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.: Giovedì 12 dicembre 2024
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Mauro Corti |
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INTRODUZIONE Venerdì 17 Dicembre 2010 le zone pedemontane e prealpine lombarde, con particolare riferimento al Varesotto, Comasco, Lecchese e Bergamasco, hanno sperimentato una breve ma intensa nevicata (accumuli medi tra i 10 ed i 20 cm) in perfetto stile “alpino”, con tanto di temperature negative anche in pieno giorno e persino “scaccianeve”, con la dama bianca così soffice, asciutta e leggera da venire sollevata in sbuffi candidi di “borotalco” al primo alito di vento. Un avvenimento davvero ”fiabesco” per i paesaggi da grande Nord che ha saputo creare; da ricordare ed analizzare per le sue peculiarità uniche, e che non ha mancato comunque di provocare parecchi disagi al traffico veicolare e qualche capitombolo di troppo ai “poveri” pedoni, poco abituati a fenomeni così consistenti ed accompagnati da temperature sempre sotto lo zero di diversi gradi, che hanno agevolato il formarsi di insidiose lastre di ghiaccio. | Venerdì 17 Dicembre 2010 - Lecco - Un passante in bicicletta si avventura per il lungolago, sferzato dalla bufera. Evento davvero insolito per i lecchesi, abituati a ben altri tipi di nevicate! Autore della foto: Stefano Anghileri. Altre fotografie della nevicata sono illustrate nella sezione Reportage. | PRODROMI Per capire come sia stato possibile il verificarsi di un evento meteorologico di questo tipo, aiutiamoci osservando cosa è successo sul Vecchio Continente a partire dal 15 Dicembre scorso e come si sono posizionati sullo scacchiere europeo i vari “protagonisti ”del tempo atmosferico. Osservando le mappe GFS a 500 hpa notiamo subito il poderoso blocco atlantico che si estende dalla Penisola Iberica e si sviluppa verso Nord attraverso l’Oceano fino a raggiungere la Groenlandia. L’Anticiclone delle Azzorre si salda con l’alta termica presente sul suolo groenlandese (valori di pressione eccezionali di 1080 hpa) e dà origine ad un’unica cellula di Alta Pressione che costringe di fatto le correnti occidentali atlantiche a risalire lungo il suo bordo occidentale fin’oltre il Circolo Polare Artico. In Europa, lungo il bordo orientale dell’Alta Atlantica, scorrono diversi impulsi di aria fredda: • Il primo è già in piena azione sull’Italia. Con un nocciolo gelido di -35/-40°C a 500 hpa sui vicini Paesi danubiani, condiziona pesantemente anche il tempo della Romagna e di tutto il versante adriatico con nevicate copiose che si spingono con facilità fin sulle coste (si salva solo il Sud della Puglia), stante le temperature negative a tutte le quote. Si tratta di Aria Artica Marittima (mA) affluita nei giorni precedenti sull’Europa Centro-Orientale e che si è rapidamente propagata nei bassi strati, grazie alle frequenti precipitazioni nevose. Sulla Lombardia il tempo è sereno o poco nuvoloso grazie alla protezione offerta dall’Arco Alpino alle correnti Nord-Orientali. Tuttavia le temperature sono in sensibile e costante diminuzione e si portano gradualmente su valori ben al di sotto della media del periodo. • Il secondo impulso muove direttamente dal Circolo Polare Artico. Si tratta ancora di Aria Artica Marittima e come si può ben vedere dalla mappa GFS è proprio un lobo del Vortice Polare ”in persona” che scende con rapidità verso Sud. La sua parte più gelida ed attiva resterà tuttavia oltralpe e condizionerà il tempo del Centro Europa e delle Isole Britanniche con vere e proprie tormente di neve e temperatura davvero “glaciali” (in Scozia ed Irlanda molti record di freddo verranno battuti proprio in quei giorni). Ad ogni modo parte di quest’aria fredda si getterà nella Valle del Rodano e sarà proprio quest’ultima la responsabile del peggioramento nevoso fino in pianura del 17 Dicembre sulla nostra Regione. Successivamente lenta rotazione delle correnti, prima da Nord-Ovest, poi da Ovest ed infine da Sud-Ovest con un blando cavo depressionario che il giorno 19 causerà deboli nevicate o nevischio su buona parte della nostra regione di nuovo fino al piano (ad eccezione dell’estremo angolo Nord-Occidentale), ma con accumuli davvero irrisori e di poco conto.
| 15-19 Dicembre 2010: Analisi GFS isobare al suolo e geopoteziali a 500 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas | Anche la mappa GFS con le termiche a 850hpa è esemplificativa. Come si può ben vedere, l’isoterma di -5°C abbraccia in pratica tutta la nostra Penisola con le sole eccezioni della Sicilia e dell’estrema propaggine meridionale della Calabria. La Lombardia viene raggiunta da termiche prossime ai -10°C. L’aria fredda, più densa e pesante, travalica l’Arco Alpino e si deposita gradualmente al suolo, facendo letteralmente crollare la colonnina di mercurio su valori molto bassi. Inoltre, parte di quest’aria fredda irrompe attraverso la Porta della Bora (tra Venezia Giulia e Dalmazia), raggiunge velocemente l’Alto Adriatico e risale con componente da Est-SudEst la Pianura Padana contribuendo alla formazione, anche negli strati d’aria più prossimi al terreno, di un “cuscino” gelido pellicolare. Occorre anche sottolineare che la provenienza orientale delle correnti al suolo e la contemporanea componente settentrionale in quota hanno limitato in parte gli “effetti favonici” sulla Lombardia, relegandoli alle vallate alpine più settentrionali. Più a Sud, e nelle zone maggiormente soggette a questo fenomeno, (come per esempio il Triangolo Lariano e le zone prealpine e pedemontane del Comasco e del Lecchese ), solo brevi e temporanee comparse, che non hanno tuttavia comportato aumenti termici di particolare rilievo nemmeno in pieno giorno, data la natura molto fredda della massa d'aria in arrivo. Föhn invece praticamente assente sul resto della nostra regione, dove il ristagno di aria decisamente più umida nei bassi strati potrebbe avere contribuito ad intensificare la nevicata del giorno successivo. | 31 Ottobre 2010, 12Z: Analisi GFS isoterme e geopoteziali ad 850 hPa - FONTE: www.wetterzentrale.de - Elaborazione di Matteo Dei Cas | TEMPISTICA DELLA FASE PERTURBATA Diamo ora uno sguardo, grazie ad una sequenza di animazioni satellitari, all’incedere e alle fasi più significative di questo peggioramento. Le prime immagini sono davvero spettacolari. Si nota subito la poderosa discesa della saccatura artica che già coinvolge in pieno l’Europa Centro-Settentrionale. Caratteristico è il cosiddetto “acciottolato romano”, ben visibile sul Mare del Nord. Queste nubi cumuloformi che “tappezzano” il cielo in maniera così particolare, si originano grazie al forte gradiente termico verticale che si genera al passaggio sul mare di una massa d’aria molto fredda ed instabile come quella in questione. L’Italia è ancora alle prese con la prima irruzione di aria artica, che ancora sta apportando intensi annuvolamenti lungo le regioni adriatiche forieri di rovesci nevosi sin sulle coste di Romagna, Marche ed Abruzzo. Significativa inoltre l'azione di blocco (Stau) offerta dall’Appennino alle correnti gelide balcaniche. Guardate infatti come il cielo si presenti sereno o poco nuvoloso lungo tutta la fascia tirrenica, dalla Riviera di Levante ligure e fino al basso Lazio. In Lombardia il cielo è ancora sgombro da nubi, e solo a fine sequenza le prime frange di annuvolamenti cirriformi del fronte in arrivo dal Nord-Europa cominciano ad invadere i cieli della regione superando i contrafforti alpini. L’aria fredda collegata al fronte di irruzione punta diritta verso la Valle del Rodano, e provoca il richiamo di correnti strette di ritorno da Sud-Ovest sul Mar Ligure in risalita verso Nord. Il vero peggioramento ha inizio. | 17 Dicembre 2010 ore 13.45/19.15 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE:www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | Le sequenze successive ci mostrano l’evoluzione dei sistemi nuvolosi proprio nella fase clou del maltempo e cioè tra la prima mattina di Venerdì 17 ed il primissimo pomeriggio. Risulta subito chiaro come parte del fronte non riesca a valicare le Alpi grazie all’azione di sbarramento prodotta dalle stesse. Ma in questa specifica situazione, la cosa ci interessa poco. Dobbiamo invece focalizzare la nostra attenzione su quel tappeto di nubi medio-basse che il satellite ci mostra con colore grigio e che ricoprono interamente quasi tutto il Nord-Italia, ed in particolare la nostra regione. Queste nubi sono il risultato dello scorrimento di aria più “mite” ed umida su di uno strato più freddo e pesante presente alle quote medio-basse dell’atmosfera e fino al suolo (l’ormai “famoso cuscino padano“). Sono queste stesse nubi le responsabili delle nevicate che vanno via via intensificandosi su tutta la fascia prealpina e pedemontana a partire dalle ore 9.00 del mattino in concomitanza ad un afflusso meridionale sempre più umido richiamato da una depressione sul Mar Ligure in fase di incipiente formazione. | 17 Dicembre ore 4.00/13.00 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | Le immagini seguenti, invece, ci portano a fine episodio nevoso (quantomeno su Prealpi e Pedemontana ) e cioè da metà pomeriggio in avanti. Si vedono le prime schiarite in atto tra il Piemonte e l’Ovest della Lombardia. Nubi ancora intense e foriere di precipitazioni si notano ora tra la Lombardia Sud-Orientale e l’Emilia Romagna stante la nuova disposizione più settentrionale delle correnti che addossano nuvole e nevicate sul versante sopravvento dell’Appennino Settentrionale. In questa fase hanno inizio anche le pesanti nevicate che hanno interessato fino al piano tutta la Toscana Settentrionale compreso il capoluogo Firenze. Guardate come il fronte perturbato sia ben attivo e dispiegato da Ovest verso Est su tutte le regioni centrali. | 17 Dicembre ore 14.00/21.00 UTC - Animazione Metosat nell'infrarosso - FONTE: www.sat24.com Per visualizzare la moviola cliccare sopra l'immagine | ANALISI SINOTTICA E RADAR Cerchiamo ora di capire come mai gli accumuli nevosi siano stati così significativi proprio sulla fascia prealpina e pedemontana lombarda. Analizzando la sinottica di Venerdì 17 Dicembre 2010 a partire dalla nottata, vediamo come l’afflusso freddo dalla Valle del Rodano incentivi la saccatura artica a penetrare nel Mediterraneo tra il Golfo del Leone ed il Mar ligure. Nel corso della mattinata si evidenzia la lenta ma graduale formazione di un minimo di pressione proprio sul Golfo di Genova. Tuttavia quest’ultimo non “si chiude” rapidamente; richiama masse di aria “mite” ed umida a stretta curvatura ciclonica dal mare, e le spinge verso Nord. A questo punto gioca un ruolo tutt’altro che indifferente anche la bassa pressione presente a Nord delle Alpi, la quale incentiva ulteriormente la risalita delle correnti meridionali verso Nord. Sono proprio queste correnti, che impattando i rilievi prealpini lombardi, danno luogo al fenomeno dello “Stau”e a precipitazioni rilevanti proprio nelle zone sopracitate. Anche l’umidità presente nei bassi strati sulla Pianura Padana viene trasportata verso Nord e contribuisce alla formazione di precipitazioni più consistenti laddove essa venga costretta a sollevarsi e a condensare in nubi e successivi fenomeni, e cioè proprio in corrispondenza delle nostre Prealpi e delle adiacenti aree pedemontane. Lo scenario cambia radicalmente già nel primo pomeriggio. Il minimo depressionario sul Mar Ligure “si chiude”; la pressione a Nord delle Alpi tende di conseguenza ad aumentare e si attenua notevolmente la spinta delle correnti umide meridionali verso l’Arco Alpino. Come ovvia conseguenza anche le precipitazioni nevose si indeboliscono notevolmente su tutta la fascia prealpina e pedemontana lombarda. Il cielo tende ad aprirsi soprattutto ad Ovest, nelle Province di Varese, Como e Lecco. Più ad est la copertura nuvolosa si attarda e tende a cadere qualche residuo fiocco di neve anche durante la notte successiva. Situazione diametralmente opposta nel Sud-Est della regione così come in Emilia. Il minimo chiuso di pressione che dal Mar Ligure gradualmente si sposta verso Sud-Est convoglia correnti nordorientali più umide in direzione del lato sopravvento dell’Appennino Tosco-Emiliano, contribuendo a nevicate moderate proprio in queste zone nell’arco della serata e della nottata.
| Le immagini del Radar Landi svizzero qui sotto ci mostrano gli echi precipitativi più intensi proprio su tutta l’area prealpina e pedemontana lombarda nell’arco della mattina del 17 Dicembre (in lento e graduale spostamento da Ovest verso Est) e fin verso il primo pomeriggio, quando i fenomeni tendono ad indebolirsi e ad esaurirsi per i motivi spiegati poco sopra. | 17 Dicembre 2010 ore 8.20/9.10 loc - Animazione Radar - FONTE: www.landi.ch 17 Dicembre 2010 ore 10.20/11.10 loc - Animazione Radar - FONTE: www.landi.ch 17 Dicembre 2010 ore 12.20/13.10 loc - Animazione Radar - FONTE: www.landi.ch PECULIARITA’ DELLA NEVICATA Come già accennato nell’Introduzione, la fenomenologia nevosa del 17 Dicembre è stata davvero spettacolare. La nevicata è cominciata con temperature ampiamente negative, che non sono mai aumentate durante tutto l’episodio nevoso. Anzi, in taluni casi le temperature più basse si sono registrate a fine evento, in concomitanza al verificarsi delle prime schiarite. Ad ogni modo le termiche in pianura sono sempre state comprese mediamente tra i -3 e i -4°C. Leggermente meno fredde le aree lacustri con temperature comprese tra i -1 e i -2°C, valori comunque di tutto rispetto e decisamente rari per tali zone durante una nevicata. Ecco qui sotto una mappa davvero esemplificativa; essa rappresenta le temperature rilevate al suolo alle ore 12 UTC del 17 Dicembre 2010 in tutta l’Europa. Focalizziamo la nostra attenzione sulla Pianura Padana. E’ evidente come tutte le stazioni di rilevamento segnalino termiche ampiamente negative e mediamente comprese tra i -2 e i -4°C.
| Diamo uno sguardo anche al Radiosondaggio di Milano Linate del 17 Dicembre 2010 alle ore 00 e a quello del 18 Dicembre alla stessa ora. Il primo ci mostra una colonna d’aria già decisamente fredda e “nevosa” prima dell’inizio dei fenomeni. Si notino i -8,7°C alla quota isobarica di 850hpa e i quasi -5°C al livello del mare. Ma il dato più interessante è sicuramente il valore dell’umidità relativa che si mostra decisamente basso a partire da 400 metri e fin verso i 3000 metri di quota (da un minimo del 28% ad un massimo del 50%). Il secondo Radiosondaggio evidenzia la situazione 24 ore più tardi quando la nevicata sulle zone Prealpine e Pedemontane lombarde è ormai terminata. Si nota un’ulteriore raffreddamento sia alla quota di 850hpa, che alla quota di 500hpa. La colonna d’aria si è certamente umidificata negli strati medio-bassi dell’atmosfera, ma risulta ancora estremamante secca oltre i 2000 metri di quota circa (solo il 42% di umidità relativa alla quota isobarica di 700 hpa).
| 17 e 18 Dicembre 2010 ore 00:00 UTC - Milano Linate - Tabulato del Radiosondaggio - FONTE: www.weather.uwyo.edu | E’ proprio l’insieme di tutte queste caratteristiche termo-igrometriche alle varie quote dell’atmosfera ad aver conferito alla nevicata del 17 Dicembre peculiarità davvero uniche e tipiche delle fenomenologie alpine d’alta quota o nordiche. Temperature abbondantemente negative per tutta la durata dell’evento, fenomeni di scaccianeve, fiocchi che si depositano ovunque su ogni tipo di superficie, neve farinosissima, porosa ed asciuttissima. Ma un dato su tutti è davvero significativo: il rapporto mm/cm. che molte stazioni CML della fascia Prealpina e Pedemontana (dal Lecchese alla Bergamasca) hanno rilevato. Pensate che la neve è talmente asciutta, leggera e porosa che ad ogni millimetro di precipitazione corrispondono 3,5/4 centimetri di neve. Un dato veramente “clamoroso” e per certi versi eccezionale, dovuto con tutta probabilità non solo alle temperature negative a tutte le quote, ma soprattutto all’umidità relativa che si è mantenuta su valori insolitamente bassi alle quote medie dell’atmosfera (come abbiamo analizzato poco fa osservando i Radiosondaggi). Guardiamo per esempio questo grafico ad istogrammi che si riferisce agli Eventi Nevosi del Dicembre 2010, rilevati dalla nostra Stazione Meteorologica CML di Valmadrera. E’ davvero evidente come l’episodio del 17 Dicembre 2010, rispetto a tutti gli altri, sia un evento unico nel suo genere con un rapporto mm/cm. pari a 3,5 cm di accumulo nevoso, per ogni millimetro di precipitazione caduto!! | Stazione CML di Valmadrera (LC) - Dicembre 2010 - Studio quantitativo e qualitativo degli eventi nevosi del mese, con particolare riferimento al rapporto tra l'accumulo solido nevoso misurato su tavoletta e l'equivalente fuso in millimetri. L'evento del 17 Dicembre, a parte il fatto che è risultato quello più consistente con i suoi 15 cm di neve, spicca soprattutto per il suo rapporto di 1:3,5. Nella maggior parte dei casi tale rapporto è inferiore o pari ad 1:1. Anche nell'ultimo triennio, nei rari casi di "nevicate asciutte" era stato stimato un rapporto sempre non superiore ad 1:2. Per questa ragione l'evento oggetto di studio può tranquillamente essere definito eccezionale: i suoi tempi di ritorno (statisticamente calcolabili) potrebbero davvero essere molto lunghi! Raccolta dei dati ed elaborazione grafica a cura di Matteo Dei Cas. | CONCLUSIONI Terminiamo la nostra analisi e descrizione di questo evento nevoso con una bellissima immagine del Satellite Modis che si riferisce al 18 Dicembre 2010. Il Nord-Italia è quasi tutto ricoperto da un soffice manto di neve. Si nota anche la neve caduta i giorni precedenti lungo le coste della Romagna e delle Marche e su tutte le pianure del Nord-Est. Persino la Toscana centro-settentrionale è tutta “bianca”. Quasi tutto il Piemonte Centrale e Meridionale è invece sgombro di neve. Questo a causa dei ripetuti peggioramenti, contraddistinti troppo spesso da correnti umide sud-occidentali, che hanno lasciato inevitabilmente in “ombra pluviometrica”, in particolare, le province di Cuneo e Torino, protette dalle Alpi Occcidentali, Marittime e dai rilievi montuosi più elevati dell’Appennino Ligure. Il Satellite ci mostra anche una “bianca” Lombardia con la neve fresca caduta il giorno precedente, soprattutto sulla fascia Prealpina e Pedemontana, frutto di una nevicata fantastica e spettacolare in “stile alpino”, che rimarrà senza ombra di dubbio una, se non la più significativa per quelle zone dell’intero Inverno 2010-2011.
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