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.: Giovedì 10 ottobre 2024
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B. Grillini, M. Dei Cas |
2016 |
TEMPO PIU' DINAMICO, CON TEMPERATURE IN CALO E QUALCHE PRECIPITAZIONE Grandi manovre sullo scacchiere europeo hanno condotto già a nei giorni a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno ad una decisa instabilizzazione del vortice polare ed una poderosa colata di aria artica che però ha interessato solo l'Europa dell'Est, e che comunque ha finalmente aperto le porte alle correnti atlantiche sull'Europa Centro-Occidentale. La prima decade di gennaio è stata quindi caratterizzata dal passaggio di ben sette perturbazioni atlantiche intervallate da fugaci intervalli di alta pressione: il tipico flusso semizionale caratterizzato da alternanza di fasi piovose e soleggiate, in un contesto complessivamente mite. Le temperature in quota (come si nota dal grafico sottostante) si sono finalmente riportate su valori consoni a quelli del periodo, con le oscillazioni tipiche che scandiscono i passaggi perturbati. La neve è finalmente tornata sulle Alpi, seppure in modo molto parsimonioso e con carattere spicattamente altimetrico; in pianura neve mista a pioggia piuttosto coreografica concomitante il passaggio delle prime due perturbazioni dell'anno, poi inesorabile innalzamento del limite delle nevicate. Più caratteristico invece quanto accaduto invece nel corso della seconda decade, che ha visto l'unica irruzione fredda degna di nota in tutto l'inverno! Una vera e propria colata di aria artica continentale ha interessato ancora l'Europa dell'Est, ma questa volta ha lambito l'Italia, portando una vera e propria fase invernale limitatamente alle regioni del medio/basso Adriatico. Sulla Lombardia l'irruzione fredda si è manifestata sottoforma di forti venti di Föhn, ed è risultata più sensibile in una prima fase sulle Alpi; poi il freddo si è sedimentato nei bassi strati con diffuse gelate in pianura e consolidamento del tipico cuscino di aria fredda, che purtroppo non è stato "sfruttato" da alcun passaggio perturbato. La terza decade del mese ha infatti rivisto un perentorio ritorno dell'alta pressione subtropicale che ha letteralmente cancellato l'unico episodio freddo degno di nota dell'inverno, con una fase spiccatamente più mite proprio in corrispondenza dei "Giorni della Merla". Le piogge e soprattutto la neve è tornata a latitare sulle Alpi, con forti disagi nelle nostre stazioni sciistiche, solo in parte colmate come vedremo dal ben più genereso mese di Febbraio. | Gennaio 2016 - Temperatura ad 850 hPa e confronto vs media trentennale 1981-2010. FONTE: www.weather.uwyo.edu - Elaborazione di Bruno Grillini. N.B. Il grafico mette in evidenza gli scambi di calore in bassa troposfera, con ripercussioni poi sulla temperatura media al suolo nel corso del mese. | TEMPERATURE Gennaio 2016 è risultato un mese nel complesso mite, nonostante l'intensa ma breve irruzione di aria fredda che ha caratterizzato parte della seconda decade. Lo scarto termico è risultato più evidente nei valori massimi, grazie al prevalere di giornate soleggiate. Sempre per lo stesso motivo, le temperature minime sono risultate invece più consone alla media del periodo: il cielo spesso sereno ha infatti permesso un efficace raffreddamento notturno per irraggiamento, con ristagno di aria fredda nei bassi strati. | Gennaio 2016 - Anomalia delle temperature minime e massime rispetto al trentennio 1961-'90. FONTE: dati del Servizio Meteorologico AM e di Meteosvizzera. Elaborazione di Bruno Grillini. | L'andamento delle temperature minime è tipico del periodo, considerando poi l'elevato numero di nottate serene che ha permesso un efficace raffreddamento radiativo tanto da evidenziare in modo inequivocabile il nostro microclima. Le zone più fredde si possono quindi identificare nelle conche più riparate dalle brezze, ed in particolare nella brughiera comasca, nel Varesotto, in Valtellina e lungo l'incisura fluviale del Ticino dove le temperature medie sono abbondantemente sotto lo zero. L'inversione termica è all'opposto confermata osservando le aree collinari e la fascia pedemontana, dove il colore giallino evidenza temperature nettamente più miti rispetto alla pianura che è ovunqe mediamente più fredda. Mite naturalmente sempre la costa di tutti i nostri laghi, per la combinazione delle brezze catabatiche notturne e l'inerzia termica della massa d'acqua. Particolarmente importante l'effetto isola di calore, a dire il vero presente tutto l'anno, ma che tende ad accentuarsi in inverno. | Gennaio 2016 - Media delle temperature minime in Lombardia su base delle stazioni della rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini. | L'andamento delle temperature massime è piuttosto appiattito, quasi ovunque compreso tra i 7 ed i 9 gradi. Nelle annate di una volta il mese di Gennaio contava diverse giornate di nebbia persistente anche nelle ore diurne, per cui la bassa Pianura Padana registrava temperature più basse rispetto la zona collinare. Quest'anno le nebbie si sono presentate in modo sporadico e limitato alle ore notturne, per cui è venuta nelle ore più calde l'inversione termica è venuta meno quasi ovunque: unica eccezione, come potete vedere, lungo il versante orobico della media Valtellina dove si sono registrati i valori più bassi di tutta la Lombardia a causa appunto dello scarso soleggiamento che divide letteralmente in due questa vallata alpina trasversale e dal microclima unico! | Gennaio 2016 - Media delle temperature massime in Lombardia su base delle stazioni della rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini. | PRECIPITAZIONI L'accumulo di precipitazioni è risultato mediamente povero sulla quasi totalità della Lombardia, a parte l'area Orobica che come sempre risulta in assoluto la più piovosa. In particolare la neve è risultata particolarmente scarsa sulle Alpi, limitandosi a pochi episodi limitati alla prima decade del mese che hanno portato accumuli complssivi inferiori ai 20 cm anche al di sopra dei 2000 metri di quota, un fatto questo che ha creato non pochi disagi nelle nostre stazioni sciistiche! La fase instabile di inizio mese è stata caratterizzata da un susseguirsi di deboli perturbazioni atlantiche in veloce transito da Ovest ad Est, che hanno interessato in particolare i rilievi centro-orientali della regione fermandosi soprattutto a ridosso delle Prealpi e nelle vallate del bergamasco e del bresciano con accumuli complessivi che hanno superato i 100 mm. Nessuna perturbazione è risucita ad entrare nel Mediterraneo e a dare origine a quei minimi di pressione bene organizzati e spesso presenti in questa stagione: ecco dunque spiegarsi la scarsa piovosità di quest'anno in Pianura Padana, così come la neve che si è limitata ad una unica e breve comparsa coreografica! | Gennaio 2016 - Accumuli complessivi di precipitazioni registrate in Lombardia su base delle stazioni dalla rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini. |
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