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Confronto delle temperature al suolo e a livello dei tetti in ambito urbano   Inserito il› 14/09/2014 22.48.03
Aggiornato il› 12/10/2014 12.24.55

Premessa

La questione principale che si pone, nel posizionamento dei sensori di temperatura in area urbana, è relativa alla possibile differenza rilevabile nelle osservazioni effettuate in prossimità del suolo rispetto a quelle effettuate sulla sommità degli edifici.

La tesi – qui soggetta a verifica - è che in presenza di un tessuto urbano sufficientemente denso sia coerente rilevare la temperatura alla sommità degli edifici, in quanto non dissimile da quella rilevabile sul fondo dei “canyon” stradali (dove peraltro il rimescolamento dell’aria è maggiormente inibito); viceversa, in presenza di spazi aperti la temperatura in prossimità del suolo subisce più significativamente le conseguenze della perdita di calore per irraggiamento nelle ore notturne, e va quindi a differire da quella che sarebbe rilevabile al colmo di un eventuale edificio.

Caratteristiche delle stazioni

Le stazioni prese in esame sono quelle che, tra il giugno 2012 e l’agosto 2014, hanno funzionato contemporaneamente per un numero sufficiente di giorni. Poiché lo scopo della verifica non è stabilire un valore climatico assoluto bensì le relative differenze tra stazione e stazione, sono stati selezionati i soli giorni in cui è presente il dato di tutte le stazioni prescelte.

La posizione delle stazioni utilizzate nell’ambito del tessuto urbano di Milano (come risultante dalle coordinate GPS riportate nelle Schede Stazione) è la seguente:

Le stazioni sono tutte dotate di strumentazione Davis Vantage Pro 2; il tipo di schermo è specificato nella tabella che segue. Nella stessa tabella le stazioni sono state raggruppate in base alla distanza dal centro della città, identificato per comodità con la stazione di Brera San Marco; il posizionamento degli strumenti (al suolo o in quota e su diverse superfici) ha determinato poi il raggruppamento delle stazioni stesse per caratteristiche omogenee.

Importante è la verifica del tessuto urbano circostante i punti di osservazione, che qui di seguito è rappresentato da un quadrato di 500 metri di lato per ciascuna stazione:

Si può notare come il tessuto urbano sia molto denso nelle stazioni del secondo gruppo, che hanno tutte i sensori in quota; prezioso termine di confronto è pertanto il sito di Brera San Marco, unica installazione urbana in tessuto denso ma collocata all’interno del “canyon” stradale.

Le stazioni inserite nel terzo gruppo, più periferiche, hanno una dotazione di spazi maggiore (tessuto urbano più aperto) e sono collocate al suolo.

Quale riferimento con la “campagna” (suolo erboso), pur ai confini del tessuto urbanizzato, sono state scelte le ultime due stazioni, poste rispettivamente ai margini ovest ed est dell’area metropolitana.

Temperature minime

Il confronto tra la media delle temperature minime rilevate nei giorni monitorati mostra alcune costanti molto significative; i valori sono stati raggruppati per trimestri stagionali nella tabella seguente:

Tra le nove stazioni esaminate, i valori più alti e più bassi sono appannaggio, in ogni stagione, delle stesse installazioni: rispettivamente Brera San Marco e Rovagnasco di Segrate.

La differenza media fra i due estremi si aggira, in ogni periodo dell’anno, sui 3,5 gradi, con una leggera estremizzazione in estate: tuttavia differenze dell’ordine di pochi decimi rientrano nella normale approssimazione strumentale, e non possono pertanto essere considerate significative.

Il fattore di maggior interesse risulta il confronto tra le stazioni in quota del tessuto urbano e quella di Brera San Marco; si osserva come la differenza media fra questa e quelle si aggiri intorno a 0,7 gradi, raggiungendo circa 1 grado nei confronti di Milano Marche, che fra quelle del gruppo appare leggermente più fresca. Si noti che il tessuto urbano di quest’ultima, prossima agli spazi aperti di Piazzale Maciacchini e dintorni, può essere di per sé favorevole a un maggior irraggiamento notturno rispetto – ad esempio – al sito di Via Arbe che, pur essendo più distante dal centro, ha una conformazione urbanistica più compatta.

Nel confronto tra Brera San Marco e la più vicina delle stazioni in quota, Milano Cadorna, la differenza media scende a meno di mezzo grado.

A meno delle differenze di pochi decimi, quindi, si può considerare verificata la omogeneità del dato tra suolo e quota in presenza di tessuto urbano denso, con la penalizzazione del “canyon” stradale per un minor rimescolamento dell’aria rispetto alla quota “tetto”.

Spostandosi in aree più aperte della città, i valori al suolo sono decisamente più bassi, con una differenza di oltre 1 grado, che sembra accentuarsi in inverno fino a raggiungere 1,7 gradi tra Lorenteggio e Brera San Marco.

La perdita di calore per irraggiamento notturno dai prati che circondano la città, infine, è il motivo determinante delle maggiori differenze che si osservano spostandosi nelle stazioni dell’ultimo gruppo, che determinano il gap città/campagna di circa 3 gradi e mezzo già evidenziato a inizio dell’articolo.

Temperature massime

A differenza delle minime, le temperature massime sembrano risultare pressoché indifferenti al tessuto urbano in cui sono rilevate. Da una stagione all’altra non sono nemmeno costanti le località che rilevano i valori più alti o più bassi: differenze che peraltro sono sempre inferiori a 1 grado.

In dettaglio, risultano pressoché identici i valori del centro, nel confronto tra Brera San Marco e Cadorna, ma anche con tutte le stazioni in quota; è percepibile solo un leggero disallineamento di alcune stazioni periferiche nei mesi invernali, a causa probabilmente della maggior presenza, su queste, della nebbia.

Conclusioni

Questo primo monitoraggio, su un campionamento parziale di giornate degli ultimi tre anni, sembra confermare la validità delle rilevazioni a livello dei tetti laddove il tessuto urbano veda il “costruito” prevalere sullo spazio aperto (tessuto denso).

Le stesse evidenze sono utili, peraltro, nell’adeguamento delle mappe climatiche realizzate mensilmente o stagionalmente sui dati delle stazioni CML, dove la presenza dell’urbanizzazione determina una distorsione costante delle temperature minime, secondo uno schema che si può rappresentare come nell’esempio che segue (redatto sulla base dei risultati di questo studio).

Con una più completa serie di dati si potrà in futuro confermare o perfezionare i risultati di questa verifica.

 
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