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FEBBRAIO 2013: mappe climatiche   Inserito il› 19/03/2013 7.24.26
2013
 
 
 
FEBBRAIO 2013: freddo senza eccessi, ma dinamico e nevoso
 
 
Febbraio 2013 è da considerarsi il mese più prettamente invernale di tutta la stagione: freddo (ma non troppo) e con diversi episodi nevosi in pianura.
Il tutto a causa di un indebolimento del Vortice Polare, con minori ingerenze di quelle masse d'aria miti oceaniche e/o subtropicali sul nostro Paese che invece avevano caratterizzato i mesi di dicembre e gennaio.

Il Blocking della circolazione semizonale si è manifestato già all'inizio della prima decade del mese, con un vero e proprio susseguirsi di impulsi artico-marittimi ed il conseguente sviluppo di minimi di pressione sul Mare Tirreno.
Si è trattato di puntate fredde ravvicinate e di breve durata, prontamente attenuate dalle risposte miti ed umide di natura mediterranea (correlate ai primi tre episodi nevosi), oppure intervallate a fasi favoniche con sensibile calo termico in quota fino a raggiungere i valori minimi stagionali. Il quarto ed ultimo impulso settentrionale coincide con la nevicata dell'11-12 febbraio, certamente la più significativa dell'inverno in termini di accumulo complessivo ed estensione sul nostro territorio; il tempo si è quindi stabilizzato e gran parte della seconda decade è stata caratterizzata da un blando regime di correnti orientali in un contesto piuttosto tranquillo di giornate moderatamente fredde e nebbiose.

La spinta dell'alta pressione europea fin sulla Scandinavia ha favorito poi l'unica retrogressione di aria artica di stampo continentale dell'inverno che ha coinvolto tutta l'Italia: il vento da Est è entrato subito all'inizio della terza decade apportando qualche nevicata ed una temporanea fase fredda in pianura, ben presto attenuata da una nuova nevicata (la quinta del mese!) da raddolcimento che è risultata localmente abbondante. Il vortice freddo ha insistito sul nostro paese per diversi giorni mantenendo un tipo di tempo freddo ed instabile, per poi sfociare in una lenta stabilizzazione ed una ripresa termica solo allo scadere del mese.
 
 
 
Febbraio 2013 - Temperatura ad 850 hPa e confronto vs media 1973-2000 - FONTE: www.weather.uwyo.edu - Elaborazione di Bruno Grillini
N.B. Il grafico mette in evidenza gli scambi di calore in bassa troposfera, con ripercussioni poi sulla temperatura media al suolo nel corso del mese.
 
 
 
 
TEMPERATURE
 
Febbraio 2013 è risultato generalmente piuttosto freddo, con temperature - a parte la prima settimana del mese -costantemente di uno o al massimo due gradi al di sotto della media stagionale.
 
Gli estremi minimi delle temperature non hanno mai avuto occasione di raggiungere valori significativamente bassi: proprio la spiccata dinamcità del tempo, che ha caratterizzato la quasi totalità del mese, non ha consentito una sedimentazione dell'aria fredda nel Catino Padano, se non per tempi molto brevi. La stessa natura delle irruzioni di aria fredda, prevalentemente di natura artico-marittima, ha provocato più che altro un raffreddamento in quota più "produttivo" in termini di nevicate che non di gelo. 
Ciònonostante emergono importanti differenze nella distribuzione delle temperature su scala regionale: viene infatti conservata la capacità di immagazzinare l'aria fredda nelle conche più riparate e nelle brughiere della Brianza, del Comasco, del Varesotto, lungo la vallata del Ticino fino alla Lomellina, ed infine nella media Valtellina. Le citate zone si riconfermano anche in questo mese quelle più fredde, raggiungendo valori medi di -3/-1 °C con qualche punta isolata di -4/-3°C.
Clima decisamente meno freddo - con valori attorno allo zero - a ridosso delle Prealpi, a causa dell'azione mitigatrice delle brezze catabatiche o degli episodi favonici che qui risultano più frequenti; ulteriormente più mite (1/3 C°) come sempre lungo la riviera dei laghi  e nei centri urbani  più grandi come Milano e Brescia, dove i cali termici notturni sono rispettivamente rallentati dall'inerzia termica dell'acqua o del cemento. 
 
 
  
Febbraio 2013 - Media delle temperature minime in Lombardia su base delle stazioni della rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini.
 
 
Il campo termico dei valori massimi inizia invece a discostarsi dal tipico schema invernale: non ritroviamo più quella caratteristica stratificazione crescente delle temperature dalla bassa pianura verso la fascia pedemontana. Ora il soleggiamento distrugge le inversioni termiche almeno nelle ore diurne, per cui nel Catino Padano le nebbie tendono a diradarsi nel pomeriggio consentendo alla colonnina di mercurio di raggiungere valori più omogenei nel territorio regionale.
Temperature leggermente inferiori alla media (dell'ordine di 6/7 °C) corrispondono alle zone più frequentemente interessate da copertura nuvolosa più compatta e da precipitazioni: non a caso le ritroviamo lungo la bassa pianura e soprattutto nell'Oltrepo (isoterme fino a 5/6 °C), che in diverse occasioni si è trovato più vicino al raggio d'azione delle depressioni mediterranee.
Temperature più elevate - ma del tutto in media e dell'ordine di 7/8 °C - sono invece state registrate nelle zone più esposte ai venti di caduta, con un maggior contributo nella prima decade del mese che ha registrato diverse giornate di Föhn. Le isoterme ricalcano quindi le aree maggiormente esposte a questo fenomeno: in primis il Sopra ed il Sottoceneri con lo sbocco verso la vallata del Ticino (con punte fino ad 8/9 °C), ed una diffusione a ventaglio lungo la pianura occidentale fino all'Ovest Milanese ed addirittura alla Lomellina.
Un andamento simile, pur in misura più attenuata, si verifica lungo le incisure lacustri del Ceresio, del Lario e del Lago di Garda con estensione un po' più contenuta e limitata alle aree pedemontane.
 
 
 
Febbraio 2013 - Media delle temperature massime in Lombardia su base delle stazioni della rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini
 
 
 
 
PRECIPITAZIONI
 
Febbraio 2013 è stato caratterizzato da  cinque significativi episodi perturbati, per cui la piovosità si è mantenuta nel complesso su valori vicini alla media.
 
La distribuzione delle precipitazioni - prevalentemente costituita da neve fusa - risulta piuttosto disomogenea sul nostro territorio: in particolare gli accumuli sono concentrati in zone ben circoscritte tra l'alta e la media pianura, in Brianza e lungo un corridoio esteso tra il Bergamasco ed il Bresciano con valori mensili compresi tra i 75 ed 100 mm ed in alcuni casi superiori. Questo comportamento piuttosto "curioso ed accidentale" della pluviometrica si è riconosciuto nel corso delle principali nevicate del 11-12 e del 23-25 febbraio, con una precipitazione distribuita a "macchia d'olio" per il contributo di alcuni rovesci di neve a carattere sparso che talvolta si sono verificati nella fase di colmamento della depressione con il rientro del fronte occluso.
Precipitazioni sempre piuttosto abbondanti (comprese tra i 50/75 mm) sono spalmate più omogeneamente sulla Bassa Pianura, destinate poi a crescere nelle aree limitrofe all'Emilia ed ancor più a piedi dell'Appennino.
Questo andamento ricalca la dinamica dei principali eventi perturbati (20/30 mm anche solo con il primo peggioramento del 2 febbraio), quasi sempre caratterizzati dallo sviluppo di un minimo chiuso di pressione sul Tirreno che si è spostato con una traiettoria un po' troppo bassa di latitudine, e comunque tale da coinvolgere più direttamente i settori meridionali ed orientali della Regione con richiamo nei bassi strati di venti dal quadrante di nord-est ed azione di stau a ridosso dell'Appennino.
Sempre per lo stesso motivo possiamo spiegare la scarsità di precipitazioni sui settori settentrionali (Alto Lario, Valchiavenna ed Alta Valtellina) dove alla lontananza dal centro di azione ciclonico si assomma anche l'effetto di riparo orografico alle correnti umide perturbate.
Un altrettanto decremento della pluviometria (10/25 mm complessivi) si denota sui settori sudoccidentali e così procedendo verso il Piemonte: ciò si spiega riesaminando la tipologia degli eventi perturbati che hanno seguito sempre lo stesso copione, coinvolgendo maggiormente i settori centro-orientali.
 
 
 
 
Febbraio 2013 - Accumuli complessivi di precipitazioni registrate in Lombardia su base delle stazioni dalla rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini.
N.B. - Nelle zone montuose soggette a frequenti nevicate il dato delle precipitazioni potrebbe essere soggetto a sottostima, laddove la strumentazione non è attivamente presidiata o comunque dotata di un riscaldatore pluviometrico.
 
 
Febbraio 2013 ha goduto di una nevosità generosa, ovunque sopra la media almeno degli ultimi cinque anni, attestando un ammontare complessivo medio su tutta la regione di almeno 10/25 cm.
 
In merito alla distribuzione si nota una relativa corrispondenza con la pluviometria, almeno nelle zone alpine meno innevate (come l'Alta Valtellina) dove in effetti si sono avute poche precipitazioni; scarsa correlazione invece nella media pianura bresciana dove il massimo relativo di piovosità corrisponde ad una neve bagnata con scarso accumulo al suolo.
In generale viene rispettata pienamente la regola dell'altimetria, per cui il massimo accumulo nevoso corrisponde alla rispettiva pluviometria oltre i 300 metri di quota. Questo è quanto accaduto in Brianza, dove ai 75/100 mm di precipitazione liquida corrispondono altrettanto 75/100 cm ed oltre di neve asciutta!
La neve è sopraggiunta in ogni caso in assenza di un solido cuscino di aria gelida nei bassi strati: in altre parole si sono registrate nevicate con temperature non negative al suolo - se non a quote almeno collinari - come accade subito dopo un episodio di Föhn che secca l'intera colonna d'aria ed apporta aria molto fredda in quota.
Nevicate di questa tipologia rientrano più frequentemente tra quelle del tardo autunno e dell'inizio di primavera.
 
 
 

Febbraio 2013 - Accumuli complessivi di neve registrate in Lombardia su base delle stazioni dalla rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini.
N.B. – Su alcune aree montuose dei Alpi e Prealpi, gli accumuli nevosi vanno intesi come “indicativi” del possibile accumulo mensile in quanto i dati a disposizione, per alcune stazioni, sono solo parzialmente completi.

 
 

Matteo Dei Cas - Staff CML

 
 
 
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