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FEBBRAIO 2008: le mappe microclimatiche   Inserito il› 28/03/2008 23.49.15
Aggiornato il› 14/04/2009 15.34.41
Prima del 2012

Le cartine come di consueto sono state realizzate esclusivamente in base ai dati forniti dai collaboratori della rete di stazioni del CML.

 

Le stazioni termometriche con dati completi per il mese di febbraio 2008 sono risultate 184, mentre le stazioni utili per i dati pluviometrici sono state 243. Altre 20 stazioni circa, parzialmente incomplete ma con quantità di dati non inferiore al 90% del totale, sono state utilizzate come valori di riferimento per completare il tracciamento delle curve.

 

Eventuali valori palesemente incongruenti con quelli di stazioni limitrofe non sono stati presi in considerazione.

 

Totale precipitazioni

 

 

 

La distribuzione delle precipitazioni è stata alquanto irregolare, essendo mancate piogge estese e persistenti. Le aree con quantitativi maggiori sono quelle dell’alta pianura, soprattutto occidentale, e delle prealpi ma con “canali preferenziali” che hanno determinato differenze notevoli in pochi km.

I totali sono in linea con le medie attese per il mese di febbraio, che normalmente corrisponde ad una fase di scarsa piovosità; localmente sono stati superati i 60 mm (Meda 68 mm), mentre in quasi tutta la bassa padana e nell’alta Valtellina le quantità sono rimaste inferiori ai 20 mm.

  

 

Temperature massime

 

 

La carta delle temperature massime presenta una notevole omogeneità, con valori che oscillano ovunque intorno agli 11 gradi; è mancato anche l’elemento diversificatore delle nebbie che nei mesi precedenti avevano mantenuto la bassa pianura con valori inferiori al resto del territorio.

Ricordiamo che le cartine delle temperature sono riferite solo alle aree inferiori alla quota di 500 m. slm, non essendo paragonabili fra loro località poste a quote diverse.

 

  

Temperature minime

 

 

La distribuzione delle temperature minime rispecchia come sempre le forti differenze nell’irraggiamento notturno dovute alle particolarità topografiche locali. Nella distribuzione di questo mese, grazie anche all’aumentato numero delle stazioni valide, le peculiarità microclimatiche sono ancora più evidenti, tanto da poter tracciare già i primi lineamenti di una classificazione delle località in funzione delle loro caratteristiche locali.

 

Lineamenti di una classificazione microclimatica

 

Diverse stazioni, anche in piccoli centri abitati, risentono palesemente delle “isole di calore” urbane, presentando valori di temperatura notturna di parecchi gradi superiori a quelli di limitrofe stazioni rurali; la scala di rappresentazione della nostra cartina non consente di apprezzare sempre queste differenze, per le piccole dimensioni in cui si esaurisce l’”isola di calore”. Nella conurbazione milanese, naturalmente, l’effetto è più macroscopico, ed è confermato dalle tre stazioni urbane che presentano temperature intorno a 5 gradi, mentre la campagna circostante rimane inferiore a 2 gradi. L’hinterland a nord e ad ovest della città, molto intensamente urbanizzato, presenta valori leggermente superiori al resto della pianura.

Un ulteriore motivo di mitigazione delle temperature notturne è dato come di consueto dagli specchi lacustri; questo mese, la temperatura sulle sponde è ancora costante fra 3 e 4 gradi, come in gennaio, e viene quindi superata dall’isola di calore milanese. Si noti che l’effetto mitigatore degli specchi d’acqua (sostanzialmente uguale in tutti i laghi maggiori) è limitato alle località immediatamente affacciate sulla riva; stazioni appena arretrate denunciano già temperature inferiori a 1 grado.

Tra le località di pianura, si distinguono quelle poste nei fondovalle dove ristagna l’aria fredda, specie se l’irraggiamento è favorito dalla natura del terreno; così lungo le valli del Ticino (brughiera della Malpensa) e, in misura minore, dell’Adda; nonché nelle valli strette come la Valganna o la Valsabbia.

Viceversa, i primi rilievi collinari, lasciando scorrere l’aria fredda con leggere brezze di monte, inibiscono spesso il raffreddamento notturno, come avviene in alcune località della Brianza e del bergamasco (spesso accanto a luoghi che invece l’aria fredda la raccolgono),  e dell’oltrepo’ pavese.

Nello schema seguente abbiamo riassunto le caratteristiche microtermiche notturne delle nostre stazioni attraverso un raggruppamento – certamente perfettibile – che mostra le differenze medie in funzione della topografia locale; nel grafico sono incluse anche le temperature rilevate dalle stazioni poste in quota, che per le ragioni sopra ricordate non partecipano invece alla costruzione della cartina mensile.

 

 

Si nota, in questo quadro, che le temperature minime più basse appartengono alle località di pianura, e che bisogna salire oltre i 1200 metri di quota per avere valori ancora inferiori.

 

Come di consueto, per un’analisi dettagliata dell’andamento meteoclimatico nel mese di febbraio, si rimanda allo specifico articolo che verrà pubblicato nei prossimi giorni a firma di Massimo Mazzoleni.

 

 

 

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