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.: Venerdì 11 ottobre 2024
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B. Grillini, G. Aceti |
2013 |
GENNAIO 2013: clima poco freddo, precipitazioni disomogenee Gennaio 2013 è risultato un mese senza alcuna irruzione fredda significativa, con invece ben due ondate di “caldo” piuttosto importanti; il mese è quindi risultato globalmente piuttosto mite a livello termico; le precipitazioni sono invece risultate piuttosto disomogenee sulla regione, risultando sotto-media sulla fascia nord-occidentale del territorio, in media sulla fascia centrale mentre spostandosi verso l’angolo sud-orientale del territorio le precipitazioni sono risultate progressivamente sempre più sopra-media. Nel corso della prima parte del mese, dopo il passaggio di una debole perturbazione atlantica, abbiamo assistito alla prima poderosa rimonta del mese di un'onda di Alta Pressione subtropicale con struttura ad Omega ben radicata, con conseguente rapido aumento delle temperature segnatamente in quota dove il giorno 5, complice anche il föhn, si sono raggiunti notevoli picchi termici; clima invece più fresco e nebbioso in pianura per via delle nebbie e degli strati bassi che hanno contenuto l'escursione termica. La parte centrale del mese ha invece visto il susseguirsi di alcune perturbazioni sul nostro territorio per via di un Blocking della circolazione zonale, con alcune discese di aria artica, e quindi con frequenti precipitazioni. Il primo impulso, polare marittimo, ci ha interessato poco prima di metà mese; un secondo impulso, artico-marittimo, ci ha interessato attorno a metà mese, con nucleo di aria artica marittima dal nord Atlantico in ingresso dal Rodano. Un terzo peggioramento ci ha interessato ad inizio della terza decade del mese per via della formazioni di una depressione mediterranea con conseguente afflusso di aria mite sul nostro territorio. Il mese termina in modo piuttosto dinamico: dopo una rimonta altopressoria sul Mediterraneo centro-occidentale verso l’Europa Est, con conseguente debole afflusso freddo da Est, il giorno 28 transita un veloce fronte atlantico che porta precipitazioni diffuse; nei giorni della merla invece, si assiste alla seconda rimonta del mese di un'onda di Alta Pressione subtropicale con temperature in sensibile aumento segnatamente su Alpi, Prealpi e medio-alta pianura mentre le nebbie si impadroniscono nuovamente della medio-bassa pianura. | Gennaio 2013 - Temperatura ad 850 hPa e confronto vs media 1973-2000 - FONTE: www.weather.uwyo.edu - Elaborazione di Bruno Grillini N.B. Il grafico mette in evidenza gli scambi di calore in bassa troposfera, con ripercussioni poi sulla temperatura media al suolo nel corso del mese. | TEMPERATURE Gennaio 2013 è risultato un mese complessivamente mite, con valori oltre le medie di riferimento su tutto il territorio. La carta climatica della distribuzione delle temperature minime di Gennaio evidenzia condizioni termiche più miti rispetto a quanto normalmente atteso nel mese più freddo dell’anno. Al piano, la distribuzione delle temperature evidenzia un aumento da Ovest verso Est: ad Ovest (e quindi sul Piemonte) la temperatura è compresa tra -1/0 °C; la maggior parte del territorio regionale evidenzia temperature comprese tra 0/1 °C mentre ad Est (Mantovano, Bresciano e poi sul Veronese) i valori salgono a 1/2 °C. Le zone più miti, con valori medi di 2/3°C, li ritroviamo nell'isola di calore urbana di Milano (che ostacola particolarmente la discesa delle temperature), su parte della fascia collinare e pedemontana centro-occidentale (dove le brezze notturne sia di pendio che spiranti dalle prospicienti incisioni vallive ostacolano il calo termico per irraggiamento) e su buona parte delle zone rivierasche delle aree lacustri (con aree su Lario e Garda che raggiungono i valori più alti, di 3/4 °C). Le temperature risultano inferiori nella media e bassa pianura, grazie alla più costante presenza dell'inversione termica e quindi dell’irraggiamento notturno, anche se il frequente rimescolamento dell’aria, l’assenza di irruzioni fredde significative e l’assenza per buona parte del mese di neve al suolo non ha permesso nemmeno a queste zone il notevole raffreddamento tipico del periodo. E' invece nelle conche, meglio riparate dalle brezze, dove registriamo i valori notturni più bassi del mese (tra -1/-2 °C): nelle brughiere tra Comasco e Lecchese, lungo il corso del Ticino e sulle zone di pianura della media Valtellina (che anche nel mese di Gennaio soffre di uno scarso soleggiamento); in queste ultime zone localmente i valori si sono spinti fino a -2/-3 °C. | Gennaio 2013 - Media delle temperature minime in Lombardia su base delle stazioni della rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini | Il campo termico dei valori massimi del mese di Gennaio ci mostra condizioni climatiche più miti rispetto a quanto normalmente osservato nel periodo in questione, e stratificate (come normalmente accade in inverno) da nord a sud. Gli estremi più miti (con isoterme in media fino a di 8/9°C) li ritroviamo in particolare nell’angolo nord-occidentale della regione, sulla zona pedemontana a ridosso delle Prealpi e sulla fascia collinare, oltre che lungo la riviera del Lario: questo è da ascriversi all'assenza di uno strato di inversione nelle ore centrali della giornata e, soprattutto, per via dei frequenti episodi favonici (che hanno interessato prevalentemente, come normale, l’angolo nord-occidentale del nostro territorio), ed in particolare l’episodio che ha interessato il nostro territorio tra il 4 ed il 7 gennaio 2013, dove si sono registrate per 4 giorni valori massimi normalmente registrati nel mese di aprile. Le isoterme decrescono gradualmente scendendo verso la media e la bassa pianura, con valori medi attorno a 5/6 °C; in questi settori persistono le inversioni termiche e le nebbie (anche diurne). Le aree più fredde (con isoterme comprese di 4/5 °C) corrispondono alla quote di pianura della media Valtellina, in particolare del settore orobico (che anche nel mese di Gennaio soffre di uno scarso soleggiamento), e di in una sottile striscia della bassa pianura centrale a cavallo tra Lodigiano e Cremonese. | | Gennaio 2013 - Media delle temperature massime in Lombardia su base delle stazioni della rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini | La carta delle isoiete regionali evidenzia un quadro precipitativo con una componente Nord-Ovest -> Sud-Est; i quantitativi pluviometrici mensili risultano quindi, rispetto a quanto atteso per il periodo in questione, deficitari su Nord-Ovest regione e aree confinanti, in media sulla fascia centrale mentre i quantitativi mensili risultano sempre più sopra media avvicinandosi alla zona sud-orientale della regione; questo è d ascriversi al fatto che le precipitazioni sono state prevalentemente legate a minimi ciclonici “bassi”, che sono poi andati ad apportare precipitazioni particolarmente abbondanti sull’Emilia. Gli episodi perturbati mensili sono stati principalmente 3, occorsi poco prima e poco dopo la metà del mese e ad inizio terza decade. Il primo impulso, polare marittimo, ci ha interessato il 13 ed il 14 gennaio con minimo sul Mar Ligure e conseguenti precipitazioni, più diffuse sulla medio-bassa pianura, segnatamente orientale, e con alcune nevicate a quote collinari: accumuli di 5-10 mm, in progressivo aumento fino ai 20-30 mm di bassa pianura sud-orientale. Il secondo impulso, artico-marittimo, ci ha interessato tra il 15 ed il 17 gennaio, con nucleo di aria artica marittima dal nord Atlantico in ingresso dal Rodano: precipitazioni diffuse e nevicate altimetriche con accumuli di 10 - 25 mm ovunque. Il terzo peggioramento ci ha interessato tra 20 e 21 gennaio per il transito di una depressione mediterranea, con conseguente afflusso di aria mite sul nostro territorio con neve inizialmente a quote collinari, in progressivo innalzamento. Accumuli diffusamente compresi tra 15 e 30 mm, più abbondanti sull’area di bassa pianura orientale. Il mese conta poi 2 veloci perturbazione atlantiche, che ci hanno interessato il giorno 2 ed il giorno 28, che hanno portato mediamente accumuli entro i 10-15 mm. L’area con accumuli più significativi la ritroviamo quindi sulla bassa pianura centro-orientale, dove in genere si sono registrati accumuli compresi tra 100 e 150 mm (e su una piccola area a cavallo tra le province di Mantova e Cremona si sono superati i 150 mm mensili). Le aree con minori precipitazioni inglobano la fascia occidentale e settentrionale della regione, con accumuli generalmente compresi tra 25 e 50 mm e con alcune aree (alta Valtellina e fascia a ridosso del lago Maggiore) con accumuli al di sotto dei 25 mm. | Gennaio 2013 - Accumuli complessivi di precipitazioni registrate in Lombardia su base delle stazioni dalla rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini. N.B. - Nelle zone montuose soggette a frequenti nevicate il dato delle precipitazioni potrebbe essere soggetto a sottostima, laddove la strumentazione non è attivamente presidiata o comunque dotata di un riscaldatore pluviometrico. | La carta della neve cumulata a livello regionale evidenzia accumuli nevosi piuttosto significativi su tutti i rilievi regionali (sia alpini, che prealpini ed appenninici) per la normale componente altimetrica; accumuli più modesti sulle zone pianeggianti, più importanti a quote collinari (altimetria) e sulla bassa pianura centro-occidentale (qui grazie alle maggiori precipitazioni mensili). Nevosità mensile comunque in media su tutto il territorio, localmente anche superiore confrontata con quella osservata negli ultimi anni. Gli accumuli più significativi, con oltre 50 cm di neve cumulata nel mese, hanno interessato località oltre gli 800-1000 m di quota su un’area delle Prealpi a cavallo tra le province di Lecco, Bergamo e Sondrio, oltre che sulla fascia appenninica tra Pavese, Piacentino ed Alessandrino. Sulla maggior parte della pianura, accumuli nevosi entro i 5-10 cm; hanno invece registrato nevicate senza accumulo misurabile tutte le aree lacustri regionali (per via della solita azione mitigatrice dei laghi), una ristretta area tra Milanese e Monzese (per l’effetto isola di calore) e, più ad est, parte dell’alta pianura Bresciana; essendosi trattato di nevicate a temperature non negative le zone più miti sono così state penalizzate negli accumuli nevosi. Senza accumuli misurabili anche parte dell’area Luganese e del Sopraceneri nella confinante Svizzera; questo dovuto alla scarsità delle precipitazioni mensili in zona. | Gennaio 2013 - Accumuli complessivi di neve registrate in Lombardia su base delle stazioni dalla rete CML - Elaborazione di Bruno Grillini. N.B. – Su alcune aree montuose dei Alpi e Prealpi, gli accumuli nevosi vanno intesi come “indicativi” del possibile accumulo mensile in quanto i dati a disposizione, per alcune stazioni, sono solo parzialmente completi. | Giuseppe Aceti - Staff CML |
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