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Una Nevicata “strappata” al dominio anticiclonico   Inserito il› 30/12/2016 21.35.26
 
 
Proprio in mezzo a un lungo periodo dominato da un coriaceo anticiclone, piazzatosi da inizio mese sull’Europa centro-occidentale, intorno alla metà di dicembre 2016 si è manifestata una breve parentesi invernale, al culmine della quale, il giorno 19, è caduta la prima neve della stagione sul nordovest italiano. Mentre la nevicata nel basso Piemonte era ampiamente nelle attese, abbastanza inaspettatamente i fiocchi bianchi si sono spinti fino al nord della regione e all’estremo lembo occidentale della Lombardia. Le cause sono da ricercare, come vedremo, in un particolare “incerto” della configurazione sinottica, che ha “disorientato” i modelli di previsione fino all’ultimo momento.
Nei giorni precedenti, complice una blanda avvezione orientale sotto la “pancia” dell’alta pressione, era affluita aria sempre più fredda e piuttosto umida nei bassi strati, che ha consentito la formazione di una sorta di “cuscino nebbioso”, divenuto nel tempo sempre più spesso. Dopo quattro anni di latitanza pressoché totale del fenomeno, domenica 18 è stata nella media e bassa pianura una “giornata di ghiaccio” (contrassegnata per definizione da temperature massime ≤ 0 gradi). In tale area la galaverna, già presente in parte nei giorni precedenti, l’ha letteralmente “fatta da padrone”, depositandosi su vegetazione, ringhiere, cavi dell’alta tensione, e rimembrando ai più “attempati” antiche atmosfere invernali; tempi in cui il fenomeno era decisamente ricorrente.
Occorre anche segnalare che il sudovest milanese, la Lomellina e la bassa novarese hanno sperimentato il fenomeno della “neve da nebbia”, erroneamente definita “neve chimica”, a più riprese tra giovedì 15 e domenica 18.
Tra i valori massimi di spicco registrati il 18, ricordiamo i -0.9 di Asigliano Vercellese e Robbio, -0.7 di Capergnanica, Gaggiano, Robecchetto. Tra i valori minimi, invece, ci sono quelli di alcune zone venutesi a trovare al limite della coltre nebbiosa, storicamente l’area più favorevole alle inversioni per via del mix di cielo sereno e saturazione dell’aria nei metri prossimi al suolo. In queste zone c’è stata qualche locale punta notturna attorno ai -6/-7 gradi: -6.9 Marnate, -6.7 Samarate, -6.6 Ceriano Laghetto e Lesmo, -5.9 Besnate, -5.7 Briona, stazioni in genere extra o semi-urbane, poste in aree di brughiera, sodaglia, o in conche infra-collinari, notoriamente fredde.
Nel frattempo, le alture collinari e le pedemontane, poste al di sopra del limite della nebbia, erano alle prese con temperature decisamente più miti. Ma proprio durante il weekend ha iniziato ad affluire anche in quota aria più fredda e decisamente più secca.
Il radiosondaggio della mezzanotte del 19 mostra una perfetta colonna da neve, grazie ai wet bulb molto negativi in quota e al cuscino freddo nebbioso nei bassi strati.
  

    
 
19 dicembre 2016. Radiosondaggio delle 00 di Milano Linate. FONTE: University of Wyoming http://weather.uwyo.edu/upperair/europe.html 
 

   
La situazione sinottica è stata alquanto complessa: una profonda depressione africana in risalita verso nord avrebbe richiamato correnti da sud-est calde, che avrebbero rapidamente distrutto il cuscinetto freddo. Per diversi giorni i previsori si aspettavano l’ingresso franco dello scirocco, con rapido aumento delle temperature e, al massimo, qualche precipitazione sparsa, ovviamente sottoforma di pioggia (neve a sud del Po, prevista sin dall’inizio).
Le possibilità di vedere la neve in pianura a nord del Po erano quindi relegate alla presenza di precipitazioni relative a un intervallo temporale sufficientemente anticipato rispetto all’intervento della “scaldata” sciroccale. Per diversi giorni questa possibilità era sembrata, tra le varie ipotesi, quella decisamente minoritaria.
Proprio gli ultimi aggiornamenti modellistici hanno invece “corretto il tiro” individuando, prima dell’arrivo della depressione mediterranea, un richiamo di correnti umide meridionali, causato dal passaggio proprio in quelle ore di una goccia fredda sulla regione alpina, in moto retrogrado, attirata dalla depressione mediterranea stessa.
Nelle seguenti immagini, vediamo nel dettaglio le reanalisi di Wetterzentrale e di Bolam, che prendono in considerazione le quote di 500 e 700 hpa. Visibile in bolam, l’azione della goccia fredda in quota e il richiamo meridionale a 700 hpa.
 
 
  
19 dicembre 2016. Reanalysis a 500hpa, 06Z. FONTE: www.wetterzentrale.de
  
 
   

19 dicembre 2016. Correnti a 500hpa, 09 UTC, modello Bolam. FONTE: http://meteo.altervista.org/modelli/bolam/bolam21km.htm
 
 
 
 
 
19 dicembre 2016. Correnti a 700hpa, 09 UTC, modello Bolam. FONTE: http://meteo.altervista.org/modelli/bolam/bolam21km.htm
 
Questo richiamo umido da sud, blando ma immediatamente produttivo, ha consentito alla neve di cadere nelle prime ore del peggioramento fino in pianura, su tutto il Piemonte, sul SW della Lombardia, nell’estremo ovest milanese e sul varesotto.
Infine, l’ingresso dello scirocco a partire dal pomeriggio, ha provocato, come del resto ampiamente previsto, un rapido aumento delle temperature e la trasformazione della neve in pioggia a partire da NE verso SW. Ecco visibile nell’immagine seguente, di Bolam, il flusso sciroccale nei bassi strati (850 hpa) che ha distrutto il cuscino entrando da SE e piegando da ENE in prossimità delle pedemontane occidentali.
 
 
20 dicembre 2016. Correnti a 850hpa, 18 UTC, modello Bolam. FONTE: http://meteo.altervista.org/modelli/bolam/bolam21km.htm
 
 
Nel basso Piemonte, roccaforte del cuscino padano, la neve ha invece resistito a tratti fino alla notte del 20 dicembre, quando nel resto della regione già pioveva da parecchie ore.
Gli accumuli registrati sono stati compresi tra la lieve spolverata delle zone rimaste ai margini delle precipitazioni, ai pochi cm delle zone interessate direttamente dal corridoio di precipitazioni in arrivo da sud, con punte di 4-5 cm proprio a cavallo delle province di Novara e Vercelli. Ben più produttiva, invece, la nevicata nel basso Piemonte grazie alle molte ore “in più” di resistenza del cuscino freddo.
 
   

Osservazione della nevicata a Briona (NO)
 
A Briona la neve, fitta sin dalle prime battute, ha iniziato a cadere pochi minuti prima delle 10 e ha proseguito fin verso le 12.30.
Al ritmo di circa 2 cm / orari sono caduti 4 cm di neve in poco più di 2 ore.
In seguito, fin verso le 15, si sono alternate fasi di pioggia mista a neve a fasi di neve bagnatissima, ma l’accumulo non è più cresciuto.
Gli estremi termici del giorno sono stati di -2.4 di minima e 3.2 di massima. La neve ha iniziato a cadere decisamente asciutta con una T di circa -1, valore che ha consentito l’iniziale attecchimento dei fiocchi anche sulle strade trafficate, ma poi le condizioni termiche sono rapidamente peggiorate, fino al cedimento del cuscino freddo e all’arrivo, come detto sopra, di una debole pioggia.
Il raddolcimento è stato poi estremamente rapido, tanto che la QN nella seconda parte della giornata del 20 è poi risalita fin oltre i 1000 m, eccetto che in alcune note sacche fredde, come la Valsesia e l’Ossola, dove ha continuato a nevicare a fondovalle.
Ecco una serie di fotografie scattate durante l’evento: le prime tre sono state fatte proprio al culmine della nevicata. Nell’ultima foto ormai la precipitazione era divenuta mista a pioggia.
 
 
 
19 dicembre  2016. Briona (NO) sotto la neve. Foto di Luca Dal Bello

 
 
 
 
19 dicembre  2016. Briona (NO) sotto la neve. Foto di Luca Dal Bello
   
 
 
19 dicembre  2016. Campagne attorno a Briona (NO) sotto la neve. Foto di Luca Dal Bello
   
 
 
 
 
19 dicembre  2016. Campagne attorno a Briona (NO) sotto la neve. Foto di Luca Dal Bello

 
 Luca Dal Bello 
 
 
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