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I 2 Tornado del 09 Luglio 2007   Inserito il› 23/07/2007 1.08.05
La sinottica del 09 Luglio 2007 sull'Europa vede il modesto affondo di una saccatura atlantica sul territorio francese, supportata da una cospicua dose di aria fredda al suo seguito (fino a -25°C a 500hPa). Sul suo fronte anteriore va ad instaurarsi un richiamo umido sud-occidentale che va ad interessare principalmente l'Italia, dove si registrano valori fino a +20°C a 850hPA al centro-sud e +16°C, sempre a 850hPa, al Nord. Non si tratta di un apporto umido pre-frontale notevole, infatti i dew point al suolo non andranno a superare generalmente i +18°C, valore quindi tutt'altro che eccezionale. Si veniva, infatti, da una serie di giornate limpide ed estremamente secche grazie alla presenza di correnti da W/NW. Tuttavia bastarono soltanto 12 ore circa per predisporre la Pianura Padana di un buon carburante in attesa dell'ingresso del Fronte Freddo, previsto per il tardo pomeriggio di Lunedì 09 Luglio.

La situazione a scala europea alle ore 12z:


Fonte: www.meteoliguria.it



Come detto, alle medio-basse quote si nota un buon richiamo umido, ma un ruolo fondamentale in questa giornata lo assumono le correnti in quota: la saccatura atlantica è infatti accompagnata da una potente jet-stream, la quale pone le basi per una cospicua divergenza alle alte quote, fondamentale per l'instaurarsi di fenomeni temporaleschi intensi. Contemporaneamente si assiste all'ingresso di un nocciolo di vorticità positiva davanti al Fronte Freddo, essenziale per l'insbilizzazione dell'aria, accentuata notevolmente anche dall'azione del Sole il quale ha portato le temperature massime fino a 26/30°C intorno alle ore 14 locali.



Fonte: www.meteoliguria.it


Fonte: www.meteoliguria.it



Fonte: www.meteoliguria.it


Lo shear di basso livello viene poi accentuato dall'azione dei venti di richiamo attivati dal minimo di pressione in formazione sulla Pianura Padana, venti che assumono una direzione prevalente meridionale. Tutto depone alla possibile formazione di temporali estremamente violenti...
Nel tardo pomeriggio è prevista l'entrata della jet-stream da W/SW, la quale dovrebbe dare "il via" all'esplosione convettiva.

E infatti alle ore 16 parte la convezione, a carattere sparso, sulle aree pianeggianti dal Piemonte al Friuli.


Copyright © 2007 EumetSat




Fonte: www.landi.ch

La prima cella più intensa va a generarsi in Piemonte, tra Torino e Biella. Mostra subito un asse molto inclinato con la tendenza alla formazione di un eco ad uncino nella sua parte posteriore. La spinta esercitata dal Fronte Freddo in avvicinamento fa si che essa assuma una traiettoria prevalente W/NW-E/SE, mentre le correnti in quota spingono l'incudine verso N/E.
In quegli istanti io e mio zio, partiti per uno storm-chasing pomeridiano, ci troviamo nelle campagne intorno Vigevano (PV) in attesa di sviluppi; notiamo subito l'ingresso nei medio-bassi strati del vento da S/W, il quale ha immediatamente un duplice effetto:
1) ridurre drasticamente la convezione sull'area pavese e milanese meridionale in seguito ad un seccamento dell'aria
2) attivare una poderosa convezione nel lodigiano, dove una cella esplode letteralmente in pochi minuti (risulterà poi essere la supercella tornadica di Guidizzolo che analizzeremo più avanti nel reportage)
Dalla nostra postazione abbiamo la possibilità di vedere sia la cella piemontese sia quella lodigiana, la quale mostra già in partenza una base molto bassa


La cella in formazione sul Lodigiano - Foto dell'autore



La cella in formazione sul vercellese - Foto dell'autore


A questo punto decidiamo di spostarci e di muoverci verso il temporale piemontese, che nel frattempo pur essendo in fase di indebolimento stava andando a generare di fronte ad esso una nuova area temporalesca. Non conoscendo minimamente le strade del posto ci arrangiamo "a vista", cercando di avvicinarci il più velocemente possibile alla parte posteriore del temporale. Sappiamo bene che l'azione del vento di caduta da S/W potrebbe influenzare negativamente la cella una volta entrata nel suo raggio di azione, ma notiamo comunque un updraft decisamente robusto in fase di evoluzione.


Proseguiamo verso Mortara; una volta giunti iniziamo a scrutare la base del temporale: si nota immediatamente la bellissima struttura  avente una base solida e compatta. Rimaniamo per ben 15 minuti fermi ad una coda al semaforo, durante i quali non possiamo più osservare il temporale. Una volta usciti dal paese ci dirigiamo verso N/NW, correndo lungo il fianco del temporale che si trova alla nostra sinistra. La presenza di una lunga distesa di campi di granoturco non ci permette di poter osservare la base del temporale per circa 3 km. Poi, ad un tratto, si apre la visuale verso Ovest, stiamo viaggiando a 80km/h... volto la testa....e con la coda dell'occhio vedo distintamente un cono scendere dalla base della cella! Caso vuole che appena effettuo una frenata molto decisa troviamo una piazzola di sosta al lato della strada, una grande fortuna dato che abbiamo la possibilità di fermarci immediatamente. L'adrenalina in pochissimi secondi sale...scendiamo di corsa a prendere e preparare cannocchiale e macchina fotografica dal sedile posteriore, ci volgiamo verso Ovest e qui il tempo sembra fermarsi di colpo: lo spettacolo che ci troviamo davanti è esaltante. Abbiamo di fronte una stupenda struttura supercellulare, le torri di updraft che ci sovrastano con alle spalle un cielo azzurro limpido, i fulmini nube-terra con i tuoni secchi al seguito, e in fondo....in basso a sinistra...il cono. Mio zio prende il telefono e chiama Andrea segnalando il funnel in evoluzione, quando ques'ultimo improvvisamente si condensa totalmente fino al suolo. Sono le 18 in punto... Qui veramente è l'apoteosi: sono istanti unici. Un cacciatore di temporali come obiettivo finale ha sempre quello di fotografare un Tornado, ma quando ci si trova di fronte ad esso si fa fatica anche a crederci. Vedere un "legame" tra la nube e la terra è qualcosa di spettacolare. Non sembra vero poter essere li, con la macchina fotografica pronta ad immortalare il tutto.


Il fenomeno in questione dura una manciata di minuti, giusto il tempo di fare una decina di fotografie, cercando di tenere la mano indenne da tremolii derivanti dall'emozione del momento.









La seguente immagine radar è riferita agli istanti nei quali si è sviluppato il vortice:


Fonte: www.meteolecco.it

Esso è sceso nella periferia Sud di Vercelli, precisamente nei pressi del paese Costanzana, dove si sono registrati danni di lieve entità, come tetti parzialmente scoperchiati e alberi abbattuti.

Negli stessi istanti un secondo cacciatore di temporali si trovava nei pressi della cella, in una posizione decisamente più vicina al luogo di touch-down del Tornado! Ecco un paio di scatti nei quali è possibile anche individuare la debris cloud sollevata dal vortice:



Fonte: http://klipsi.blog.tdg.ch/


Fonte: http://klipsi.blog.tdg.ch/


La seguente mappa mostra il paese Costanzana e le due relative postazioni di ripresa:


Fonte background: Google Maps


A questo punto il Tornado risale da terra e si dissolve; decidiamo di avvicinarci alla base della cella, spostandoci di circa 6/7 km verso Ovest, attraverso strade di campagna. Giungiamo nei pressi di Robbio dove ci fermiamo a osservare l'evoluzione del temporale, che mantiene intatte le sue caratteristiche supercellulari, con mesociclone ben visibile, così come l'area a rischio Tornado ancora turbolenta. Tuttavia è giusto precisare che si trattava di una cella di dimensioni estremamente ridotte, niente a che vedere con le immense supercelle che a volte si sviluppano anche in Pianura Padana (un esempio lampante è quella del 02 Maggio 2007). Restiamo circa 20 minuti ad attendere eventuali altri tentativi di tornadogenesi, che però non avvengono in quanto tutto il sistema lentamente va indebolendosi, con attività elettrica in totale esaurimento. L'atmosfera si mantiene comunque calda e afosa, con improvvisi blocchi della ventilazione di inflow allorquando andiamo a trovarci sotto l'updraft principale della cella.


Foto dell'autore


Foto dell'autore


In questi istanti la cella raggiunge la sua massima intensità, presentando al radar un nocciolo color viola sintomo inequivocabile di grandine. Da notare anche nella parte posteriore del temporale la lieve tendenza alla genesi di un eco ad uncino, sintomo in ogni caso di rotazione del sistema, confermata poi anche dall'osservazione dal vivo.


Fonte: www.meteolecco.it

Gradualmente, intorno alle 18.30, il temporale perde decisamente forza e tende a dissiparsi, "figliando" una seconda debole cella verso N/E che andrà poi ad interessare il milanese con qualche acquzzone. Io e mio zio ci dirigiamo verso casa soddisfatti, con la "preda" in saccoccia...intorno a noi un cielo limpido e brillante, con un bellissimo arcobaleno che ci accompagna per qualche minuto di viaggio. Non c'è modo migliore per chiudere una storica caccia ai temporali.






Passiamo ora alla seconda supercella tornadica. Essa è andata a svilupparsi intorno alle 16.30 nel lodigiano orientale per poi dirigersi, assumendo una traiettoria W/SW - E/NE, verso l'alto mantovano e da lì nel vicino veronese; non si è trattata di una singola cella isolata, in quanto è andata a costituire, insieme ad altre 2, un cluster temporalesco che senza dubbio ha reso difficile l'individuazione delle potenzialità tornadiche (attraverso le immagini radar) che la cella in questione aveva.

Le mappe di previsione a piccola scala mostravano, per le ore pomeridiane, i maggiori valori di vorticità proprio tra Cremonese e Mantovano in prosecuzione verso N/E, andando a comprendere gran parte della pianura veneta e soprattutto friulana.


Fonte: www.meteoliguria.it

In effetti si era già notato a priori che la traiettoria di entrata del Fronte Freddo sarebbe andata a privilegiare le regioni nord-orientali dell'Italia, "saltando" parzialmente quelle nord-occidentali, che infatti sono state interessate solamente da due piccole celle, una delle quali comunque tornadica come abbiamo visto fino ad ora.

Alle ore 16.30, l'ingresso del vento catabatico da S/W sull'area pavese e milanese ha contribuito in modo determinante all'accensione della convezione sull'area lodigiana e cremonese, che fin da subito si è mostrata estremamente intensa e rapida. Considerando anche il setup presente in quota (bene o male favorevole a tutta la Pianura Padana) nonchè il ristagno di aria più umida anche alle quote medie, tutto poneva per la genesi di celle temporalesche ad asse obliquo estremamente intense. E così è stato.

Ecco una mappa che evidenzia le aree interessate da maggiori quantità di energia potenziale alla quota di 850hPa:


Fonte: www.meteoliguria.it


E' altresì importante notare come l'azione dei venti di richiamo da S/W sia stata fondamentale per la genesi temporalesca sul cremonese e mantovano, in quanto è andata a creare una sorta di convergenza sulle suddette zone con i venti settentrionali in discesa dalle aree prealpine. Il risultato non è stato altro che un incentivo notevole ad un irrobustimento delle correnti ascensionali in seno alle celle temporalesche.

Dalla seguente immagine del satellite visibile spunta chiaramente il cluster temporalesco in veloce evoluzione, e contemporanemente si nota il pressochè totale diradamento di nubi in atto sul Pavese e milanese meridionale in seguito all'azione del S/W alle basse quote. L'entrata della jet-stream da W/SW imprime una forte inclinazione alle celle temporalesche, che risultano allungate verso E/NE con le loro incudini. Le tre celle temporalesche (quella piemontese, quella lombarda e quella friulana) sono tutte e tre a carattere supercellulare!


Copyright © 2007 EumetSat


Ecco uno scatto radar della stessa ora (con una freccia blu è indicata la supercella che circa un'ora dopo andrà a generare il secondo Tornado della giornata, il più potente):


Fonte: www.landi.ch

Col passare dei minuti tutto il sistema presente sulle pianure orientali della Lombardia si intensifica velocemente presentandosi al satellite come un esteso "macchione" bianco in spostamento verso E/NE. Le celle che lo costituiscono sono tre, ma una di queste, quella più meridionale, è diversa dalle altre.

Immagine radar delle ore 17.30:


Fonte: www.landi.ch

Osservando questo scatto radar anche ad un occhio esperto risulterebbe difficile andare a scovare presupposti che farebbero mettere sull'attenti per la possibile genesi di fenomeni vorticosi dalla cella in questione. Tramite il radar Landi, infatti, a volte i particolari relativi alle riflettività delle cellule temporalesche vengono "nascosti" a causa della non eccelsa accuratezza delle scansioni.

A nostra disposizione abbiamo però le scansioni effettuate alla stessa ora dal radar dell'ARPA del Veneto, che ci mostrano qualcosa di assurdo:



Come citato dal testo in sovraimpressione, si tratta di una scansione classica associata ad una sezione verticale effettuata sulla traccia disegnata dalla linea bianca visibile sull'immagine a sinistra.
Ebbene, ciò che abbiamo di fronte è un pazzesco eco ad uncino! Esso è poco identificabile nella prima immagine, ma incredibilmente distinguibile nella seconda, che rappresenta una sezione che purtroppo ha come quota inferiore i 2500 metri. Dico purtroppo perchè se il fascio radar avesse compreso tutte le quote fino al suolo avremmo potuto ammirare una radarata degna delle supercelle tornadiche americane. La regione a scarsa o nulla riflettività indicata dalla freccia rappresenta la WER (weak echo region). Essa è la zona (conosciuta anche con il termine "Inflow Notch") nella quale si attivano i forti venti di inflow in seguito all'aspirazione effettuata dal mesociclone; esso con la sua forza risucchia aria dal basso non consentendo alle goccioline di unirsi per coalescenza in elementi più grossi, dato che esse vengono trasportate velocissimamente verso l'alto. Il tutto si manifesta attraverso un eco radar a scarsa o nulla riflettività. Ebbene, la WER in questa supercella ha raggiunto i 5 km di quota, segnale inequivocabile di un mesociclone estremamente intenso presente all'interno del temporale!

La seguente immagine racchiude invece una sezione più estesa, che va a comprendere anche un'altra cella posizionata posteriormente a quella "madre". Anch'essa, seppur in modo più attenuato, mostra i perfetti canoni supercellulari: due supercelle una dietro l'altra insomma, fatto abbastanza inusuale.




La seguente immagine mostra le due supercelle in azione; con le frecce bianche sono indicati i due rispettivi hook-echo, con le frecce nere è indicata la rispettiva traiettoria di ogni cella.

Ecco un'immagine al satellite visibile del cluster di supercelle (si nota anche la contemporanea genesi della mini-supercella vercellese):


Copyright © 2007 EumetSat

Intorno alle ore 17.30, nel paese di Castel Goffredo (MN), vengono scattate le due seguenti fotografie:


Autore: Niki Olivopotenza


Autore: Niki Olivopotenza

Esse ritraggono l'imponente wall cloud che accompagnava la supercella mantovana; la sua dimensione è decisamente notevole, ma credo che il seguente racconto (sempre dell'autore delle foto)  valga più di mille altre parole:

"Verso le ore 17 mentre ero in casa, sento il rumore di tuoni continuo,allora
esco e guardo il cielo e noto che da ovest avanzava un temporale con una
forma assai minacciosa e che mi ricordava i filmati di formazione di tornado
che ho visto non molto tempo fa.
Ho allegato le 4 foto che ho scattato alla formazione (sono in ordine di
tempo) sono messe in un file zip.
Dopo aver scattato le foto noto che le nuvole si muovo a velocità assai
elevata e in rotatorio in senso antiorario.
Passano un paio di minuti e il temporale è quasi sulla mia testa e queste
nuvole continuano a ruotare, subito penso sia solo un fatto di suggestione
per i filmati che avevo visto , attendo ancora un altro minuto ma la mia
paura sale, allora dico a mia mamma di entrare subito in casa e chiudere
tutto, in quel momento il vento aumenta.
Inizio con mia madre a chiudere finestre e quant'altro fatto questo (avremo
impiegato 4 minuti) vado al piano superiore a mi affaccio all'ultima
finestra rimasta aperta e sulla destra a circa 400 metri da casa mia vedo un
turbinio di oggetti all'altezza di 50 60 metri oggetti che ruotano ad alta
velocità, purtroppo non sono riuscito a fare la foto anche perchè il si è
spostato velocemente e mi è la visuale della finestra non mi ha più permesso
di vedere nulla.
Subito ho pensato che si trattasse di un tornado di piccole dimensioni ma la
cosa che mi lasciava perplesso è che non ho notato il classico cono dei
tornado ma solo il turbinio di terra ed oggetti.
Nella sera ho avuta la notizia che al centro del mio paese a circa 1 Km da
casa mia ci sono stati danni di medie dimensioni come porte e finestre
divelte alberi abbattuti , antenne e camini distrutti e un esilo dichiarato
inagibile e pare che ulteriori danni siano stati fatti a Guidizzolo paese
qua vicino."

Alle ore 17.45 circa, quindi, si sviluppa il Tornado, il quale va ad interessare la periferia est di Castel Goffredo.

Passano circa 20 minuti...e alle ore 18 la supercella nella sua corsa verso E/NE va a colpire in pieno il paese Guidizzolo, distante circa 7 km da Castel Goffredo. Dapprima il temporale lascia cadere per pochi minuti un'intensa grandinata con chicchi che raggiungono i 6 cm di diametro, poi...dopo qualche attimo di calma...si scatena il finimondo: il Tornado, ormai al massimo della sua potenza, reca dei danni incalcolabili. Le case vengono completamente scoperchiate, i tetti letteralmente aspirati, qualsiasi tipo di detrito viene scagliato ad una velocità di oltre 200 km/h contro pareti, finestre, porte d'ingresso delle abitazioni. La furia del vento riesce addirittura a spostare e sollevare automobili, spostare interi mobili presenti all'interno delle case.

Il tutto dura pochi minuti, durante i quali regna il panico tra la gente del posto, poi il vortice si sposta velocemente verso N/E, lasciandosi alle spalle una "striscia" di devastazione. E durante gli stessi minuti nel Vercellese era un'azione un altro Tornado...



Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it


Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it


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Le seguenti immagini sono state scattate da un elicottero poco dopo il passaggio del vortice.


Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/



fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/



Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/

Sono ben evidenziabili i tipici danni "da Tornado", ossia ingenti e limitati a circoscritte aree territoriali. Si nota infatti un fatto che si verifica abbastanza frequentemente in seguito al passaggio di un Tornado su un'area abitata, ossia la presenza di case e tetti quasi distrutti a 50 metri da altre abitazioni completamente integre e prive di danni !
Avere a disposizione queste immagini aeree senza dubbio è stato di grande aiuto soprattutto per avere un colpo d'occhio a livello generale sull'area interessata  dal fenomeno, nonchè a scopo didattico per quanto riguarda l'analisi della tipologia di danni.

Ecco le immagini del Tornado che ha colpito Guidizzolo:



Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it



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Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it

Alle ore 18.10 in concomitanza, sulla Pianura Padana, erano in azione due distinti Tornado:


Fonte: www.landi.ch



Considerando che:
1) il Tornado si è generato nei pressi di Castel Goffredo (MN)
2) Guidizzolo dista circa 7 km da Castel Goffredo

è ipotizzabile che l'imbuto abbia percorso ben 7 chilometri prima di colpire Guidizzolo !! Tuttavia dalle testimonianze raccolte si evince come tra i due paesi non ci siano danni notevoli; ciò fa pensare ad un percorso "su e giù" del Tornado il quale probabilmente non si è mantenuto a terra per tutti i 7 km. 
Ecco una mappa sulla quale è evidenziato il percorso più plausibile del Tornado:


Fonte: Google Maps

In base alla stima dei danni il Tornado può essere fatto rientrare nella categoria EF2, secondo la nuova scala Fujita (Enhanced Fujita Scale). I suoi venti presumibilmente hanno raggiunto e superato i 200km/h.

I Tornado che raggiungono questa categoria sono relativamente rari qui in Italia. L'ultimo fenomeno tornadico che ha suscitato scalpore almeno quanto quello di Guidizzolo è stato il Tornado della Brianza (07 Luglio 2001), il quale ha assunto caratteristiche molto simili per quanto riguarda la distanza percorsa (circa 6 km) ma lievemente differenti per quanto riguarda i danni; infatti esso a suo tempo fu giustamente classificato come F3.

Ecco un'immagine alquanto impressionante dei danni di quel famoso Tornado:




Ed ecco anche una sua fotografia:



Concludendo, è doveroso ricordare che durante lo stesso pomeriggio sulle colline venete si è registrato un terzo Tornado (di categoria EF0), mentre sulle pianure del Friuli si sono registrate notevoli grandinate con dimensioni dei chicchi che hanno raggiunto in molti casi i 5/6 cm!
Si può affermare, quindi, che durante il pomeriggio del 09 Luglio 2007 la Pianura Padana è stata interessata da un outbreak tornadico in piena regola, evento sicuramente raro ma non certo eccezionale.

Il Tornado F2 di Guidizzolo è stato il fenomeno più intenso della giornata, tant'è che le immagini dei danni hanno fatto il giro dei telegiornali nazionali nonchè regionali, per non parlare dei quotidiani locali, dei quali mostriamo qualche ritaglio:


Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it



Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it


Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it



Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it




Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it




Fonte: http://gazzettadimantova.repubblica.it/  &  www.meteonetwork.it


E il ritrovamento di alcune cassette di legno (appartenenti ad alcune ditte localizzate a Guidizzolo) ad una distanza di 25 km fa capire quale sia stata l'intensità del fenomeno che ha colpito la zona in quel pomeriggio del 09/07/07, data che sicuramente verrà ricordata a lungo.
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