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24 Novembre - Pioggia e rovesci, poi freddo e neve   Inserito il› 23/11/2013 23.35.22
La terza di Novembre ha visto sul nostro territorio frequenti precipitazioni in un contesto mite nella prima parte della settimana, mentre nella seconda parte della settimana sono diventati protagonisti freddo, vento e neve a quote collinari. Riviviamo tale periodo grazie all'editoriale del nostro Giuseppe Aceti
 
 
Domenica 24 Novembre 2013 - ore 00:00
 
 
 
Il ritorno della “dama bianca” su buona parte dei rilievi regionali nella seconda parte della settimana, con la prima nevicata abbondante della stagione fredda 2013-2014; ecco ad esempio come si presentava Rasura (SO, 900 m slm) nella mattinata di Venerdi 22 Novembre, con oltre 20 cm di neve fresca al suolo. Foto di Diego Rava. 
Buona giornata a tutti dallo staff  CML e ben ritrovati per una nuova edizione della "Prima Pagina"!
 
La settimana appena trascorsa, la terza di Novembre 2013, ha visto sul nostro territorio frequenti precipitazioni in un contesto relativamente mite nella prima parte della settimana, mentre nella seconda parte della settimana sono diventati protagonisti freddo, vento e neve che si è spinta su alcune aree della regione a quote collinari. L’immagine scelta per il presente editoriale vuole mostrare il ritorno, anche abbondante, della “dama bianca” su buona parte delle colline e dei rilievi regionali.  
 
Ma vediamo ora più in dettaglio quanto accaduto nella settimana appena trascorsa sul nostro territorio.
 
Già lunedì le condizioni meteorologiche sul nostro territorio andavano a peggiorare a causa dell’area depressionaria che interessava il Mediterraneo occidentale (con un minimo di Bassa pressione centrato sulle Baleari); area di bassa pressione che ci ha interessato per i primi giorni della settimana portando nuvole e piogge, talvolta ancora sottoforma di rovescio e temporale; solo nel corso di mercoledì infatti la perturbazione annessa al centro depressionario si spostava verso levante, portando una breve pausa del maltempo. In questa prima parte della settimana, le piogge hanno interessato il nostro territorio in modo diffuso e piuttosto democratico: nei 3 giorni infatti si sono accumulati mediamente dai 10-20 mm delle province meridionali e della Valtellina fino ai 30-50 mm della medio-alta pianura e rilievi prealpini. Quadro termico non troppo freddo per il periodo, con temperature minime al piano per lo più comprese tra 7/10 °C nei valori minimi e tra 9/12 °C nei valori massimi, con quota neve ancora piuttosto alta e che solo nella giornata di mercoledì scendeva attorno ai 1600/1800 m di quota. 
 
Nella seconda parte della settimana abbiamo poi assistito ad un nuovo peggioramento del tempo, stavolta dai connotati invernali, a causa dell'arrivo di un nucleo di aria fredda in quota (fino a -35°C a 5500m circa) in discesa dal mare del Nord che, dopo aver attraversato le Isole Britanniche e Francia (dove ha determinato nevicate a tratti fino al piano), ha raggiunto la Valle del Rodano, dando nuovo vigore alla struttura depressionaria che ci interessava da giorni e portando nuovo maltempo sul nostro territorio. La situazione sinottica in fatti è stata complicata giovedì dalla nascita di un minimo di pressione sulla pianura padana centro occidentale: attorno a questo minimo di pressione, vista l'aria molto fredda ed instabile presente in quota, si sono sviluppati forti rovesci, localmente temporaleschi, e si sono attivate forti raffiche di vento. In questa fase le precipitazioni più forti hanno interessato prevalentemente i rilievi prealpini, il Piemonte orientale e la fascia centro-orientale dell’alta pianura/fascia pedemontana lombarda; su alcune di queste aree i rovesci intensi hanno spinto la neve fino a quote basse (250-300 m di quota), con accumuli fino a 1-2 cm sulla fascia pedemontana bergamasca e neve addirittura fino al piano durante i temporali ed i rovesci più intensi sul Novarese. Venerdì poi la perturbazione si muoveva verso sud-est, collegata al minimo depressionario centrato tra Corsica e Sardegna, portando ancora precipitazioni (per lo più sulla fascia occidentale del territorio), che sono risultate nevose sulla fascia pedemontana (mediamente oltre i 250-300 m circa, accumulando 1-2 cm anche su Lecchese, Comasco e Varesotto) mentre in pianura si è assistito a qualche fase di pioggia mista a neve durante i rovesci più intensi. Tra giovedì e venerdì sono mediamente caduti 5-15 mm su bassa pianura, 10-20 mm su medio-alta pianura fino ai 40-50 mm su fascia centro-orientale pedemontana e rilievi. Gli accumuli nevosi hanno raggiunto i pochi centimetri a quote collinari, fino ai 20-30 cm attorno ai 1000 m di quota fino ai 40-50 cm oltre i 1200-1500 m sulle Prealpi; meno abbondanti gli accumuli nevosi sulle Alpi. Per finire, temperature in calo che si sono portate al piano poco sopra lo zero nei valori minimi e attorno a 6-9 °C nei valori massimi.
 
Dopo un temporaneo miglioramento nel pomeriggio ed in serata di venerdì, ieri, sabato, un nuovo afflusso di aria fredda e umida dai quadranti orientali (legato alla posizione del minimo di pressione sull'Italia centrale), ha portato nuovamente nubi e precipitazioni, queste ultime per lo più concentrate sulla fascia meridionale della nostra regione, sud-orientale in particolare (accumuli dai 5/15 mm del Pavese fino ai 40/50 mm del Mantovano); neve stavolta a quote collinari meridionali e sull’Appennino.  
 
E come proseguirà il tempo nei prossimi giorni? Le ultime emissioni modellistiche confermano  come oggi si registreranno le ultime deboli precipitazioni e la nuvolosità risulterà in lento e progressivo diradamento dato che dal pomeriggio è prevista la rotazione delle correnti dai quadranti settentrionali; in seguito, è probabile l'arrivo di un impulso di aria fredda dal nord Europa che dovrebbe determinare un sensibile abbassamento delle temperature e le prime gelate diffuse anche in pianura nel corso della settimana, senza più precipitazioni di rilievo. Per scoprire comunque come evolverà il tempo nell’ultima settimana dell’autunno meteorologico 2013, vi consigliamo di tenervi aggiornati come sempre seguendo il nostro Bollettino di Previsione, i vari commenti degli esperti e degli appassionati sul nostro Forum e brevi analisi e dettagli sulle situazioni più curiose e didattiche sulla nostra pagina ufficiale Facebook.
 
In conclusione vogliamo citare 2 eventi atmosferici “estremi” che hanno interessato l’Italia e il Nord America nell’ultima settimana, pochi giorni dopo il tragico tifone che si è abbattuto sulle Filippine l’8 novembre che ha portato distruzione e oltre  4000 vittime. Il primo riguarda la Sardegna, ed è legato al vortice mediterraneo che ha interessato anche la nostra Regione in settimana; ebbene, tale vortice ha verosimilmente generato nella giornata di lunedì 18 novembre un Ciclone Mediterraneo, formatosi quando la massa d'aria fredda polare ha raggiunto con rapidità il nostro mare e si è scontrata con la massa d'aria calda ed umida afro-mediterranea, generando così una struttura di bassa pressione particolarmente profonda e portando pesante maltempo interessando prima la Sardegna, poi il resto del Centro-Sud Italia. Sardegna quindi colpita (in particolar modo sulle zone centro-settentrionali) da piogge e temporali diffusi anche di forte intensità, con  nubifragi, allagamenti, esondazioni ed alcune frane, crollo di ponti, migliaia di sfollati e (purtroppo) 16 morti ed 1 disperso dell'isola. Gli accumuli pluviometrici sono risultati assolutamente “sbalorditivi” dato che sono caduti in un giorno fino a 386 mm nel Dorgalese, ed oltre 300 mm/giornalieri anche a Villagrande Strisaili nell'Ogliastra e nel Nuorese (fonte: Sardegna Arpa). La seconda notizia riguarda invece il Nord America dove, per il passaggio di una serie di tornado abbattutisi su una decina di stati del Midwewst degli Stati Uniti tra il 17 ed il 18 novembre, si sono registrati numerosi danni e 7 vittime. L’epicentro della tempesta ha interessato Illinois, Indiana e Ohio ma li, fortunatamente, grazie anche all’allarme diramato per tempo, il bilancio, pur se pesante, è alla fine risultato meno grave di quanto avrebbe potuto essere vista l’estensione dell’area a rischio.
 
Certo nel mese di novembre, i fenomeni “estremi” tanto citati dai vari rapporti sui cambiamenti climatici non si sono fatti desiderare; l’esperienza americana però insegna come un più efficace sistema di allerta potrebbe probabilmente risparmiare (almeno alcuni) morti e danni…
 
Buona settimana; prossimo appuntamento il primo giorno dell’inverno meteorologico, l’1 dicembre 2013.

 
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