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.: Mercoledì 27 settembre 2023
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Luca Dal Bello |
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L’episodio nevoso dei giorni 11 e 12 febbraio 2013 parte con l’irruzione del giorno 9 con una nuova spinta azzorriana che innesca la discesa di una saccatura polare verso il Mediterraneo, al cui interno vi si trovano isoterme piuttosto basse: la -12 investe la Mitteleuropa e l’isoterma -6.7 alla quota di 850 hPa alla mezzanotte del 10 febbraio raggiunge i cieli di Linate. Nel frattempo al suolo si leva un vento di favonio freddo, percepito giustamente dalla gente come tramontana, che secca l’aria andando a creare una perfetta colonna da neve. L’ingresso avviene a partire dal primo pomeriggio del 9 ed è anticipato dalla formazione di una banda di nubi cumuliformi, che coprono i cieli della Lombardia, producendo virgae nevose che però sublimano prima di raggiungere il suolo, a causa dell’aria molto secca. Il cielo si apre verso sera e la T ha modo di crollare su valori ampiamente negativi. Ecco la sequenza che testimonia l’ingresso della saccatura.
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Dopo gli ultimi refoli di vento, durante la notte rimonta un debole promontorio mobile di alta pressione che fa sedimentare il freddo al suolo. Le temperature minime del 10 febbraio sono ovunque molto fredde e nella bassa valle del Ticino toccano i -8. Insomma, la colonna d’aria viene a trovarsi in un’ottima condizione termo-igrometrica: l’ideale per avere eventuali nevicate su tutto il nord-Italia nel caso arrivasse tempestivamente una perturbazione. Le temperature di bulbo umido sono molto negative su tutta la colonna (-5.7 a 925 ha e -3.0 al suolo). L’occasione per la neve arriva immediatamente. Poiché il lobo canadese è piuttosto debole e si trova in situazione baroclina (il minimo di pressione in quota è sfasato rispetto a quello al suolo), la testa del blocco atlantico viene spinta più a SW in oceano, mentre si forma un corridoio depressionario che parte dalla Groenlandia e raggiunge il Mediterraneo attraverso la Francia. Si creano così tutti i presupposti necessari per un importante evento nevoso sulla Pianura Padana che si concretizza dalla notte dell’11 febbraio al mezzogiorno circa del 12.
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DISTRIBUZIONE DEGLI ACCUMULI Come visibile dalla cartina elaborata da Bruno Grillini, sono individuabili complessivamente alcune aree specifiche, tracciate dalle isonife. La fascia più interessata dalla nevicata passa sulle province di Pavia, Lodi, Milano (specie parte orientale), comasco (anche qui, specie orientale), Brianza, Lecco, Bergamo, dove più o meno ovunque sono caduti dai 20 ai 30 cm. In modo particolare gli accumuli maggiori si sono riscontrati sulla Brianza lecchese, dove si sono registrate punte superiori ai 35 cm, anche grazie ad alcuni rovesci stazionari che interessavano quella zona ancora nel mezzogiorno del 12. Un po’ meno colpita, ma comunque ben interessata, la fascia orientale della Lombardia e la Valtellina (quest’ultima a causa della parziale protezione delle Prealpi Orobie): in queste zone sono caduti dai 10 ai 20 cm di neve. I minimi nivometrici invece interessano l’estremo NW della Lombardia, l’alto Piemonte e il livignasco dove addirittura, nelle zone più interne e confinali, la nevicata non si è verificata.
|  11-12 Febbraio 2013 - Accumuli complessivi di neve registrate in Lombardia e aree limitrofe su base delle stazioni dalla rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini.
| Nei giorni successivi si verifica un rientro da est che mantiene condizioni di freddo, specie notturno. Nelle aree innevate è osservabile il cosiddetto fenomeno di isolamento termico (da non confondere con l’effetto albedo, che invece agisce di giorno con la luce solare!) e tra il 13 e il 14 febbraio le minime scendono a toccare i valori più bassi del mese e, in molti casi, dall’intero inverno 2012-13. Ecco alcune delle T minime più basse registrate dalla rete CML:
Giorno 13 Asigliano (VC): -8.2 Alessandria San Michele: -7.6 Briona (NO): -7.2 Giorno 14: Alessandria San Michele: -9.8 Castelnovate di Vizzola Ticino: -7.4 Asigliano (VC): -7.3 Besnate (VA): -7.2 Gaggiano (MI): -7.1 Abbiategrasso sud (MI): -7.0 Pontenuovo – Boffalora (MI): -7.0 A rigor di cronaca, nel basso Piemonte in provincia di Asti, la stazione ARPA di Castell’Alfero, posta in conca, tocca i -13.6 la mattina del 14. CRONACA DELLA NEVICATA A BRIONA
A Briona la caduta di neve è avvenuta tra le 6 del mattino e le 18 del giorno 11, con la fase più intensa concentrata tra le 12 e le 16. La precipitazione si è verificata con una temperatura compresa tra -1.8 e 0.5 gradi. L’accumulo finale è stato di 8.5-9 cm di consistenza asciutta, meno ragguardevole rispetto alle sopracitate province, ma comunque discreto per questi ultimi tempi. La prima foto si riferisce al primo pomeriggio dell’11 febbraio. Sono circa le 13 e da poco ha iniziato a nevicare intensamente (la neve cadeva già da diverse ore ma fino a quel momento era debole). Si tratta della vista da casa mia sulla tenuta del castello di Briona. Al suolo i primi 3-4 cm. |  11 febbraio 2013. Briona (NO) sotto la nevicata. Foto di Luca Dal Bello |
Decido di partire per un giretto in collina, per godermi i fiocchi e usare un po’ la mia digitale. Quest’altra foto è scattata dalle prime pendici collinari appena a monte di Briona, in prossimità dell’acquedotto comunale, con puntamento SW. In quel momento nevicava con una brezza nord-orientale tesa. | 11 febbraio 2013. Briona (NO) sotto la nevicata. Foto di Luca Dal Bello |
Mi addentro nelle colline, percorrendo il sentiero tracciato dal Rio Nocca, uno dei tanti profondi colatori naturali che solcano l’area dei pianalti delle Colline novaresi. | 11 febbraio 2013. Colline Novaresi nei dintorni di Briona (NO) sotto la nevicata. Foto di Luca Dal Bello | 11 febbraio 2013. Colline Novaresi nei dintorni di Briona (NO) sotto la nevicata. Foto di Luca Dal Bello |
Mi sposto sul pianalto tra Briona e Fara, in mezzo alle vigne. Nevica orizzontalmente: la brezza fa turbinare i fiocchi… lì per lì è divertente, ma sono i primi segni dell’ingresso del temuto “borino”, ovvero dell’effetto favonico che a volte si innesca quando si formano dei minimi al suolo troppo bassi e profondi: tale vento va a inibire le precipitazioni. Di lì a poco infatti le nevicate termineranno. | 11 febbraio 2013. Briona (NO) sotto la nevicata. Foto di Luca Dal Bello |
11 febbraio 2013. Briona (NO) sotto la nevicata. Foto di Luca Dal Bello | Ed ecco che, al mio rientro, le precipitazioni scemano notevolmente, per poi esaurirsi definitivamente dopo le 18.
| 11 febbraio 2013. Briona (NO) sotto la nevicata. Foto di Luca Dal Bello |
Le ultime foto sono state scattate la mattina del 12. Si vede il cielo velato, dal quale traspare il disco solare… poche decine di km a est, in quel momento, la neve stava dando ancora spettacolo. | 12 febbraio 2013. Briona (NO) il giorno dopo la nevicata. Foto di Luca Dal Bello | 12 febbraio 2013. Briona (NO) il giorno dopo la nevicata. Foto di Luca Dal Bello | LE CAUSE DELLA RELATIVA OMBRA NIVOMETRICA NEL NW DELLA LOMBARDIA E NELL’ALTO PIEMONTE
Le seguenti mappe in nowcasting del modello MOLOCH mostrano il motivo per cui l’area compresa tra biellese, Valsesia, alto novarese, Verbano e varesotto (escluso estremo SE della provincia) è stata relativamente poco interessata dalla precipitazione. Prendendo come riferimento i piani isobarici di 850 e 500 hPa, notiamo come l’ingresso della struttura depressionaria sia stato sfavorevole per le aree succitate. Nel tardo pomeriggio e in serata, la depressione in quota si colloca in una posizione troppo orientale per il Piemonte. Il massimo della divergenza in quota interessa la Lombardia dal milanese verso est, e con essa le maggiori precipitazioni. La struttura depressionaria persiste per molte ore in posizione “scomoda” lasciando in ombra l’alto Piemonte. La risalita dei nuclei nevosi resta sempre quei 40-50 km troppo a est per interessare la zona presa in esame. Da lì le precipitazioni cessano su alto Piemonte ed estremo NW Lombardo, mentre poco più a est la nevicata si intensifica notevolmente. Peraltro il vortice in quota staziona esattamente nella stessa posizione per diverse ore, rigenerando le nevicate sulla Lombardia dal varesotto orientale verso est. Ancora la mattina del 12 su tali aree nevicava intensamente, mentre più a ovest le precipitazioni erano cessate già dal tardo pomeriggio precedente. | 
Come se non bastasse, ad aggravare l’ombra nivometrica, nel pomeriggio dell’11 si forma anche un minimo secondario al suolo che intensifica la ventilazione da NE nei bassi strati (quota 850 hPa in questo caso) sull’estremo ovest della regione, che tende a seccare la colonna d’aria e inibire le precipitazioni. Questa mappa spiega il vento da NE che ho rilevato durante il mio giro in collina tra le 13 e le 16. | Ed ecco, per concludere, la stupenda immagine satellitare in falsi colori del 14 febbraio evidenzia da una parte una Pianura Padana completamente innevata e dall’altra una zona completamente priva di neve tra alto Piemonte e varesotto: in parte per la fusione della poca neve caduta, in parte proprio perché le precipitazioni sono state meno abbondanti, se non del tutto assenti (vedi Ossola, estremo lembo NW del varesotto).
|  14 febbraio 2013 – Quanto visibile dallo spazio dal sensore MODIS a bordo del satellite Terra, Fonte: Modis | Luca Dal Bello
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