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9-13 Gennaio 2009: Intense gelate sulla Bassa Pianura Padana   Inserito il› 15/01/2009 18.09.38

 

Le giornate comprese tra il 9 ed il 13 Gennaio 2009 sono state caratterizzate da gelate intense e persistenti sulla Bassa Pianura Padana. Le temperature minime sono letteralmente precipitate nelle provincie di Pavia, Lodi e Cremona raggiungendo valori paragonabili a quelli registrati nelle stazioni dell'Alta Valtellina ad oltre 1500 metri di quota. Una fortissima inversione termica dello spessore di un solo centinaio di metri si è infatti consolidata grazie all'effetto albedo dovuto al consistente manto nevoso costituitosi con la nevicata del 6-7 Gennaio. La neve, riflettendo l'energia diretta proveniente dal sole, se da una parte ha limitato il riscaldamento diurno, ha quindi permesso nelle ore notturne un rapido calo termico dovuto all'intenso irraggiamento del suolo. L'effetto albedo è diminuito progressivamente spostandosi verso i settori orientali della Bassa Pianura Padana. Nell'area del Mantovano e del Basso Bresciano il suolo non si presentava infatti così abbondantemente innevato, proprio per i minori quantitativi caduti in occasione della nevicata dell'Epifania.
La nebbia si è presentata a banchi ed in modo piuttosto irregolare per cui i valori termici raggiunti nel primo pomeriggio si sono registrati quasi ovunque a giornate pienamente soleggiate o al più caratterizzate da una leggera foschia.
Il clima si è presentato decisamente più mite sull'Alta Pianura e sulla Fascia Pedemontana, grazie alle brezze che hanno rimescolato l'aria impedendo l'accumulo di aria gelida nello strato d'aria immediatamente vicino al suolo. In diversi casi la ventilazione settentrionale, innescata da un modesto gradiente barico tra le Alpi e la Pianura Padana, ha prodotto un riscaldamento per compressione adiabatica simile al Favonio. Questo è avvenuto principalmente allo sbocco delle Vallate Prealpine e sulle sponde dei Laghi, dove i valori diurni hanno raggiunto i 7-8°C mentre nella notte il calo si è presentato piuttosto lento fino a raggiungere valori comunque negativi all'alba, quando generalmente le brezze calano di intensità.
In montagna, fatta eccezione per le località in quota adagiate nel Fondovalle Alpino, il clima si è mantenuto mite grazie ai valori elevati di pressione della cupola anticiclonica ed al riscaldamento adiabatico dovuto alla graduale subsidenza  degli strati d'aria verso il suolo.

Venerdì 9 Gennaio 2009: le condizioni del tempo sono decisamente migliorate in seguito al blando afflusso di aria fredda continentale entrata la sera precedente con l'esaurirsi delle precipitazioni. Le temperature minime sono state raggiunte nella tarda serata fino a valori vicini ai -10°C nel Pavese. L'aria era ancora piuttosto pungente in montagna, grazie al recente ingresso orientale con isoterme di -7/-8°C alle quota di circa 1500 metri. Le temperature serali erano ovunque negative, sebbene nei settori meridionali abbiano iniziato a "distaccarsi" dal resto del Territorio Lombardo.

 

Sabato 10 Gennaio 2009: nella notte il calo è proseguito inesorabilmente fino a raggiungere valori minimi negativi "a due cifre" nelle provincie di Milano, Pavia, Lodi e Cremona. Davvero notevoli i valori di -12°C registrati al mattino nella Lomellina e nell'Oltrepo Pavese, dove tra l'altro è stata registrata una prima "giornata di ghiaccio" con temperature massime non superiori ai -2°C. L'intero andamento termico, caratterizzato da una marcata escursione, testimonia una giornata con "pieno sole" ed assenza di nebbie. Una fortissima inversione termica dello spessore di poche decine di metri andava consolidandosi rapidamente grazie all'assenza delle brezze notturne che non hanno vanificato sulla Bassa Pianura l'effetto albedo dovuto al manto nevoso. Tutto questo è apprezzabile confrontando i valori termici della Pianura Padana con le provincie più settentrionali: possiamo infatti notare che i valori minimi registrati sull'asse pedemontano Varese-Brescia sono attribuibili alle zone pianeggianti, mentre non sono incluse nella tabella le temperature delle "stazioni in quota".

 
 
Domenica 11 Gennaio 2009: condizioni stazionarie di inversione termica e cielo ovunque sereno con persistenza di intense gelate sulla Bassa Pianura. Si nota un lieve incremento delle temperature massime, più apprezzabile sui settori settentrionali con valori in alcuni casi superiori ai 7-8°C. Poche variazioni invece nel Pavese, dove si è registrata la seconda consecutiva "giornata di ghiaccio" in un contesto di tempo soleggiato.
 
 
  
 
Lunedì 12 Gennaio 2009: ulteriore consolidamento dell'inversione termica, accompagnata da temperature diurne ancora più miti lungo la Fascia Prealpina con valori addirittura superiori ai 10°C nell'Alto Varesotto in località notoriamente fredde come la Valganna. Si noti una lieve ripresa termica con assenza di temperature massime negative, sebbene i valori notturni siano scesi in diversi casi al di sotto dei -10°C. Il "primato" della temperatura minima spetta alla stazione pavese di Spessa Po con -13°C, una valore addirittura inferiore a quelli registrati a Livingo e Santa Caterina!
 
 
 
 

Martedì 13 Gennaio 2009: con questa giornata si è conclusa una parentesi di gelo particolarmente intenso sulla Pianura Padana. Con l'avvicinamento di una depressione mediterranea la nuova disposizione delle correnti ha eroso l'inversione termica, provocando un rapido innalzamento delle temperature minime con livellamento dell'escursione termica. Il "canto del cigno" è stato accompagnato dal record di temperatura minima relativo a questi giorni: i -13,4°C della stazione pavese di Castelletto di Branduzzo, circondata da isoterme abbondantemente inferiori ai -10°C. Nonostante la temporanea generalizzata flessione delle temperature notturne, durante il giorno l'aria si è ancora una volta intiepidita in modo apprezzabile sull'Alta Pianura mentre sui settori meridionali della Regione le temperature si sono mantenute localmente su valori ancora negativi.

 

 
CONCLUSIONI: il periodo preso in esame, caratterizzato dai valori estremamente bassi raggiunti sulla Pianura Padana, ha rappresentato le piene potenzialità di "continentalizzazione" di una massa d'aria stagnante sulla nostra Regione. Certamente la presenza del manto nevoso ha indotto nelle ore diurne un importante effetto albedo contribuendo ad una "autoproduzione" di freddo prettamente continentale, particolarmente accentuato dall'irraggiamento notturno.
E' doveroso comunque ricordare quanto la ventilazione, in particolare quella mitigata da caduta e compressione, possa vanificare l'effetto autoraffredante anche in presenza di un consistente innevamento. Tutto questo giustifica l'importante divario delle temperature registrate tra la Pianura e la Fascia Pedemontana Prealpina in una condizione di perfetta stabilità ormai relativamente lontana dall'ultimo contributo freddo sopraggiunto dal Continente Europeo.
 
 
 FONTI CONSULTATE: dati più significativi estratti esclusivamente dal database della rete di stazioni CML
 
 
 
 
 
 
 
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