L’indomani mattina il commissario Rossi stanco di trovarsi in un vicolo cieco e di non fare progressi nelle indagini convoco’ in Questura tutti i comandanti delle principali forze dell’ordine per creare e coordinare una task force investigativa per arrivare alla soluzione del caso che ormai da quasi un mese lo assilava. Fu consultata anche l’FBI, nella sua divisione speciale su eventi inspiegabili e misteriosi, nelle persone di Fox Mulder e Dana Scully, agenti speciali dell'agenzia investigativa americana, che si misero in viaggio per l’Italia non appena furono contattati dalla polizia.
Nel frattempo si decise di mettere sotto sorveglianza alcuni punti chiave della citta’ per prevenire eventuali nuovi delitti. Piazza del Duomo, San Babila, piazza della Scala, Brera, stazione Centrale e Garibaldi ed altri luoghi che furono tenuti segreti furono sorvegliati 24 ore su 24 da agenti sia in divisa che in abiti civili. Tutti facevano capo al centro di coordinamento della task force allestita in un locale al secondo piano della Questura di via Fatebenefratelli. Luca inizio’ a fare turni anche di notte, date le circostanze speciali delle indagini e per alcune settimane salto’ pranzi e cene e vide assai raramente sua moglie e suo figlio.
Il giorno dopo arrivarono i due agenti speciali dagli Stati Uniti per collaborare alle indagini. Le prime parole di Fox Mulder a Dana furono le seguenti: “Dove posso trovare un bel piatto di spaghetti?” con tono come di consueto tra l’ironico ed il sarcastico. Dana sorrise e scoppio’ poco dopo a ridere sonoramente. “Fox come puoi pensare a mangiare quando siamo nel bel mezzo di un’indagine delicata?”. “Scusa Dana, ma dovro’ pure mangiare no?”, fu la sua risposta. Dana penso’ tra se’: “Il solito Fox!”.
I due agenti, noti in tutto il mondo, per i loro non propri ortodossi metodi di indagine che pero’ arrivavano sempre a scoprire il mistero di ogni fenomeno umano o non, giunsero nel pomeriggio del giorno dopo alla Questura. Fu loro riservata un’intera parte dell’edificio come alloggio/ufficio. Fox come al solito appese dietro la sua scrivania l’immacabile poster con un disco volante e la scritta “ I want to believe” (Voglio crederci). Dopo essersi sistemati i due agenti fecero un piccolo breifing con i comandanti di tutte le forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Polizia Municipale). Dopo cio’ ritornarono sui luoghi dei delitti per analizzare di nuovo le scene del crimine: si recarono in via Meda, poi in via Maddalena ed infine presso la facolta' di geologia dove si era consumato l'ultimo delitto. Ma ad una prima battuta non trovarono nulla di nuovo che potesse far progredire le indagini. Dopo alcuni minuti passati nell’aula universitaria Fox esclamo’: “ Forse ho capito cosa e’ successo qui, Dana!”.
Fox mostro’ a Dana le tracce di uno strano liquido verdastro come una gelatina che era passato inosservato agli agenti della polizia scientifica. Vicino alla sedia dove Christian aveva preso fuoco all’improvviso oltre alle tracce delle fiamme e della combustione c’erano delle gocce di questo liquido.
“Credo di aver capito, Dana!”, disse Fox.
“Ho bisogno pero’ di una conferma!”,riprese Fox.
“Dobbiamo recarci alla stazione meteorologica piu’ vicina!”,disse Fox.
"Va bene!", rispose Dana.
(6-Continua)