mercoledì 30 dicembre 2009 21.31.27

 

 

 

L'invasione artica e le nevicate di metà dicembre 2009

Prologo

Dopo un autunno mite ed umido, con 331mm di pioggia caduti nel trimestre settembre-ottobre-novembre, e nessun episodio di freddo rilevante, il Generale Inverno si sveglia all'improvviso ed invia sul nord Italia un impulso artico davvero degno di nota facendo registrare valori termici di tutto rispetto soprattutto nei valori massimi diurni e con episodi di neve a più riprese nell'arco di 7-10 giorni. Per Barlassina si parla di un periodo decisamente freddo e che mette in archivio quattro giornate di ghiaccio consecutive ed otto giorni con neve (seppur alcuni senza accumuli) per un totale di quaranta centimetri di neve! Particolarmente colpita dal gelo la parte bassa ed occidentale della Lombardia dove le massime diurne toccano i picchi più bassi, ma ad ogni modo l'intera regione conosce giornate di ghiaccio dovute a condizioni di nebbia o nebbia alta che impediscono al sole di riscaldare l'aria, uniche zone dove a tratti il termometro sale sopra lo zero sono quelle nel nord della regione dove il sole riesce ad illuminare la giornata ed a tratti entrano le correnti favoniche in occasione del secondo impulso gelido ma senza riuscire a regalare un clima gradevole. Per quanto riguarda le nevicate, colpite inizialmente le basse province lombarde ed in un secondo momento le medie ed alte pianure, ivi comprese sia quelle occidentali che quelle centro-orientali.

Cenni sinottici

Una serie di perturbazioni atlantiche interessano la nostra regione tra la fine di novembre e la prima decade di dicembre. A partire dal 10 dicembre, dopo l'ennesima perturbazione, si assiste ad una rimonta anticiclonica dal nord Africa con collegamento al forte anticiclone presente sulla Russia Europea

Il sollevamento verso nord della cellula anticiclonica favorisce l'ingresso di correnti da est in Valpadana associate ad un blando peggioramento a cavallo tra il 12 ed il 13 dicembre con qualche debole e localizzata pioggerella dagli accumuli molto modesti.

L'aria fredda in entrata sul Mediterraneo genera la formazione di un minimo ad ampio raggio ma troppo basso di latitudine per interessare la Lombardia; tutto ciò che ne consegue è una giornata molto nuvolosa e fredda ma non eccessivamente, e qualche sfiocchettamento intermittente tra la mattinata ed il primo pomeriggio senza ovviamente lasciare accumuli al suolo.

Sull'Europa è un susseguirsi continuo di gocce fredde in discesa dal Polo e l'ingresso di ulteriore aria fredda traboccante dal Rodano innesca il giorno 17 un minimo sul Ligure con un leggero richiamo di libeccio in grado regalare deboli episodi di neve sulle alte pianure mentre nevicate più consistenti si verificano sulle basse pianure con accumuli fino anche a 5-10 centimetri.

Il giorno seguente una nuova goccia fredda, accompagnata da aria di origine artico-continentale, scende dalla Francia tuffandosi nuovamente nel Mediterraneo; ne consegue una "rodanata" spettacolare che oltre ad imbiancare le pianure del nord Italia (ancora maggiormente colpite le basse pianure ed il sud milanese) dove fiocca con valori nettamente negativi, riporta la neve, ed anche abbondante, in alcune zone dove questa non è proprio "di casa" come le zone pianeggianti della Toscana (particolarmente colpito il pratese), un episodio memorabile per la vastità di territorio pianeggiante colpito dalle nevicate sebbene per alcune zone inferiore all'episodio del 29 dicembre 2005.

Lo spostamento del minimo formatosi a seguito dell'innesco arrivato dal Rodano attiva un ulteriore richiamo di aria fredda sul nord Italia, già in parte riversatasi al suolo grazie alle nevicate di cui sopra; è in questi giorni che si tocca l'apice del freddo e diverse città del nord, grazie anche alle nebbie o nubi basse per il sollevamento delle stesse, registrano temperature massime diurne davvero gelide e che non trovano riscontri equi dalla forte irruzione di fine dicembre del 1996, addirittura per alcuni centri sono valori persino più bassi di ondate di gelo storiche come quelle del febbraio 1991 od addirittura quella famosissima del gennaio 1985!

Con un'alta pressione cosi sbilanciata verso nord e l'Europa assediata dai figli del Vortice Polare a spasso nel continente, l'Atlantico ha vita facile per entrare nel Mediterraneo ed è esattamente quel che succede lunedi 21 dicembre quando una depressione basso atlantica si insedia nel cuore del Mare Nostrum attivando intense correnti di Libeccio in direzione del nord Italia: ed è neve diffusa e molto intensa, in particolare questa volta sulle alte pianure che godono di un accentuato effetto stau. I valori termici ampiamente sotto lo zero (si parla di fenomeni nevosi con valori attorno a -4/-5° diffusi, mai più raggiunti dall'episodio di Burian del dicembre 1996) giocano un ruolo fondamentale sugli abbondanti accumuli che vanno a depositarsi in Lombardia! Si parla di quantitativi di rilievo per Brianza e nord ed est milanese (25-35cm), 20-30cm per varesotto e bergamasco, 10-20cm per pavese, lodigiano, ovest milanese e sud milanese, bresciano e cremonese, fino ai 5-10cm del mantovano.

Al termine della prima passata di neve e soprattutto col secondo fronte in transito nel pomeriggio-sera del 22 dicembre, in molte zone si verifica il fenomeno del gelicidio o pioggia congelantesi, in particolar modo nelle basse pianure e medio-basso milanese dove alla neve appena caduta si sovrappone uno strato di ghiaccio che conferisce al manto nevoso un curioso ed insolito nonchè spettacolare "effetto vetro". Brianza, nord milanese, varesotto ed alcune zone del bergamasco si ritrovano, tra la sera del 22 e la notte sul 23 dicembre, sotto una precipitazione mista che varia dalla pioggia ghiacciata al graupel alla neve, in grado comunque di depositare ancora qualche centimetro di neve simil granita anche se comprimendo lo strato di neve sottostante decisamente più soffice.

Il flusso Atlantico prosegue, con solo brevi pause, anche nei giorni a seguire apportando a questo punto abbondanti piogge; la "scaldata" si è dimostrata ben più avvertibile alle quote superiori, in particolare tra i 1300 ed i 2000 metri, mantenendo nei giorni prossimi al Natale quote neve davvero elevate mentre in pianura il cuscino freddo manteneva valori molto bassi e di poco superiori allo zero. Non è un caso che superata la "fase critica" del disgelo permaneva più neve alle basse quote dell'alta pianura e della pedemontana che non sui pendii prealpini al di sotto dei 1500 metri.

 

 

dal 14 marzo 2004

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