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Uragano - 11a puntata   Inserito il› 09/07/2008 5.53.02
Aggiornato il› 18/07/2008 16.53.46
Storm Prediction Center Headquarter, Oklahoma City,Oklahoma (USA)

Matthew entrò nell' ufficio di Justin, ma non trovò nessuno. Il giovane collaboratore doveva portare alcuni dati sull'uragano che stava raggiungendo l'isola di Cuba e scambiare qualche opinione a tal proposito. Matthew pensò che Justin era uscito per prendersi una pausa, infatti era da diversi giorni che non rientrava a casa alla sera, doveva essere proprio stanco! Ma quando vide che Justin aveva lasciato il suo portafoglio sulla scrivania e la giacca appesa all'appendiabito, capì immediatamente che qualcosa non andava. Non era da Justin lasciare tutto così e scappar via. Qualcosa doveva essere successo. Ma cosa? Provò a chiamare al cellulare Justin, ma nessuna risposta. Una voce femminile annunciava laconicamente che “il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. Provi più tardi”.
“Accidenti!” esclamò Matthew.
Matthew compose allora il numero di Anne. Ma anche qui il cellulare continuava a suonare a vuoto.
Delle sirene della polizia si sentirono in lontananza. Sotto alla finestra dell'ufficio una piccola folla si era radunata ad un angolo della via. Doveva essere successo qualcosa di grosso. Matthew decise di scendere in strada per chiedere cosa fosse accaduto.
Un uomo sulla quarantina disse che era stata rapita una persona e dalla descrizione sembrava proprio essere Justin.
“Accidenti, ma cosa sta succedendo?” esclamò Matthew.
Il giovane collaboratore decise di restare in strada per poter parlare con la polizia.

Da qualche parte nel deserto di Sonora, Arizona (USA)

Justin e gli altri uomini della scorta stavano percorrendo una pista nel deserto, quando all'improvviso sopra di loro iniziò a volare un elicottero come comparso dal nulla. Due macchine iniziarono ad affiancarsi alla scorta che accompagnava la macchina principale con a bordo Samuel Bell e Justin. I due veicoli si affiancarono alle macchine in modo minaccioso cercando di far uscire dalla pista i tre veicoli. Alcune sbandate ed urti e la macchina con a bordo Justin si trovò fuori dalla carreggiata. Dalle due macchine uscirono due giovani uomini che sfilarono dalle fondine una pistola di tipo automatico ed iniziarono a sparare in direzione della vettura ormai ferma con a bordo Justin.
Justin scese dalla vettura e cercò riparo dietro alla macchina, mentre sentiva le risposte degli spari degli agenti della CIA e di Samuel Bell.
Durante una breve tregua nella sparatoria che era nata, Justin chiese a Samuel
“Che c**** sta succedendo?”
“Si metta al riparo, dottor Connor, quei figli di p****** stanno cercando Lei!” rispose Samuel Bell.
“Questo lo avevo capito anch'io! Ma chi sono?” esclamò Justin.
“Credo che facciano parte dei servizi segreti di un paese nemico, come si usa dire nel nostro ambiente! Hanno intercettato le nostre conversazioni o i nostri messaggi. Deduco da questo che Lei mi ha disobbedito. Purtroppo hanno spie e cimici dappertutto. Le debbo chiedere se abbia con sé un cellulare. Me lo può dare, per favore?” rispose Samuel Bell.
“Sì, certo. Eccolo!” rispose Justin.
Samuel Bell buttò il cellulare per terra e lo distrusse, riducendolo ad un ammasso di ferro inutilizzabile.
“Spero che ora abbia capito quanto sia grave la situazione e con che razza di persone abbiamo a che fare!” disse Samuel Bell.
“Certo!” rispose Justin, pentendosi di aver inviato il messaggio ad Anne e di aver messo in pericolo anche lei.
Fortunatamente la sparatoria che era nata stava andando meglio per gli agenti della CIA che erano riusciti a neutralizzare i nemici che erano quasi tutti morti o feriti.
Rimaneva l'elicottero da cui iniziarono a partire diversi colpi di fucile di grosso calibro. Un proiettile colpì superficialmente Samuel Bell alla spalla che iniziò a sanguinare. Per poco aveva sfiorato la testa di Justin che comunque non era avvezzo a sparatorie ed inseguimenti. Era sempre stato un uomo pacifico e tranquillo. Non aveva mai amato la violenza, neanche in quei telefilm che trasmettevano tutte le sere sulle emittenti televisive private. A lui piacevano solo “I Simpsons” con quei cartoni, infatti, si faceva un mucchio di risate. Ma adesso non era il momento di ridere, era tutto serio, anzi serissimo. Samuel aprì il bagagliaio della macchina ed estrasse un fucile di grosso calibro con cui iniziò a sparare contro l'elicottero, che, fortunatamente, volava a bassa quota. Un proiettile colpì il serbatoio che iniziò a prendere fuoco. Il pilota non fece in tempo a raddrizzare l'elicottero che non appena toccò terra immediatamente esplose nell'impatto. Si sentirono in lontananza alcune grida di dolore. Intanto anche l'ultimo uomo dei servizi segreti nemici era caduto.
Nel deserto era di nuovo tornato il silenzio, dopo lunghi minuti di confusione e di colpi d'arma da fuoco.

(11-Continua)
 
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