la tendenza generale al riscaldamento che anche questa serie meteorologica mostra e soprattutto l’accentuazione del riscaldamento nei mesi primaverili di aprile e maggio che rendono la primavera dei nostri anni una stagione completamente differente a quella della fine degli anni settanta? Come non notare in maniera inequivocabile il riscaldamento del mese di giugno nell’ultimo decennio, che lo ha portato ad essere un mese dalle caratteristiche pienamente estive del tutto simile in molti casi a luglio ed agosto? E di seguito il carattere di eccezionalità nella serie rivestito della caldissima primavera del 2007 o l’anomala estate del 2003, per continuare con il gelido febbraio del 1986 e il mitico gennaio dell’1985 per fare solo alcuni esempi trattati.
Insomma, credo che anche una serie di dati amatoriali, rilevati con pazienza e continuità, dopo 33 anni, sia in grado di dire qualcosa di interessante, se analizzata in maniera critica e diligente.

Mi permetto infine di fare due raccomandazioni:
La prima a noi appassionati della meteorologia; manteniamo le nostre stazioni meteorologiche il più a lungo possibile poiché, se è vero che è interessante osservare di giorno in giorno l’andamento dei fenomeni atmosferici e altrettanto vero che analizzare i dati raccolti con dopo 20 – 30 -40 …anni vi assicuro che è un’avventura ancora più bella e indimenticabile, almeno per me è stato così.
La seconda raccomandazione alle istituzioni pubbliche che gestiscono le reti meteorologiche ufficiali per cui si spendono somme altissime, derivate spesso da finanziamenti a pioggia in occasione di eventi atmosferici particolarmente gravi e le cui stazioni spesso cadono in disuso dopo pochi anni. Cercate di individuare un certo numero di stazioni sul territorio destinate a continuare nel tempo, perché ogni volta che si interrompe una serie storica di 20 – 30 anni e più si commette un “delitto irreparabile” nel campo scientifico, poiché viene perduto un tassello fondamentale per capire l’andamento climatico di un territorio.

Mi scuso se mi sono permesso di fornire qualche consiglio, ma d’altra parte un poco di esperienza dopo 35 anni di studio amatoriale della meteorologia, credo di essermela guadagnata.
Concludo sottolineando che in questo articolo mi sono limitato a proporre elaborazioni molto semplici, quindi è assolutamente ben accetto chi saprà migliorare le analisi, aggiungere osservazioni che mi siano sfuggite e naturalmente evidenziare critiche alle interpretazioni proposte.

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