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Il commento meteorologico alla stagione PRIMAVERILE 2007   Inserito il› 16/07/2007 10.55.00
La stagione primaverile 2007 è stata caratterizzata a livello europeo dal predominio di condizioni anticicloniche.   Il dominio anticiclonico ha avuto la sua fase ascendente ed il suo apice tra Marzo ed Aprile, in concomitanza di lunghe fasi con presenza di un centro anticiclonico a matrice sub-tropicale sull’Europa occidentale e sull’Italia.   Tutto ciò è stata la logica appendice dell’estrema anomalia, registratasi a livello continentale (se non emisferico) durante il passato inverno.  

Una prevalenza di condizioni anticicloniche, rispetto alla media climatica 1971-2000, 
si è mantenuta anche nel mese di Maggio, ma in questo frangente le elevate temperature sul continente europeo hanno indotto una maggior debolezza dell’anticiclone atlantico sull’area mediterranea ed una maggiore spinta del medesimo verso il N-Europa.   In tal modo si è generata in netto anticipo sul solstizio una depressione termica sul continente europeo, già ben più caldo rispetto ai mari circostanti, che ha facilitato l’avanzata verso la regione alpina di diverse onde cicloniche, facenti capo ad una depressione semi-permanente dell’Islanda finalmente attiva (vedi fig.1)


Fig.1 anomalia primaverile del GPT a 500hPa rispetto alla
media climatica 1971-2000 - elaborazione Meteo CH

Tale situazione barica ha prodotto una lunga fase calda su quasi tutto il continente
Europeo con anomalie termiche generalmente comprese tra 1-3°C.   Tanto che nell’ultimo mezzo secolo quella appena trascorsa risulta essere la primavera più calda su buona parte del territorio lombardo e con buona probabilità anche nelle regioni immediatamente circostanti.  

L’unico neo termico, presente sullo scacchiere europeo, è costituito dal Mediterraneo Occidentale che a più riprese è stato sede di cut-off, generati dall’azione disgregatrice dell’alta pressione continentale nei confronti delle ondulazioni perturbate atlantiche.   Ne è derivata la traslazione dei nuclei perturbati principali in direzione delle Isole Britanniche, della Germania delle Repubbliche Baltiche, mentre l’ansa meridionale si è andata ad incistare tra l’Iberia, l’entroterra africano e la Sicilia, in definitiva le uniche che hanno chiuso la stagione primaverile con valori termici in media rispetto ai valori del periodo 1971-2000 (vedi fig.2).


Fig.2 anomalia primaverile della temperatura al suolo rispetto alla
media climatica 1971-2000 - elaborazione Meteo CH

Dal punto di vista pluviometrico a livello europeo ritroviamo in toto l’analisi sulla disposizione dei centri d’azione influenzanti l’Europa, fin qui condotta.
Da notare il forte deficit di precipitazioni, creatosi su gran parte dell’Italia centro-settentrionale e prodotto dall’estrema carenza di precipitazioni nei primi due mesi primaverili.  

Il mese di Aprile è, in primis, quello che maggiormente si è allontanato dai canoni di variabilità del periodo primaverile, producendo accumuli di pioggia risibili e conducendo le riserve di tutti i corpi idrici a livelli d’emergenza dal punto di vista di una loro futura disponibilità per scopi pubblici, agricoli ed industriali durante la fase estiva.   Tale situazione d’emergenza è stata poi superata grazie alle copiose precipitazioni del mese di Maggio.

 
 
Fig.3 Accumulo totale primaverile delle precipitazioni ed loro ammontare (in percentuale) rispetto
alla media pluriennale (1968-1997) - elaborazione CPC-NOAA


** Marzo**
Caratterizzato da temperature decisamente sopra la media, soprattutto su Prealpi, vallate Prealpine e fascia pedemontana con scarti superiori o prossimi ai 2°C.   Le anomalie positive hanno avuto minori riflessi sulla fascia padana, maggiormente interessata dall’evento perturbato dell’ultima decade.  
Le precipitazioni invece sono risultate decisamente abbondanti (superiori al 200% della media mensile) sulla Bassa Padana, mentre sono risultate deficitarie sul resto della regione, restato ai margini del peggioramento di fine mese.   La fascia tra la pedemontana e l’area metropolitana milanese è risultata la più secca con un accumulo inferiore al 50% della media mensile.  

** Aprile**
Caratterizzato quasi ovunque da temperature decisamente sopra la norma con punte record su tutto il territorio regionale, tanto che l’Aprile del 2007 verrà ricordato come l’Aprile più caldo da quando sussistono serie storiche di temperatura.   Lo scarto delle varie stazioni dalla media pluriennale si aggira tra 3-5°C.   Si registrano episodi estivi con punte massime di 28-31°C a livello regionale nel corso del giorno 24.
Dal punto di vista pluviometrico gli accumuli sono fortemente deficitari tanto che l’Aprile del 2007 risulta il secondo più secco degli ultimi 40 anni.   A livello regionale gli apporti sono al più pari al 10-20% della media pluriennale, a fronte di valori compresi tra 150-200mm lungo le Prealpi e sulla pedemontana e di 70-120mm sulla Media e Bassa Padana.

** Maggio**
Caratterizzato da temperature superiori alla media stagionale.   Il maggiore scarto positivo rispetto alla media climatica è ancora appannaggio della fascia prealpina e pedemontana con oltre 1,5°C oltre la norma stagionale.   Scarti inferiori, ma sempre attorno ad 1°C, si registrano invece sul resto della regione.   La principale onda di calore spinge la colonnina di mercurio fino a 31-35°C, cioè su punte molto vicine ai record di temperatura del mese di Maggio.  
Dal punto di vista pluviometrico il mese ha registrato l’interruzione della lunga fase secca, instauratasi sulla conca Padano-alpina da inizio anno.    Un lieve deficit si è manifestato ancora sul Valtellinese e sulle Prealpi, mentre accumuli di pioggia superiori alla media, dal 125 al 150%, hanno irrorato grazie alle fasi temporalesche di inizio e fine mese la fascia pedemontana e tutta la pianura lombarda.


Tabella riassuntiva 1 – Le temperature


Tabella riassuntiva 2 – Le precipitazioni




**Le NUOVE ELABORAZIONI METEO-CLIMATICHE per la REGIONE LOMBARDIA e le AREE LIMITROFE - STAGIONE PRIMAVERILE**

1
** Carta delle isoterme dei valori MINIMI di temperatura
per la stagione PRIMAVERILE 2007 (Mar-Mag)
su elaborazione B.Grillini - Fonte rete regionale stazioni CML


Rimarchiamo che il campo termico risulta spostato verso l’alto a livello regionale rispetto ai valori medi climatici del periodo primaverile (vedi tabella 1).

Le temperature minime
mettono in evidenza l’influenza delle varie isole di calore urbane.  Tra tutte spicca l’area metropolitana milanese con un core con valori superiori ai 14°C, ma non è da meno anche l’area urbana di Brescia, che con valori superiori ai 13°C si differenzia nettamente dalle campagne circostanti.  


Valori relativamente miti coinvolgono, inoltre, gran parte delle aree lacuali, un quadrilatero avente come vertici Bassa Brianza, Vigevano, Pavia e Lodi, ed una vasta porzione di pianura che dall’area pedemontana di Bergamo e Brescia si spinge a SUD, attraverso il Cremonese ed il Lodigiano, fino al Piacentino.  
Le aree più fredde sono le valli fluviali ed in particolare quella del Ticino dove si registrano i valori medi più bassi con punte di soli 6°C nelle brughiere tra la Malpensa ed il Gallaratese.


Un’altra vasta fascia fredda si estende dall’Alessandrino, attraverso le colline dell’Oltrepo Pavese, lungo tutta la pianura emiliana ed i Comuni rivieraschi del Po. 

L’incompletezza dei dati non ci ha consentito di valutare correttamente il microclima del Sopraceneri, della Valtellina e della Pianura Mantovana.

2
** Carta delle isoterme dei valori MASSIMI di temperatura
per la stagione PRIMAVERILE 2007 (Mar-Mag)
su elaborazione B.Grillini - Fonte rete regionale stazioni CML


Le temperature massime mostrano la scomparsa dell’effetto isola di calore urbana durante le ore diurne.   Le zone più fresche coincidono con le aree lacustri e la fascia pedemontana allo sbocco delle valli principali, dove l’influenza dei corpi idrici e delle brezze vallive hanno consentito valori medi attorno a 17-18°C.

L’area più calda, contrariamente alle attese, non appartiene all’ambiente urbano di Milano, ma alla Bassa Pianura che si estende dal Pavese Orientale, attraverso il Lodigiano, Il Cremonese ed il Basso Mantovano fino all’Emilia Orientale con medie tra 22-23°C.
Anche in questo caso l’incompletezza dei dati disponibili non ci permette di esprimere valutazioni attendibili per il Sopraceneri ed il Valtellinese.

3
** Carta delle ISOIETE per il mese la stagione PRIMAVERILE 2007 (Mar-Mag)
su elaborazione B.Grillini - Fonte rete regionale stazioni CML


Rimarchiamo che gli accumuli pluviometrici, come illustrato in tabella 2, risultano fortemente deficitari sul gran parte della regione (Prealpi, fascia pedemontana ed alta pianura), mentre sono in media sulla Bassa Padana.

La pluviometria
mostra a livello stagionale tre aree di ombra pluviometrica, coincidenti con l’Alessandrino e la Lomellina, l’Alta Valtellina e parte della pianura mantovana con valori inferiori ai 100mm nell’arco dei tre mesi.

Il massimo delle precipitazioni, con fasi perturbate contraddistinte da correnti piuttosto blande e con predominante da WSW, si presenta sull’area prealpina tra Lecco e la Valsassina con accumuli compresi tra 350-400mm con l’aggiunta di una propaggine che si allunga in territorio comasco fino al Triangolo Lariano.  
Le altre aree con precipitazioni comprendono i contrafforti prealpini, procedendo dal Varesotto fino alle Orobie (limite orientale la Valle Seriana), per terminare a Sud col Medio corso dell’Adda e la Brianza.   Un secondo centro di precipitazioni interessa il Bresciano, protendendosi dalla Valle Sabbia e dai rilievi orientali del Sebino fino a raggiungere le Giudicarie e l’Alto Garda.

Curiosi sono gli accumuli pluviometrici, che si registrano nell’area milanese con il centro urbano ed la parte settentrionale che dell’hinterland metropolitano con precipitazioni decisamente inferiori a quelle registrate nei settori meridionale ed occidentale della medesima area.   Si ipotizza che tale distribuzione sia determinata dalla maggiore instabilità delle aree meridionali ed occidentali, generata da due fattori:

1) trasporto verso l’hinterland occidentale della bolla calda stazionante sull’area urbana di Milano in presenza di un flusso instabile da SE nei bassi strati.  

2) possibile fenomeno di convezione forzata (stau) esercitato dai quartieri meridionali della città. dove le correnti umide S-orientali entrato in contatto con la bolla calda dell’area metropolitana.     Questo secondo fenomeno ben si accorderebbe con la presenza di una zona di relativa ombra pluviometrica sul lato NW della città (Rho, MI-San Leonardo e MI-Arbe).
 


Le serie storiche relative all’andamento climatico PRIMAVERILE in 4 località lombarde:

***LE TEMPERATURE***

1) Olmo al Brembo (BG)

La stazione ha registrato una temperatura media stagionale di 12,60°C
contro una media sull’intera serie storica (1977-2007) di 9,76°C (scarto +2,84°C).
La Primavera del 2007 è la più calda della serie storica di Olmo al Brembo, distanziando nettamente il vecchio record di 11,68°C, risalente al 1994.

Statisticamente si evidenzia un trend crescente nell’andamento della temperatura con pendenza della retta di regressione pari a +1,11°C ogni 10 anni.
  
Tale tendenza è significativa, come evidenziato dal tracciato della media mobile -- linea nera in grassetto.   Si denota, infatti, un punto di rottura nell’andamento della temperatura all’inizio/metà degli anni 1990.

Nel dettaglio si nota:
  1. una lunga fase fresca dal 1977 al 1988 con un minimo assoluto per la serie nel periodo 1983-1988 (media 8,4°C).  
  2. Un netto riscaldamento della temperatura  primaverile si registra tra nel periodo 1989-2000 con la media pluriennale che lievita fino ai 10,9°C del intervallo 1995-2000.  
  3. In questo inizio del XXI secolo la temperatura media si è stabilizzata su valori ben sopra la media stagionale (10,6°C).
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione normale(gaussiana) dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più calda 12,60°C nel 2007 >>> tempo di ritorno 49 anni
  • la primavera più fresca 7,21°C nel 1984 >>> tempo di ritorno 30 anni
  • la 2ªprimavera più fresca 7,36°C nel 1979 >>> tempo di ritorno 24 anni
  • la 2ªprimavera più calda 11,68°C nel 1994 >>> tempo di ritorno 12 anni



2) Varese-CGP


La stazione ha registrato una temperatura media mensile di 15,13°C
contro una media sull’intera serie storica (1967-2007) di 12,15°C (scarto +2,98°C).
La Primavera del 2007 è la più calda della serie storica di Varese, distanziando di oltre 1°C il vecchio record di 14,00°C, risalente al 2003.

Statisticamente si evidenzia un trend crescente nell’andamento della temperatura con pendenza della retta di regressione pari a +0,63°C ogni 10 anni.  

Tale tendenza è significativa, come evidenziato dal tracciato della media mobile -- linea nera in grassetto.   Si evidenzia, infatti, un punto di rottura nell’andamento della temperatura all’inizio degli anni 1990.

Scendendo nel dettaglio si nota:
  1. una fase decisamente fresca tra gli anni 1960 e 1970 con media pluriennale inferiore agli 11,5°C.   Il minimo assoluto appartiene agli anni 1970 con soli 11,3°C.  
  2. La primavera inizia timidamente a riscaldarsi nel corso degli anni 1980 con media che si porta a 11,8°C.  
  3. Va invece sottolineata l’esplosione dei valori termici negli ultimi due decenni con medie che si portano a 12,8°C negli anni 1990 e raggiungono il picco in questo primo scorcio del XXI secolo con valori medi di 13,2-13,3°C.
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione normale(gaussiana) dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più calda 15,13°C nel 2007 >>> tempo di ritorno 220 anni (non confermabile per esiguità della serie storica).
  • la primavera più fresca 9,77°C nel 1984 >>> tempo di ritorno 55-60 anni
  • la 2ªprimavera più fresca 10,00°C nel 1970 >>> tempo di ritorno 35 anni
  • la 2ªprimavera più calda 14,00°C nel 2003 >>> tempo di ritorno 20 anni

** Su gentile concessione del Prof. Salvatore Furia - Centro Geofisico Prealpino di Varese



3) Milano-S.Leonardo

La stazione ha registrato una temperatura media mensile di 15,62°C.
contro una media sull’intera serie storica (1984-2007) di 13,54°C (scarto +2.08°C).
La Primavera del 2007 è la più calda della serie storica di Milano – S.Leonardo, distanziando di quasi 1°C il vecchio record di 14,96°C, risalente al 2000.

Statisticamente si evidenzia un trend crescente nell’andamento della temperatura con pendenza della retta di regressione pari a +1,11°C ogni 10 anni.
Tale tendenza è significativa, come evidenziato dal tracciato della media mobile -- linea nera in grassetto.   Si evidenzia, infatti, un punto di rottura nell’andamento della temperatura verso la metà degli anni 1990.

Se scendiamo nel dettaglio si scorge:
  1. una fase decisamente fresca nel periodo 1984-1987 con  una media pluriennale di 11,6°C.   
  2. In seguito si ha un decennio durante il quale si verifica un primo balzo della temperatura media che si porta su valori medi attorno a 13,5°C.  
  3. Un secondo scalino nell’andamento termico si è creato nel corso del periodo 1998-2007 durante il quale la temperatura media si colloca stabilmente sopra i 14°C con un picco di 14,4°C nell’intervallo 1998-2002.
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione normale(gaussiana) dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più calda 10,26°C nel 1984 >>> tempo di ritorno 260 anni (non confermabile per esiguità della serie storica).
  • la primavera più calda 15,62°C nel 2007 >>> tempo di ritorno 22 anni
  • la 2ªprimavera più fresca 11,91°C nel 1985 >>> tempo di ritorno 11 anni
  • la 2ªprimavera più calda 14,96°C nel 2000 >>> tempo di ritorno 8 anni


4) Spessa (PV)

La stazione ha registrato una temperatura media mensile di 15,26°C
contro una media sull’intera serie storica (1986-2007) di 13,45°C (scarto +1,81°C).  
La Primavera del 2007 è la più calda della serie storica di Spessa, distanziando di quasi 1°C il vecchio record di 14,71°C, risalente al 1994.

Statisticamente si evidenzia un trend crescente nell’andamento della temperatura con pendenza della retta di regressione pari a +0,49°C ogni 10 anni.  
Tale tendenza non è significativa, come evidenziato dal tracciato della media mobile -- linea nera in grassetto.   Infatti, la temperatura da una veloce analisi visiva sembra oscillare costantemente attorno al valore medio pluriennale.   La scarsa evidenza di un trend nell’andamento termico nel Basso Pavese è  molto probabilmente dovuto alla brevità della serie storica.

Scendendo nel dettaglio si nota:
  1. la fase relativamente fresca del periodo 1986-1990 con un minimo termico di 12,9-13,0°C.  
  2. A questa fase segue un lungo intervallo con temperature pressoché nella norma, dal 1991 al 2005, con valori medi oscillanti attorno a 13,5°C.  
  3. In questi ultimi anni pare prodursi un nuovo balzo della temperatura con medie che salgono a 14,4°C.   
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione normale(gaussiana) dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più fresca 11,25°C nel 1987 >>> tempo di ritorno 150 anni
  • la primavera più calda 15,26°C nel 2007 >>> tempo di ritorno 48 anni (non confermabili per esiguità della serie storica).
  • la 2ªprimavera più calda 14,71°C nel 1994 >>> tempo di ritorno 13 anni
  • la 2ªprimavera più fresca 12,32°C nel 1996 >>> tempo di ritorno 10 anni



***LE PRECIPITAZIONI***

1) Olmo al Brembo (BG)

La stazione ha registrato un accumulo mensile di pioggia pari a 296,0mm
contro una media sull’intera serie storica (1977-2007) di 528,7mm
Bilancio -232,7mm >>> 56% della precipitazione media stagionale.
La Primavera del 2007 è stata la quarta più secca della serie storica di Olmo, ma ancora piuttosto lontana dal record negativo di 216,0mm dell'anno 2003.

La retta di regressione delle precipitazioni mostra una netta tendenza alla riduzione pari a –113,0mm ogni 10 anni.  
Questa tendenza è significativa dal punto di vista statistico, come evidenziato chiaramente dalla media mobile (linea nera in grassetto), che mostra un'accentuata discontinuità delle precipitazioni a partire dalla metà/fine degli anni 1980


Scendendo nel dettaglio, notiamo che:
  1. la serie storica si apre con un decennio piovoso (1977-1988), in cui si registra un massimo assoluto di precipitazioni di 757mm.  
  2. Successivamente si registrano condizioni progressivamente più secche con due minimi: il secondario nell’intervallo temporale 1989-1994 (media 428mm), mentre il principale nel periodo 2001-2007 (media 406mm).
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione logaritmica dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più piovosa 987mm nel 1983 >>> tempo di ritorno 105 anni
  • la 2ªprimavera più piovosa 981mm nel 1986 >>> tempo di ritorno 100-105 anni 
  • la 3ªprimavera più piovosa 939mm nel 1984 >>> tempo di ritorno di 85 anni 
  • la 4ªprimavera più piovosa 909mm nel 1977 >>> tempo di ritorno 70-75 anni (tutti non confermabili per la brevità della serie storica).



2) Varese-CGP

La stazione ha fatto registrare un accumulo mensile di pioggia pari a 256,3mm
contro una media sull’intera serie storica (1965-2007) di 425,7mm
Bilancio -169,4mm >>> 60% della precipitazione media stagionale.

La retta di regressione delle precipitazioni mostra una tendenza alla diminuzione di -11,4mm ogni 10 anni.  
Questa tendenza è significativa.   Infatti, benché la media mobile su base 5 -- linea nera in grassetto – evidenzi che la piovosità oscilli ancora attorno ai valori medi, una discontinuità è riscontrabile a partire dalla fine degli anni 1980.

Nel dettaglio notiamo che:
  1. la serie storica si apre con una fase relativamente secca, corrispondente alla fin degli anni 1960 (media 391mm).  
  2. Gli anni 1970 e 1980 coincidono con una lunga fase piovosa con un massimo assoluto di precipitazioni di 502mm medi  negli anni 1980.  
  3. Negli ultimi due decenni le precipitazioni segnano nuovamente il passo e si riportano al di sotto della media pluriennale toccando un minimo assoluto di 372mm negli anni 1990.
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione logaritmica dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più piovosa 697,0mm nel 2002 >>> tempo di ritorno 85 anni
  • la 2ªprimavera più piovosa 682,4mm nel 1984 >>> tempo di ritorno 80 anni
  • la 3ªprimavera più piovosa 679,4mm nel 1986 >>> tempo di ritorno di 75-80 anni (non confermabili per la brevità della serie storica)
  • la 4ªprimavera più piovosa 671,4mm nel 1977 >>> tempo di ritorno 75 anni

** Su gentile concessione del Prof. Salvatore Furia - Centro Geofisico Prealpino di Varese


3) Milano-S.Leonardo

La stazione ha registrato un accumulo mensile di pioggia pari a 200,2mm
contro una media sull’intera serie storica (1980-2007) di 286,9mm
Bilancio -86,7mm >>> 70% della precipitazione media mensile.
La Primavera del 2007 è stata la sesta più secca della serie storica di MI - San Leonardo, ma ancora piuttosto lontana dal record negativo di 57,3mm dell'anno 1997.

La retta di regressione delle precipitazioni mostra una tendenza alla diminuzione di –32,3mm ogni 10 anni.  
Questa tendenza è significativa.   Infatti, benché la media mobile su base 5 -- linea nera in grassetto – evidenzi che la piovosità oscilli ancora attorno ai valori medi, una discontinuità è riscontrabile a partire dalla metà degli anni 1990.

Nel dettaglio notiamo che:
  1. inizialmente si ha una fase relativamente piovosa (1980-1990), con un picco massimo di 347mm nel quinquennio 1980-1985.  
  2. Segue poi una fase secca nel decennio 1991-2000, con un minimo secondario di 241mm medi.  
  3. L’inizio del XXI secolo ha fatto registrare il ritorno delle precipitazioni su valori normali.  
  4. Una fase secca molto accentuata si è instaurata nell’ultimo biennio con la media scesa a soli 177mm.   
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione logaritmica dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più piovosa 487,7mm nel 1984 >>> tempo di ritorno 60 anni
  • la 2ªprimavera più piovosa 486,8mm nel 1985 >>> tempo di ritorno 55-60 anni (non confermabili per la brevità della serie storica)
  • la 3ªprimavera più piovosa 458,8mm nel 2002 >>> tempo di ritorno di 45 anni 
  • la 4ªprimavera più piovosa 425,7mm nel 2000 >>> tempo di ritorno 35 anni



4) Spessa (PV)

La stazione ha fatto registrare un accumulo mensile pari a 197,7mm
contro una media sull’intera serie storica (1987-2007) di 184,3mm
Bilancio +13,4mm >>> 107% della precipitazione media mensile.

La retta di regressione delle precipitazioni mostra una tendenza alla diminuzione pari a –39,4mm ogni 10 anni.  
Questa tendenza è significativa.   Infatti, la media mobile su base 5 -- linea nera in grassetto – evidenzia che una netta discontinuità nella piovosità a partire dalla metà degli anni 1990.
Nel dettaglio si nota:
  1. una fase piovosa nell’intervallo 1987-1995 con un massimo assoluto di soli 250mm medi.  
  2. A questo periodo fa seguita una fase secca nel quinquennio 1996-2000 con un minimo assoluto di 131mm medi.  
  3. Dopo una ripresa all’inizio degli anni 2000, le precipitazioni si riducono nuovamente nell’ultimo biennio, riportandosi su medie prossime alla fase secca di inizio anni 1990.
Se analizziamo la serie storica in base ad una distribuzione logaritmica dei valori, riscontriamo i seguenti tempi di ritorno:
  • la primavera più piovosa 315,0mm nel 1990 >>> tempo di ritorno 40 anni
  • la 2ªprimavera più piovosa 286,0mm nel 1988 >>> tempo di ritorno 25-30 anni
  • la 3ªprimavera più piovosa 260,3mm nel 2000 >>> tempo di ritorno di 20 anni




**LA NEVE**

1) La stazione di Olmo al Brembo (BG) non ha registrato alcuna precipitazione nevosa durante la stagione primaverile contro un accumulo medio di 9,5cm (serie storica 1969-2007) ed un accumulo massimo nel 1979 (46cm) e nel 1985 (32cm).

2) La stazione di Varese-CGP non ha registrato alcuna precipitazione nevosa durante la stagione primaverile contro un accumulo medio di 5cm (serie storica 1977-2007) ed un accumulo massimo nel 1976 (27cm) e nel 1970 (23cm).

3) La stazione di Milano-S.Leonardo non ha registrato alcuna precipitazione nevosa durante la stagione primaverile contro un accumulo medio di 1,5cm (serie storica 1980-2007) ed un accumulo massimo nel 2005 (15,5cm).

4) La stazione di Spessa (PV) non ha registrato alcuna precipitazione nevosa durante la stagione primaverile contro un accumulo medio di 1,5cm (serie storica 1987-2007) ed un accumulo massimo nel 2005 (10cm).
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